Fognini si arrende al numero 93 Vesely Gulbis doma Zverev
AP
Il muro è ancora lì. Un’insuperabile parete verde che una volta di più gli respinge le ambizioni verso il paradiso del secondo lunedì di Wimbledon: Fabio Fognini poteva diventare il primo italiano della storia a raggiungere gli ottavi in tutti gli Slam, uguagliando altresì (almeno virtualmente) con un successo la sua miglior classifica di sempre al numero 13. E invece il sogno evapora contro il ceco Vesely, 93 del mondo, con cui Fabio aveva vinto i tre precedenti, compreso il secondo turno qui dell’anno scorso.
OCCASIONI BUTTATE La chiave nel terzo set, dopo il tie break perfetto giocato dal mancino di Pribram (due ace e due rovesci sulla riga) e l’impetuosa risalita del nostro, accesa dalla ritrovata capacità di leggere il pungente servizio dell’avversario e quindi di martellarlo nei colpi a rimbalzo: Fogna non sfrutta sette palle break e alla prima occasione contraria, nel sesto game, viene punito. Ne avrà altre sei, sempre sfumate, nel quarto, dove però un avvio tragico lo condannerà a prescindere dalle occasioni: «Troppe opportunità non colte soprattutto su questa superficie, a questi livelli non te lo puoi permettere. Se non ne approfitti poi paghi, non c’è niente da fare». Un’amara lezione imparata sulla sue pelle anche da Sascha Zverev, avanti due set a uno e poi soffocato dal ritorno di Gulbis, a conferma di una fin qui conclamata incapacità di gestire il turbinio soprattutto mentale delle partite tre su cinque. L’ineffabile lettone, invece, ormai riappare e scompare come la fenice, marito e papà amorevole dopo gli eccessi giovanili, ma il talento, quando ha voglia, è sempre sopraffino. Non ha paura di sporcarsi le mani nelle qualificazioni (è 138) e ripete spesso che potrebbe smettere da una mattina all’altra quando si sveglierà senza più stimoli: ma intanto si concede 61 vincenti. Resta con noi, Ernests.