La Gazzetta dello Sport

Fondamenta­li i mental coach Quello svedese parla alle scarpe

- INVIATO A SAMARA (RUSSIA) fa.bi.

Tutto il potere risiede nella mente, recita un vecchio detto indiano. A volte, la mente dei giocatori fa cilecca. Troppe pressioni, ansie da prestazion­e, paure varie (vero Messi?). Contro il logorio del calcio moderno, Svezia e Inghilterr­a si sono attrezzate. Quella di oggi è anche una sfida tra «mentalist». Più attuale la nordica, più tradiziona­le la british, come da Dna nazionali.

SCARPINI E SEDUTE Quando fu chiamato dalla Federazion­e svedese alla ricostruzi­one di una nazionale delusa e «imprigiona­ta» dalla figura di Ibrahimovi­c, Janne Andersson pose solo una condizione e quella condizione aveva un nome: Daniel Ekvall. Il mental coach che lo aveva accompagna­to nell’avventura con il Norrkoping vincitore di un campionato. Vista la forza piscologic­a della Svezia, più o meno l’unica dote dove eccelle tra le superstiti del Mondiale, sembra proprio utile. Il c.t. svedese ha la fissa dell’unità di gruppo e il supporto mentale è fondamenta­le per cementarlo. Visti i risultati, come dargli torto? Il c.t. ha raccontato un aneddoto gustoso su Ekvall: «Prima dell’amichevole con la Francia, Toivonen si lamentava in allenament­o delle nuove calzature. Lui se ne accorse e dal fondo del campo gli urlò: “Ola, devi prenotare una seduta con me, in modo che possa parlare coi tuoi scarpini”. Risero tutti. Poi con la Francia Toivonen segnò da metà campo con quelle scarpe». Ride anche Ekvall quando lo ricorda. Certo il suo lavoro non è dialogare coi piedi. «Sta nei colloqui ad personam e nelle sedute collettive. Sedute a tema: per dire, come porsi di fronte alla perdita del pallone o se un compagno sbaglia». La Svezia ha imparato bene la lezione: tutti per uno, uno per tutti, traguardo dopo traguardo, con la sorpresa di molti, eccetto il suo c.t. e il mental coach. Che aggiunge: «Dico sempre che se si forma una troupe di chirurghi per un intervento, non è detto che siano in sintonia tra loro né che l’operazione sarà un successo. Tornando al calcio, cooperando e comunicand­o è possibile lottare e battere squadre di star».

CULTURA E PSICOLOGIA L’Inghilterr­a qualche star ce l’ha, ma visto che spesso è stata sull’orlo di una crisi di nervi, Gareth Southgate ha pensato bene di darle un supporto. Così ha voluto, fin da gennaio, Pippa Grange, psicologa con specializz­azione nello sport. Sarà un caso, ma i leoni sono più agguerriti che mai. La squadra è solida e, soprattutt­o, ha sfatato la maledizion­e dei rigori. «Come tutti - ha scritto in un libro – anche gli atleti vogliono avere qualcosa in cui credere, una visione e un’organizzaz­ione di cui essere fieri di farne parte». Grange, a differenza del «collega» svedese, non parla coi giocatori, ma soltanto con lo staff e con Southgate. E li spinge ad avere colloqui quotidiani coi giocatori, ad abbattere le loro inibizioni. Una specie di confession­ale con il padre c.t., o fratello maggiore se volete. Sta funzionand­o. Kane a parte, stasera vedremo chi userà meglio la forza della mente.

CURIOSITÀ Daniel Ekvall, con una battuta, ha smontato i lamenti di Toivonen

Pippa Grange, la psicologa inglese, parla soltanto con Southgate e lo staff

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