CROAZIA DA SBALLO
Perisic e Mandzukic, gol storici Finale domenica contro la Francia
La prima volta che non si scorderà mai. La Croazia dei talenti folli, quelli che ti fanno delle partite strepitose e quella dopo non li riconosci. Quelli che a volte giocano da soli e che prima o poi un attacco di rabbia li rovina. Beh, quelli lì sono diventati una squadra di alunni diligenti, che si sacrificano, s’aiutano a vicenda e, incredibili, non perdono mai la testa: recuperano, vincono ai rigori, vincono nei minuti finali. Concentrati dal primo all’ultimo minuti. Zlatko Dalic ha fatto il miracolo, aiutato anche dal rigore tattico made in Italy: la vittoria storica è firmata in toto dagli interisti Perisic e Brozovic e dallo juventino Mandzukic. L’entusiasta presidente della Croazia Kolinda Graber, dopo aver regalato le maglie della Croazia alla premier Theresa May, ne prenderà una e la userà come pigiama. Mick Jagger in tribuna, invece, dovrà scegliere una canzone triste per la nottata. Croazia per la prima volta in una finale mondiale, chi avrebbe mai detto a metà giugno? Football it’s coming home ma non voleva l’Inghilterra. Nemmeno la maledizione sfatata dei rigori ha potuto. Ora ci sarebbe da sfatare quella delle semifinali: perché i Leoni ne hanno perse 4 su 5. Comunque Southgate può essere soddisfatto: ha dato all’Inghilterra un’identità e una rinnovata fiducia. E ora via libera ai sogni della Croazia, anche se la Francia è un’altra cosa.
LA CHIAVE Niente da dire: in finale va chi ha meritato di più. E l’apparenza ha ingannato. Dopo 5 minuti l’Inghilterra è andato in vantaggio come suo solito: su palla inattiva (9° gol da fermo su 12 totali). Una pennellata su punizione di Trippier che sta meritandosi l’appellativo di nuovo Bechakm che gli hanno dato in patria. Il gol veloce dell’esterno ha per forze di cose spostato la partita su altri piani, con la Croazia che doveva reagire. Invece l’Inghilterra teneva bene il campo e gli avversari. Modric e compagni sembravano pagare i doppi straordinari di ottavi e quarti. Squadra lunga, centrocampo basso, i due fenomeni che facevano fatica a costruire azioni decenti, mentre l’Inghilterra ripartiva facile con palle lunghe a Sterling o appoggiandosi a Henderson e Dele Alli. Per fortuna croata, Kane era in sonno. Aveva l’occasione del raddoppio quando, servito in area da Dele Alli, ha tirato addosso a Subasic e poi colpendo il palo. Il guardalinee aveva alzato la bandierina ma se avesse segnato di sicuro sarebbe intervenuta la Var perché non sembrava proprio in fuorigioco. L’Inghilterra ha commesso l’errore fatale di pensare che fosse tutto facile, invece nella ripresa la Croazia è salita di tono, ha alzato il baricentro e Modric ha cominciato a giocare. Soprattutto si è scatenato Perisic che dopo un paio di tentativi ha pareggiato il conto alla Bruce Lee: spaccata ad anticipare Walker su cross di Vrsaljko: un gol targato Inter. L’Inghilterra ha reagito come un pugile colpito da un pugno d’incontro: un po’ suonata e ha rischiato di brutto in contropiede come testimonia il palo di Ivan il terribile. Son usciti anche limiti tecnici di palleggio, soprattutto dalla cintola in su, mentre i croati mettevano in campo più esperienza e più qualità.
E POI SUPERMARIO Southgate aveva speso Rashford per Sterling che si era via via spento per avere più fantasia, poi con altri cambi ha provato a dare una sferzata di energia ma nei supplementari la bilancia pendeva per i croati, che sembravano aver dimenticato le fatiche precedenti: più reattivi su ogni palla. Più decisi nelle ripartenze a campo ormai allungato per tutti. Ma la prima (e unica) occasione l’hanno avuta gli inglesi con Stones. Vrsaliko ha respinto sulla linea la sua zuccata. Poi è venuta fuori l’essenzialità di super Mario che, servito da Perisic con un colpo di nuca, di controbalzo ha messo in ginocchio Pickford e tutta l’Inghilterra. Ora sotto con la Francia: servirà un miracolo. Ma la storia ne è piena.
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IL NUMERO i gol di Manduzkic in nazionale, è secondo in Croazia solo a Davor Suker a quota 45 reti