La Gazzetta dello Sport

Due botte di Vida il difensore con il gol nel Dna

- Iacopo Iandiorio

Finché c’è Vida c’è speranza. Ohi Vida ohi Vida mia. Una botta di Vida… E chi più ne ha più ne metta. Sta di fatto che il gol del 2-1 che illude i croati prima, e il 4° rigore della roulette russa (inevitabil­e, no?) per quelli di Zagabria lo firma questo ragazzone biondo di 29 anni Domagoj Vida, 185 cm e 80 kg, di Nasice, vicino a Osijek, a un passo dalla Serbia. Confine di sangue e di sofferenza. Il centralone del Besiktas, ex Dinamo Zagabria e Kiev (e un’esperienza lontana al Bayer Leverkusen), piace molto a Liverpool ed Everton, tanto che il suo presidente Orman ha già detto che non lo cede per meno di 15 milioni di euro (l’ha pagato 4,5). Ad Anfield troverebbe il compagno di reparto in nazionale Lovren e a Klopp l’idea piace.

PAPÀ Aggressivo, potente, inarrestab­ile, certo tecnicamen­te non molto dotato ma è un altro dei guerrieri del c.t. Dalic, Vida è figlio di Rudika, che di mestiere faceva l’attaccante: nel 1993-94 col NK Belisce firmò 26 gol e fu 3° fra i cannonieri croati; e nell’88-89 aveva dato lezione a un 20enne Suker, compagno all’Osijek; sì proprio quel Davor nel 1998 capocannon­iere del Mondiale. DANI Ecco Vida eroe per caso, come Subasic. Il portierone acciaccato a fine 2° tempo regolament­are, che ha parato un altro rigore, a Smolov. E dopo i tre respinti con la Danimarca raggiunge a quota 4 il tedesco Harald Schumacher e l’argentino Goycochea nei penalty parati al Mondiale. Insomma Danijel, lanciato al Monaco da Marco Simone in Ligue 2 nel 2012 e poi con Claudio Ranieri promosso in Ligue 1, è entrato nel Gotha. Facendo felice di sicuro il suo attuale tecnico nel Principato, il portoghese Leonardo Jardim, che l’ha sempre difeso e con cui nel 2016-17 ha raggiunto la semifinale di Champions, stoppato dalla Juve, e ha vinto la Ligue 1. A Euro 2016 Subasic ha parato un rigore anche a Sergio Ramos. Sempre nel nome del suo amico Hrvoje Custic, quell’attaccante 24enne che nel 2008, quando entrambi erano allo Zadar di Zara, morì per un incidente assurdo: andò a sbattere con la testa contro un muretto vicino alla panchina e morì, dopo un’operazione il giorno seguente. Subasic porta la sua foto stampata su una maglietta con la scritta Forever. La Fifa l’ha richiamato per averla esposta dopo la gara con la Danimarca. «Lui è sempre con me, non solo sulla maglia, ma nel cuore» ha detto Subasic in questi giorni. Aggiungend­o: «I rigori? Una lotteria, ma Dio è con noi». I ragazzi del 1998 finalmente non sono più soli.

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