La Gazzetta dello Sport

Batte Sagan e Kittel «Qui gli sprint sono pazzia»

●Il colombiano, 23 anni: «È la maglia più importante che abbia mai indossato» L’ultimo in giallo è stato Peña nel 2003

- INVIATO A FONTENAY-LE-COMTE ci. sco.

«Una giornata così puoi sognarla, ma non immaginarl­a fino in fondo. Non puoi prevedere come sarà finché non la vivi». Che storia, quella di Fernando Gaviria: prima tappa del primo Tour della vita, successo e maglia gialla. Meglio anche del tri-campione del Mondo Peter Sagan, ieri secondo: lo slovacco vinse nel 2012 la prima tappa in linea della vita disputata al Tour, ma il giorno prima c’era stato un prologo e non prese il primato. Una vittoria così mancava da 14 anni: nel 2004 ci era riuscito Cancellara nel prologo di Liegi.

SACRIFICI «Per vedere il Tour da piccolo – racconta il 23enne colombiano della Quick Step – anticipavo l’allenament­o per poter rientrare in tempo e vedere i finali delle tappe. Non mi piaceva alzarmi prima, ma ne valeva la pena». Sul podio si è messo sull’attenti e lo ha fatto per il compagno di squadra belga Iljo Keisse, che all’ultimo momento ha dovuto saltare il Tour per problemi fisici. La storia fa compagnia a Fernando, predestina­to fin dai precoci titoli mondiali – 2 – nell’Omnium in pista e l’anno scorso protagonis­ta al Giro con 4 successi: l’altro colombiano a vestire il giallo al Tour era stato Victor Hugo Peña (2003). Paradosso, nel giorno in cui i connaziona­li Quintana e Bernal si sono staccati: scalatori idoli del suo Paese come Herrera, Parra e lo stesso Quintana (che però ha ancora tempo) a vestire il simbolo del primato qui non ci sono mai arrivati. «Ci voleva uno che sfatasse questa maledizion­e».

PROVE Gaviria aveva fatto già capire le proprie intenzioni vincendo lo sprint intermedio del gruppo, che Sagan non aveva disputato: «Come si fanno al Tour, è una pazzia. Sembra che sia l’arrivo della tappa, una cosa mai vista! Ho deciso di disputarlo perché volevo provare le forze. Ma il favorito per la maglia verde della classifica a punti rimane Peter, decisament­e». Curiosità: i due hanno lo stesso manager, l’olimpionic­o della pista a Barcellona 1992 Giovanni Lombardi. Fernando ieri ha calato l’asso di uno sprint perfetto, nonostante una punta di velocità massima (61,9 km) inferiore a quella dei rivali Sagan (63,5) e Kittel (65,2). E ha dato alla Quick-Step Floors il 48° successo del 2018: Sky, seconda, è a 30.

GIOCO «Questa è la maglia più importante che abbia mai indossato, si sente che il Tour è differente da tutto il resto», chiosa Fernando. Il pistard Fabian Puerta è suo cognato, ha sposato la sorella Juliana. «Porterà il leoncino di pelouche per la maglia gialla a suo nipote Maximilian­o?». «Questo no. Ma spero di averne almeno un altro. E sarà per lui». ● Le vittorie dei corridori colombiani al Tour: il primo fu Luis «Lucho» Herrera nel 1984 in cima all’Alpe d’Huez. Herrera vinse due tappe anche nel 1985.

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Fernando Gaviria, 23 anni, batte l’iridato Sagan e Kittel BETTINI

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