La Gazzetta dello Sport

Missile Rea, viaggia verso il quarto titolo

●Domina anche gara-1 a Misano e ora è a +80 punti sulla Ducati di Davies (2°) Le regole anti-Kawasaki non lo fermano

- Paolo Gozzi MISANO (RIMINI)

C’era una volta la Superbike del mucchio selvaggio, gli appassiona­ti impazzivan­o per quei piloti duri e un po’ folli che se la giocavano all’ultima curva fra scintille e carenate. Ricordi. Da quattro anni a questa parte l’unico che si diverte è Jonathan Rea. Con il missile Kawasaki ha vinto tre Mondiali di fila, il quarto è in arrivo. Il 31enne nordirland­ese ha dominato l’antipasto di Misano senza neanche un sorpasso: è scattato davanti («Ho cominciato con il Motocross, la partenza è la mia specialità»), ha preso il suo ritmo e gli avversari lo hanno visto col binocolo. Scattando dalla seconda casella correva il rischio di impantanar­si alla prima curva e magari trovarsi fra i piedi il compagno Tom Sykes, con cui si era scontrato, cadendo, due gare fa a Brno. Non l’aveva presa bene, il biondino nordirland­ese. Stavolta è partito a razzo e in trecento metri ha regolato i conti, infilandos­i per primo nell’imbuto iniziale e scappando via. Non ha strapazzat­o gli avversari, li ha presi alla gola come piace a lui, guadagnand­o 2-3 decimi a giro. Dev’essere frustrante farsi cucinare così. A Misano, dove nel 2009 aveva battezzato il primo successo ai tempi della Honda, ha raggiunto quota 63, portandosi a +80 punti di vantaggio sulla Ducati di un indomito Chaz Davies. Che scattando dalla terza fila ha fatto il massimo: cioè ha rimontato tutti i piloti normali. Quando ha superato l’Aprilia di Eugene Laverty il Cannibale era ormai un puntino lontano.

MALE MELANDRI Due Marche italiane sui gradini meno nobili del podio non hanno cancellato la frustrazio­ne per la giornatacc­ia di Marco Melandri, che proprio qui – un anno fa – aveva festeggiat­o la prima gioia con la Ducati. Fra motore rotto al mattino, qualifica indecifrab­ile (terza fila) e partenza a rilento, il ravennate non è riuscito a fare meglio di un anonimo settimo posto, dietro anche allo spagnolo Xavi Fores, con la Ducati privata del team Barni.

REMAKE? Sullo schieramen­to del secondo atto, oggi alle 13, Jonathan Rea verrà retrocesso in terza fila, come Davies e Laverty, per l’antisporti­va norma salva-show. In pole la Yamaha dell’olandese van der Mark, 4° in gara 1, con Melandri in 2° fila. «La prima curva sarà un inferno, su questo tracciato superare non è facile», ha minacciato il Cannibale. Due settimane fa a Laguna Seca, California, nelle identiche condizioni, ha impiegato solo cinque giri per spianarsi la strada. Rea correrà con la Kawasaki fino al 2020 compreso, quindi per gli avversari (piloti e Marche) sarà un’agonia lunga. Quest’anno il promoter Dorna ha provato a complicare la vita al vinci-tutto, togliendo 1100 giri motore, cioè 30 cavalli, alla Kawasaki. Le moto gemelle sono sparite, ma lui va più forte di prima.

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IPP Jonathan Rea, 31 anni, davanti a Tom Sykes e Chaz Davies

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