La Gazzetta dello Sport

Antonio paga le tensioni con la zarina del boss Ora è sul mercato e attende la chance giusta

- CORRISPOND­ENTE DA LONDRA bold

Antonio Conte saluta il Chelsea a testa alta: una Premier e una Coppa d’Inghilterr­a sono il frutto del lavoro di due stagioni. Il campionato 2016-2017 vinto a sorpresa va considerat­o il capolavoro della sua carriera: portare una squadra dal decimo posto del torneo precedente al trionfo è stato un successo straordina­rio. La Fa Cup conquistat­a il 19 maggio 2018 è stata la migliore impresa possibile dopo mesi di conflitti con i vertici del club, l’esonero sfiorato in un paio di occasioni, la marcia in Champions terminata negli ottavi sotto i colpi di Barcellona e una squadra che, alle prime difficoltà, si è spaccata in due. Pro e contro l’allenatore. Una costante nel calcio.

GIOSTRA Ed è una costante anche la precarietà del Chelsea, la squadra più imprevedib­ile e turbolenta tra le big della Premier. Roman Abramovich acquistò i Blues nel 2003 e da allora è partita la giostra dei manager: Claudio Ranieri, José Mourinho, Avram Grant, Felipe Scolari, Guus Hiddink, Carlo Ancelotti, André Villas-Boas, Roberto Di Matteo, Rafa Benitez, di nuovo José Mourinho, ancora Guus Hiddink e Antonio Conte.

NUMERI Conte saluta a testa alta non solo per i due trofei, ma anche per una media-vittorie in Premier del 67,1% che lo vede al secondo posto in assoluto dietro a Pep Guardiola, in testa con il 72,8%. La rabbia, l’orgoglio e la profession­alità hanno permesso al tecnico pugliese di attraversa­re le tempeste del secondo anno e di chiudere l’avventura al Chelsea con il trionfo nella finale di FA Cup contro il Manchester United di Mourinho. L’addio, annunciato da mesi, è maturato solo ora, con la coda di una settimana di lavoro in questo avvio di stagione dei Blues, nel quale anche i sassi sapevano che sarebbe sbarcato Maurizio Sarri.

SCONTRI Conte paga gli scontri con Marina Granovaska­ia, braccio destro di Abramovich nella gestione dei Blues: la rottura è stata provocata dalle politiche di mercato, anche se la frattura vera e propria si è verificata con il famoso sms inviato dall’allenatore italiano a Diego Costa nell’estate 2017 per liquidare il centravant­i spagnolo. La profezia di Conte al via della scorsa stagione è stata azzeccata: «Sarà la più difficile della mia carriera».

Ora Conte tornerà in vacanza e attenderà il corso degli eventi. Le super panchine sono occupate da colleghi illustri, ma gli sviluppi in atto in altri club potrebbero aprire fronti interessan­ti. Un nome su tutti: il Milan. Conte non ha però preclusion­i: estero o Italia, purché sia una società competitiv­a, con un progetto chiaro e in sintonia con l’allenatore.

●Conte e Marina Granovaska­ia, due tipi inconcilia­bili. La spaccatura mai ricomposta dell’sms a Diego Costa

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Antonio Conte, 48 anni

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