La Gazzetta dello Sport

PASSIONE CR7 «Pil in crescita e fiducia» Torino è già impazzita per il «suo» Cristiano

●Albergator­i e commercian­ti in estasi per l’effetto-Ronaldo sul turismo: «La nostra città si riempirà ancora di più, sarà come una mostra permanente»

- Filippo Conticello INVIATO A TORINO

Tra gelati, cocktail, focacce e pizze, l’ingorda Torino si sta abbuffando. Mastica piano Ronaldo. Lo assapora da giorni, ma lo digerirà nel tempo: per una città abituata a cambiare pelle senza mai smarrire se stessa, l’arrivo del portoghese è l’ennesima rivoluzion­e del costume. La più grande degli ultimi tempi. Cristiano dà (visibilità) e riceve (attenzioni). Cambia gli orizzonti del presente, trasforma le stime per il futuro. Ci sarà tempo per i calcoli esatti di sociologi ed economisti: anche ai meno prudenti, serve un po’ più di tempo per immaginare l’impatto portoghese. Ma, ancora prima di parcheggia­re l’astronave, questo marziano ha già cambiato l’umore di tanti. Per questo in città i commercian­ti, tutti immersi in un curioso stato di euforia, sono d’accordo: «Un fenomeno così produce diversi punti di Pil per il territorio e un+5-10% di presenze turistiche», concordano le associazio­ni di categoria. Tradotto: tra negozi, bar, ristoranti e alberghi, gireranno molti più quattrini. Quanti, non si sa ancora, mentre si può essere più precisi su un’altra forma di Prodotto interno lordo: «Il Pil della fiducia, l’entusiasmo delle persone, la voglia della gente di cogliere al volo questa opportunit­à è più 100, forse più 1000%», scherza Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Torino, associazio­ne dei commercian­ti. È in vena di paragoni, invece, il suo collega Vincenzo Ilotte, presidente della Camera di commercio cittadina: «C’è qualcosa di piemontese anche in Cristiano che è un lavoratore instancabi­le: lui non si troverà mai male tra di noi, gente operosa...».

FEBBRE JUVE C’è parecchia Juve nella primavera di Torino: la città avrà pure i suoi guai ma, è cosa nota, è rifiorita da oltre un decennio. In epoca post-olimpica, oltre agli eventi artistici e culturali, è spesso stato l’Allianz Stadium a trainare il turismo. In coincidenz­a di ogni partita dei bianconeri, anche non di cartello, cresce la percentual­e di occupazion­e delle camere d’albergo e c’è un robusto segno «+» anche nei prezzi delle stanze e nei ricavi medi. I conti li ha fatti la Camera di Commercio accendendo un faro sull’anno 2017, così l’occhio è caduto su molte partite della stagione appena passata. Ad esempio, quando è arrivato l’Olympiacos in Piemonte per la Champions, l’occupazion­e delle camere ha toccato il 98,2%, +18,3 rispetto allo stesso 27 settembre dell’anno prima. Curioso che con l’arrivo di Messi per Juve-Barcellona, a novembre, ci si sia «fermati» all’86,6 (+3,2%). Adesso, però, con Ronaldo pronto a esultare, tutti sono convinti di salire nelle percentual­i: non dovrebbe esserci più posto per uno spillo, né all’Allianz né negli alberghi intorno. Anzi, le prime stime immaginano strutture piene anche nei giorni senza partite: «Questa è diventata la città di Ronaldo: è come si ci fosse una grande mostra permanente che tutti vogliono visitare – aggiunge Giancarlo Banchieri, presidente degli albergator­i di Torino –. Già oggi tutti i tour turistici passano dall’Allianz, ma questo meccanismo può esplodere con un campione di questo livello come traino: un passaggio al museo e allo Stadium sarà sempre più sganciato dalla partita».

CRISTIANO DA BERE Non è svanita quella leggerissi­ma euforia in una città da sempre attenta a non scomporsi: l’algida Torino si è spettinata giorni fa e non è ancora tornata alle vecchie, sobrie abitudini. A lungo, ad esempio, è andata avanti la psicosi dell’avvistamen­to: prima dell’ufficialit­à, la gente vedeva spuntare Cristiano sotto ai portici, seguiva le auto blindate lungo i boulevard francesi. Qualche sognatore pensava pure di offrirgli un «bicerin» nei bar della Real Casa. Adesso che esiste un giorno concordato per lo sbarco, seppure senza festa, i torinesi hanno tradotto la febbre in beni di consumo: al Picchio, ristorante caro a molti giocatori e non distante dallo stadio Grande Torino, si sfornano pizze co un numero 7 farcito tra olive e pomodori. Per il dessert, spostarsi in centro: nella gelateria Miretti, in corso Matteotti, si fa la fila per il cono CR7 a base di fior di latte mescolato a un liquore di amarene tipico del Portogallo, la Ginjinha. Dopo cena allo Snodo, nelle Ogr, si beve «Porto a Torino», un cocktail di Porto, Punt e Mes, acqua tonica più una fogliolina di menta. Insomma, vino portoghese e vermouth piemontese, l’accoppiata che non dispiace a Massimilia­no Allegri. Tra questi i tavoli, però, dovrà sedersi presto nuova gente richiamata da una sirena da 100 milioni. Ecco la sfida di una città che vuole la Champions oltre all’Olimpiade: «Il tifoso deve diventare turista e il turista magari diventerà tifoso. Adesso il brand Torino sarà sempre più globale, entrerà in circuiti che non immaginava­mo: per questo mi piace pensare a Ronaldo all’interno del nostro sistema museale», aggiunge Daniela Broglia, direttrice di Turismo Torino. Come dire, cercate pure l’oro dei faraoni nel Museo Egizio, scovate la magia del cinema nella Mole Antonellia­na, ma ricordate che alla Continassa si allena l’atleta perfetto.

APPEAL In questi tempi di umore grigio serviva questa scarica di buonumore: per strada, dove non esiste altro argomento, pare che il numero di sorrisi sia aumentato tra i timidi torinesi. CR7, in fondo, ha accesso i riflettori del mondo sulla vecchia città sabauda, con troupe televisive da ogni parte indaffarat­e nella ricerca della futura villa di Cristiano. Anche per questo, il colpo del secolo per Ilotte e per la Camera di Commercio è «un toccasana, un cambio per la storia commercial­e di Torino«. Certo, in passato ci sono state altri momenti di febbre collettiva, lunghi giorni in cui i riflettori del mondo si sono accesi, ma forse non esiste un caso simile a questo: «L’Olimpiade durava un periodo di tempo limitato, qui tutto sarà molto più lungo: Ronaldo non cambia la struttura urbana, ma dà più appeal a tutto ciò che lo circonda». Attorno a questa notizia, inizia quindi la partita della città: tra economia e turismo, serve l’applicazio­ne e l’ambizione di Cristiano. Poi, quando Torino finirà di spolpare Ronaldo, sarà di certo sazia e, magari, più ricca.

ACCOGLIENZ­A Pizze, coni gelato, cocktail: i commercian­ti lo hanno già adottato

L’euforia ricorda quella dell’Olimpiade 2006. Ma stavolta durerà molto di più

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