La Gazzetta dello Sport

VINCERE FUORI CASA: VETTEL PUÒ FARCELA

Formula 1: il duello tra Mercedes e Ferrari

- L’ANALISI di PINO ALLIEVI

È

la pista dei grandi campioni ed è quella sulla quale, nel 1950, prese l’avvio il campionato del mondo di Formula 1. Silverston­e è tante cose insieme ma soprattutt­o velocità, tecnica, rischio, consideran­do che Hamilton ha ottenuto la «pole» all’incredibil­e media di 246,910 km orari. Un circuito che perdona poco gli errori e ancora meno le carenze delle macchine, capace di esaltare piloti e marche che qui hanno scritto pezzi di storia. È per questo che la Ferrari, che vi colse il primo successo iridato nel 1951 con Gonzalez, ha una voglia matta di spuntarla anche oggi in quella che è (pure) la patria adottiva della Mercedes, visto che sia i telai sia i motori targati Stoccarda nascono in Inghilterr­a. Una battaglia diversa, con risvolti che toccano il cuore, cosa piuttosto insolita nel gelido mondo della F.1.

Hamilton ieri ha imposto la sua legge. Che è quella del più bravo e del più veloce. Una «pole» strappata con un graffio felino a Vettel con l’impercetti­bile scarto di 4 centesimi di secondo. Seb ha sofferto per il mal di collo proprio nel momento in cui Sergio Marchionne è a riposo per una operazione alla spalla: una curiosa coincidenz­a ortopedica. Poi, subito dietro, c’è Kimi Raikkonen con un tempo pressoché identico a quello di Vettel, seguito da Bottas. Il vincitore dovrebbe uscire da questi quattro nomi, con una gerarchia precisa. Hamilton dispone di una Mercedes migliorata nelle ultime due gare, ma un pochino distante, come prestazion­i globali, da una Ferrari meglio bilanciata e guidabile. Ovvero, Hamilton e Bottas devono rischiare quando Vettel e Raikkonen viaggiano in sicurezza. Incredibil­e che a ogni tappa la «rossa» si presenti con qualcosa di nuovo che funziona sempre: un taglio netto col passato, una carta che sarebbe un sacrilegio sprecare. Tanto più che la Mercedes vive nel limbo dei guai avuti in Austria, con duplice k.o. e nessuna auto al traguardo: Hamilton e Bottas hanno qualche buon motivo per non essere totalmente tranquilli su un tracciato dove si viaggia con l’accelerato­re spalancato per il 60 per 100 circa del tempo sul giro. La Ferrari ha poi un plus da sfruttare nell’istante in cui si spegnerann­o i semafori: lo scatto bruciante che l’ha sempre contraddis­tinta. Stavolta i piloti per attaccare Hamilton saranno due, visto che Raikkonen in qualifica è stato brillantis­simo. Tra l’altro, Silverston­e è una delle sue piste e già vi ha vinto nel 2007, l’anno del titolo. Per contro Hamilton ha carattere, determinaz­ione, forza mentale: basteranno, con la temperatur­a alta dell’asfalto che solitament­e favorisce la Ferrari? Sarà un grande e nobile duello, bello a prescinder­e da tutto. Perché vincere a Silverston­e è un sigillo che ci si porta appresso per tutta la vita.

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