La Gazzetta dello Sport

Ma vale 222 milioni? Solo Tite difende Neymar il tuffatore

●Critiche dal Brasile e dal resto del mondo. E lui: «Difficile trovare la forza per tornare a giocare...»

- Alessandra Bocci INVIATA A KAZAN © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

NON È AI LIVELLI DI CRISTIANO E MESSI, E NON SARÀ MAI COME PELÉ

FELIPE SCOLARI EX C.T. DEL BRASILE

Un’isola nella corrente, anzi nella piscina, almeno a giudicare dalle critiche che arrivano dal Brasile e dal mondo. Si tuffa troppo, Neymar, nemmeno la Var gli crede più. Prima si lamentava troppo, Neymar, e perché adesso non ci mette la faccia come hanno fatto gli altri, Renato Augusto («mi sento come se fosse morta una persona cara»), Paulinho («sarà dura da smaltire, è peggio del Mineirazo»), Alisson, Miranda? Tutti a dire che sono dispiaciut­i per i tifosi brasiliani, tutti a precisare che il gruppo era unito. «Compatto, come una famiglia», ha detto Marcelo dopo l’eliminazio­ne. Veramente a qualcuno è parso che Neymar se ne rimanesse un po’ isolato nel ritiro di Sochi, dove compagne e bimbi circolavan­o, ma lui negli ultimi giorni aveva tempi diversi dagli altri. Forse stava cercando di risalire la corrente delle critiche, forse era turbato dalle difficoltà del ventilato trasferime­nto a Madrid. Era dato per designato Pallone d’oro ed erede di Cristiano al Real: il premio individual­e è sfumato e va a finire che se lo riprende il portoghese. Quanto al resto, il Mondiale vissuto in mezzo alle polemiche non aiuta la sua immagine, e rischia di creare una corposa minusvalen­za alle casse del Psg, sempre che si decida a cederlo. Solo 24 ore dopo l’eliminazio­ne, via Instagram, ha dato segni di vita: «È il momento più triste della mia carriera, il dolore è molto grande perché sapevamo di poter fare la storia... ma non era questa volta. Difficile trovare la forza per tornare a giocare: Dio mi aiuterà a farlo. Sono felice di far parte di questa squadra e orgoglioso di tutto».

CADUTA Neymar era arrivato in Russia con uno zainetto dorato sulle spalle con le facce della famiglia dipinte sopra. Parte con mamma, sorella e figlio a fargli compagnia nel lungo viaggio verso casa, ma il fardello è più pesante di quel bagaglio stravagant­e. Parte muto dopo molte lamentele, dopo le accuse ai media europei di congiurare per destabiliz­zarlo, ma per la verità sembra portato a destabiliz­zarsi anche da solo. Va a cacciarsi nelle trappole di

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I milioni di italiani che hanno visto Brasile-Belgio venerdì su Canale 5 (44.53% di share)

chi gli dà del cascatore, con la facilità con la quale salta l’avversario: chiude l’avventura russa con 57 dribbling (più di tutti dopo i quarti), 27 tiri (primo anche qui), 2 gol e 2 assist nelle 5 partite giocate. E’, ma questo gli capita dall’infanzia, anche il giocatore più tartassato, destino di chi è più bravo, lui però aggiunge la tendenza a esagerare che irrita e spinge a picchiare di più. Nessuna giustifica­zione per le maniere forti, per carità, ma l’irritato pubblico brasiliano comincia ad averne abbastanza dello stile Neymar. «Torni alle sue radici», consiglia qualcuno. Forse il divismo, gli sponsor e lo stipendio faraonico stanno diventando troppo pesanti per un 26enne che ancora non ha compiuto la scalata e secondo qualcuno non la compirà mai.

NEY NO REI Al partito dei bacchettat­ori moderati si è iscritto Scolari, ultimo c.t campione con la Seleçao. «Neymar è maturato e ovviamente è un ottimo giocatore, ma non è ai livelli di Cristiano e Messi, e non sarà mai come Pelè». Circola un video-montaggio di Neymar che torna a casa rotolando sul nastro dei bagagli, il Mundo Deportivo titola «Neymal», qualcun altro «Troppo teatro». Tite, confermato fino al 2022 nel frullatore della nazionale più venerata del globo, lo difende, mentre gli altri accusano lui di aver troppo adulato il reuccio invece di annotare gli atteggiame­nti negativi. «Era fuori da mesi, è tornato meglio di quanto credessi. Quanto ad intensità, nessuno gli si è avvicinato. Neymar è stato ottimo». Tutto il mondo parla di Ney, di quei 222 milioni che chissà se sono stati spesi proprio bene. Forse sono felici solo al Barça, perché a loro il corposo guadagno ottenuto anni fa resta (al Santos avevano pagato 57 milioni). Per il resto, una corrente vorticosa. Acqua da tutte le parti. Non viene neanche voglia di buttarsi.

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Neymar, 26 anni, attaccante del Brasile e del Psg GETTY IMAGES

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