Da Silverstone a Wimbledon un Paese in delirio
●Oscurati F.1 e tennis, sold out nei pub, 32 milioni alla tv, 38 milioni di pinte di birra vendute. E anche il principe William grida: «Football’s coming home!»
«Football’s Coming Home!», il calcio torna a casa, e il principe William, duca di Cambridge, presidente onorario della Football Association, figlio di Lady Diana regala il titolo al sabato memorabile dello sport d’Oltremanica: l’Inghilterra sbarca nella semifinale mondiale dopo 28 anni e Lewis Hamilton conquista la quarta pole di fila a Silverstone. Il calcio ruba la scena alla F1 e straccia tutti i record: 32 milioni l’audience tv, 38 milioni di pinte di birra vendute e, con fish e patatine, un giro d’affari complessivo da oltre 200 milioni di euro.
LE FILE AI PUB Il sole e il caldo, con punte di 33 gradi a Londra e Leeds, fanno il resto. Mettici il calcio, mettici la conquista di una semifinale mondiale dopo tre decenni di amarezze e l’Inghilterra esplode come una santabarbara. La gente si è messa in fila dalle 10 del mattino per conquistare un posto al pub e seguire la gara con la Svezia. A Londra, Birmingham, Bristol, Leeds e Manchester via libera ai maxischermi. L’inno nazionale è scandito da milioni di persone con la mano al petto. Al gol di Maguire, inizia la pioggia di birra: volano i bicchieri – di plastica per fortuna – per celebrare l’1-0. Al 2-0 di Alli, nuova doccia alcolica. Al fischio finale, partono canti e balli. La movida calcistica travolge il paddock di Silverstone, L’OMAGGIO AL FOOTBALL NEL TEMPIO DEL TENNIS
Bobby Charlton non ha visto Svezia-Inghilterra perché ospite nel Royal Box del Centre Court di Wimbledon, che alla notizia del successo dei ragazzi di Southgate ha applaudito in lui tutto il calcio inglese
dove è stato allestito un maxischermo. A Wimbledon, dove non si può profanare il tempio del tennis, in tanti hanno abbandonato temporaneamente la struttura per correre al pub.
I PANCIOTTI DEL CT La nazionale fa tendenza, anche nella moda. I panciotti indossati da Gareth Southgate sono ormai un cult. Dall’inizio del mondiale, le vendite sono aumentate del 35 per cento: ieri in tanti hanno sfidato il caldo di quest’insolita estate britannica vestiti alla «Southgate». Una festa multietnica, dove l’anima nuova di questa nazione mostra un processo d’integrazione che non ha eguali in Europa: neri, orientali, europei di altre origini, tutti insieme appassionatamente per godersi l’approdo in semifinale.
BEAT GENERATION Un luglio indimenticabile sotto tutti gli aspetti: dal meteo al calcio,
passando per l’accordo in vista sulla Brexit, che si annuncia più soft del previsto. La beat generation di Southgate è più di un simbolo: integrata e responsabile, leggera e unita. Il messaggio del principe William è un omaggio ad un gruppo costruito con mano sicura da un ct trovato per caso, dopo le dimissioni di Allardyce, travolto dallo scandalo-Telegraph: «State facendo la storia. E’ un mondiale incredibile e ci siamo sempre divertiti. Meritate questo momento». L’obiettivo è la finale e magari ripetere l’impresa riuscita nel 1966 alla squadra di Alf Ramsey, con la conquista del titolo. A Wimbledon, dove era stato invitato come ospite d’onore, Bobby Charlton, simbolo di quella nazionale, non può seguire la gara con la Svezia, ma dopo il 2-0 è omaggiato dal pubblico. Si alza in piedi e scatta l’applauso. Da Charlton a Kane: Football’s coming home.