Il segreto: 8 anni di rivoluzione
●Marotta, Paratici e un mercato in crescita costante. Da Krasic 2010 a Cristiano 2018
Cristiano, più che una ciliegina, è la macedonia più cara del mondo: non completa la torta juventina, la cambia completamente. Eppure, in questi giorni in cui CR7 cancella tutti i pensieri, è giusto guardare il quadro completo: la Juventus si è messa nelle condizioni di poter prendere il più forte con un percorso lungo otto anni. Andrea Agnelli è diventato presidente nel 2010 e ha scelto subito Beppe Marotta e Fabio Paratici come responsabili del mercato. Pavel Nedved, prima consigliere, poi vicepresidente, li ha affiancati con un ruolo più defilato ma strategico. Insieme hanno costruito una squadra con un percorso unico o quasi. Il Real vive storicamente dei colpi milionari del suo presidente. Il City e il Psg hanno messo campioni uno sopra l’altro, spesso disordinatamente. Il Barça è diventata una squadra-icona con un mix tra giocatori del vivaio (Messi, Xavi, Iniesta) e grandi acquisti: Neymar, Suarez, Coutinho.
LA STRATEGIA La Juve no, ha seguito una via differente. Detto per slogan: politica dei piccoli passi. In sostanza: acquisti sostenibili, inizialmente affari a medio e basso costo - i più difficili per coefficiente di difficoltà - e più recentemente qualche strappo multimilionario. Sempre con attenzione ai parametri zero. La Juventus di Agnelli non ha praticamente mai avuto un giocatore del vivaio tra gli uomini decisivi: Marchisio e Giovinco nel 2010 erano già uomini, Immobile si è affermato altrove, Kean e Caligara - gli ultimi talenti molto attesi - sono meno considerati oggi di un anno fa. Eppure la Juve è cresciuta e a distanza di otto anni è passata da un mercato con Krasic-Martinez-Pepe-Storari-Bonucci-Motta-Aquilani-Quagliarella-Traoré-Rinaudo (più Lanzafame, prodotto delle giovanili tornato a casa) a Cristiano Ronaldo. Quel mercato del 2010 è diventato simbolico e oggi quasi nessuno ricorda che in quell’estate arrivò Bonucci, colonna per sei scudetti. Tutti la considerano come uno scivolone iniziale, a cui sono seguiti anni di grandi affari.
LA SVOLTA Marotta e Paratici un anno dopo hanno accelerato e da lì in poi hanno sbagliato poco. Nell’estate 2011, quella di Conte, la Juve ha messo le marce alte. Pirlo a parametro zero e Vidal per poco più di 10 milioni. A complemento, Vucinic e Lichtsteiner. Con un mercato così, Eljero Elia si perdona volentieri. I campioni, da quell’anno, non sono mai mancati. Quasi tutti a basso costo. Nel 2012 Pogba, pagando solo le commissioni per Raiola, nel 2013 Tevez per 9 milioni più bonus, nel 2014 Morata, nel 2015 Dybala (più Alex Sandro, Cuadrado, Khedira e Mandzukic), nel 2016 Higuain, Pjanic, Benatia e Dani Alves, nel 2017 Douglas Costa (operazione da 46 milioni totali) e Matuidi. L’elenco impressiona, anche perché i costi spesso sono stati molto contenuti. Matuidi a 20 milioni più bonus, rivisto un anno dopo, è un affarone. Pjanic a 32 una potenziale maxiplusvalenza. Le delusioni (Romulo? Howedes? Ogbonna?) sono in larghissima minoranza.
LE PUNTE Marotta e Paratici negli anni hanno sviluppato una rete di contatti e una modalità operativa. Spesso portano avanti diverse trattative in parallelo e scelgono con calma. In altre situazioni riescono a chiudere in fretta, prima che altre squadre si organizzino. L’evoluzioni degli attaccanti più usati dalla Juventus spiega il progresso senza commenti. Serie A 2010-11: Iaquinta, Quagliarella, Matri e Toni, più Del Piero. Serie A 2011-12: Vucinic, Matri, Quagliarella e Borriello, più Del Piero. Serie A 2012-13: Giovinco, Vucinic, Quagliarella e Matri. Serie A 2013-14: Tevez, Llorente, Giovinco e Quagliarella. Serie A 2014-15: Tevez, Llorente e Morata. Serie A 2015-16: Dybala, Morata, Mandzukic e Zaza. Serie A 2016-17 e 2017-18: Higuain, Mandzukic, Dybala. Serie A 201819: Cristiano Ronaldo.
Pogba, Tevez, Pirlo, Vidal, Dani Alves: quanti colpi a parametro zero oppure in saldo
La Juve ha creato una modalità nelle trattative. E anche senza fenomeni dal vivaio, vince