Nozze d’oro Aic: grande alleanza nel nome di Abete
● A Vicenza nella ricorrenza si muove il fronte anti Malagò per eleggere il presidente della Figc
Il calcio italiano si ritrova a Vicenza, nella splendida cornice della Basilica Palladiana, con un occhio rivolto al passato e l’altro al futuro. L’occasione è la celebrazione dei cinquant’anni dell’Associazione italiana calciatori, nata in pieno spirito sessantottino. Ma l’Aic di Tommasi, assieme a Lega Pro, Dilettanti e Aia, è protagonista dell’ampio fronte (oltre il 70% del bacino elettorale) che si è coalizzato per eleggere il presidente della Federazione, individuato in Giancarlo Abete, e porre fine al commissariamento. Non a caso ieri al gala c’erano tutti i rappresentanti delle componenti ribelli, oltre a ex inquilini di via Allegri come Carraro, Matarrese, Tavecchio, lo stesso Abete, ma hanno declinato l’invito, per esempio, Giovanni Malagò e Renzo Ulivieri.
DIFFIDA Proprio al presidente del Coni lunedì verrà notificata da Aic, Lega Pro, Dilettanti e Aia la diffida già spedita al commissario Fabbricini, lui sì presente ieri come atto di cortesia istituzionale e silente con i taccuini fino al consiglio nazionale Coni di martedì, quando verranno licenziati i nuovi principi informatori e si svelerà la road map che ha in mente Malagò per arrivare alle elezioni. Tempi che – tra pronuncia del Governo e recepimento delle federazioni – rischiano di essere troppo lunghi per i ribelli, secondo i quali l’assemblea elettiva va convocata entro il 31 luglio. L’adunata vicentina è servita per ribadire la compattezza dell’alleanza. E ovviamente per celebrare le conquiste dell’Aic, con Roberto Bettega a esaltare la figura di Sergio Campana, entrato nella hall of fame Figc («la sua determinazione è stata contagiosa»), e Gianni Rivera a sottolineare lo spirito del sindacato: «Avevamo tutti contro ma poi hanno capito che l’Aic era nata per tutelare i calciatori più deboli, quelli che da febbraio non venivano pagati».