La Gazzetta dello Sport

STOP AGLI SPOT DELLE SCOMMESSE CAIRO: UN ERRORE

●«Sono stupito dall’attenzione posta sulla pubblicità del gioco on line: è un’attività già controllat­issima...»

- Gabriella Mancini MILANO

Alla presentazi­one dei palinsesti di La7 («stagione record») ha detto: «Io avrei fatto il contrario rispetto al governo. Per il gioco online meglio più regole di questi paletti»

Grande entusiasmo alla presentazi­one della nuova stagione di La7, la television­e che cresce di più in assoluto nel panorama italiano e Urbano Cairo si concede come sempre alla raffica di domande dei giornalist­i snocciolan­do numeri, curiosità e conduttori nella sala del «Four Season», hotel nel quadrilate­ro della moda milanese. Non solo programmi e novità, il presidente di Rcs MediaGroup e del Torino ci tiene a chiarire il suo punto di vista quando il discorso si sposta sulla nuova norma contenuta nel Decreto Dignità che vieterà di pubblicizz­are il gioco d’azzardo in television­e. Una norma che ha scatenato un putiferio tra i mass media, in particolar­e i broadcaste­r. Cairo non usa perifrasi, il suo commento è netto. Più regole e meno paletti. «Mi sono stupito del decreto che pone l’attenzione sulla pubblicità del gioco on line – dice Cairo –: rappresent­a il 7 per cento delle scommesse che si fanno in Italia. È un’attività controllat­issima per evitare problemi a chi gioca e il governo che cosa fa? Interviene sull’unica cosa che, se fosse per me, sarebbe invece da sviluppare…».

Lei che cosa farebbe?

«Il contrario di ciò che ha fatto il governo. È sul 93 per cento che andrebbero adottate delle regole, non bloccare la pubblicità sul giro di scommesse on line, sotto gli occhi di tutti. È una mossa che non capisco. Fosse per me aumenterei quel 7 per cento di scommesse on line, se diventasse il 20 per cento forse sarebbe meglio. È molto più utile avere un gioco controllat­o e inserire anche regole in più che stoppare la pubblicità».

Su La7 ci sono molti spot dedicati al gioco on line?

«Abbiamo numeri minimi – aggiunge il presidente di Cairo Communicat­ion – non è un problema. C’è il back sponsor del Torino che potremmo tranquilla­mente sostituire con un altro. Io lo dico soprattutt­o come tema sociale, credo che sia positivo per tutti scommetter­e seguendo delle regole che tutelano il gioco. È sulla parte off line che si dovrebbe invece intervenir­e con attenzione per combattere comportame­nti compulsivi e ludopatie che sono sempre più diffusi. Non è una questione economica che mi spinge a parlare di questi temi, piuttosto l’idea che si stia agendo su una questione importante in maniera sbagliata».

Passiamo al Torino: un primo punto sul mercato?

«Stiamo portando avanti una campagna acquisti importante visto che abbiamo rinforzato la difesa con Izzo e Bremer, un giovane difensore centrale brasiliano di cui tutti mi dicono gran bene. Accanto a lui rimangono N’Koulou, ovviamente Moretti, Lyanco tornerà dall’infortunio che lo ha tenuto a lungo lontano dai campi di gioco, e abbiamo Bonifazi. Sei giocatori più qualche giovane. Sono soddisfatt­o».

E a centrocamp­o?

«Abbiamo preso il francese Meité dal Monaco, i miei osservator­i dicono che ha qualità eccellenti. Poi è ritornato Lukic dal Levante, un giovane serbo sul quale abbiamo riposto molta fiducia. Ci sono quindi Baselli, Rincon, tanti altri, lo stesso Ljajic che può giocare a centrocamp­o: è una formazione molto ricca».

In attacco Niang rimarrà?

«Non ha chiesto a nessuno di andare via, è in vacanza per riposarsi dopo il Mondiale in Russia. Giocando da punta ha dimostrato un grande valore».

Per il resto tutti confermati…

«Sì, abbiamo tenuto anche Belotti, Iago Falque, Edera, un altro giovane che ha ottime prospettiv­e. Abbiamo confermato Berenguer, c’è Boyé… e la rosa è ancora da affinare».

Quando la prossima mossa?

«Dipenderà molto dalle uscite, stiamo pensando di intervenir­e sugli esterni. Vedremo».

È pentito di non avere ceduto Belotti l’anno scorso?

«Eh, potevo venderlo – sorride – ma va bene così. Lui è sereno e carico per la prossima stagione».

Che ne dice dell’arrivo di Cristiano Ronaldo alla Juventus?

«Parliamo di La7 e non di CR7. Scherzi a parte, è un acquisto importante per la Juventus e per il campionato italiano che sarà illuminato da un campione come lui. Ma ricordiamo­ci che le partite partono tutte da 0-0».

Il campionato si annuncia entusiasma­nte quest’anno.

«Sì, non vedo l’ora che cominci».

Al Mondiale per chi ha tifato?

«Tifo è una parola grossa, però avevo pronostica­to la finale Belgio-Croazia. Ci sono andato molto vicino, visto che il Belgio è arrivato in semifinale».

Quindi per la finale contro la Francia sta con la Croazia?

«Beh, sarebbe bello vedere una Nazione di poco più di quattro milioni di persone che vince il Mondiale. Sarebbe un fatto sorprenden­te che testimonia ancora una volta che nel calcio nulla è scontato».

BELOTTI È SERENO E CARICO PER LA PROSSIMA STAGIONE

IL PRESIDENTE GRANATA SUL CENTRAVANT­I AZZURRO

SU INTERNET SOLTANTO IL 7% DELLE SCOMMESSE IN ITALIA

È SUL RESTANTE 93% CHE OCCORRONO REGOLE MOLTO RIGIDE

E NON È UNA QUESTIONE ECONOMICA CHE MI SPINGE A PARLARE

SUL MERCATO «Sono soddisfatt­o di quanto fatto ma stiamo pensando di intervenir­e sugli esterni: dipenderà dalle uscite...» CR7 ILLUMINERÀ IL CAMPIONATO, MA IN CAMPO SI PARTE SEMPRE DA 0-0

IL PRESIDENTE GRANATA SU CRISTIANO RONALDO

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LAPRESSE Urbano Cairo è nato a Masio (Alessandri­a) il 21 maggio 1957
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