Pressing, sacrificio, amore per la maglia È la Roma di DiFra
tecnico vuole che tutti i giocatori siano disponibili con i tifosi e che gli stranieri parlino la lingua italiana
Lavoro e sacrificio. Ma non solo, perché poi ci sono le regole, l’alimentazione, l’attaccamento alla causa e tutto il resto. Insomma, da un po’ il manifesto di Di Francesco è chiaro a tutti a Trigoria ed è fatto di 10 punti. In tutto 10 comandamenti, quelli che il tecnico della Roma ritiene fondamentali per far bene nel corso di una stagione. Che poi forse è anche per questo che l’empatia col d.s. Monchi è massimale, perché i concetti sono sostanzialmente gli stessi («Lavoro e collettivo», diceva solo qualche giorno fa il d.s. giallorosso).
1) LAVORO DiFra vuole sempre massima applicazione in ogni esercitazione. «Le gare si vincono durante la settimana. Come ci si allena a Trigoria, poi si gioca» è il suo mantra. In questi giorni spinge sull’acceleratore sulla pressione alta e sul togliere spazi e idee dal fondo agli avversari. «Così ce li mangiamo», l’indicazione in una seduta.
2) SACRIFICIO Altro aspetto è la capacità di sapersi sacrificare. Che tu sia Pastore o Manolas non conta. Conta che abbia la voglia di buttare sul campo fino all’ultima goccia di sudore. «L’obiettivo era prendere giocatori che aggiungessero qualità e qualche gol – ha detto un paio di giorni fa –. Con la continuità negli allenamenti porteremo anche loro a potersi sacrificare. Nel calcio servono entrambe le cose».
3) ATTACCAMENTO ALLA MAGLIA Per raggiungere i traguardi bisogna anteporre l’interesse generale a quello individuale. Il singolo da solo non conta, la squadra sì. «Nel prendere i calciatori quest’anno abbiamo valutato anche la persona, per avere un gruppo unito, con disponibilità e col senso del sacrificio – le sue dichiarazioni sempre due giorni fa –. Si parla di senso di appartenenza, amare la maglia è fondamentale».
4) PROFESSIONALITÀ Vivere tutto con impegno e concentrazione massimale. «Gli atteggiamenti giusti sono indispensabili, anche negli allenamenti, perché aiutano nella convivenza ed a generare entusiasmo».
5) RISPETTO DELLE REGOLE
Stare in un gruppo vuol dire saperci vivere dentro, rispettando il prossimo come fossi te stesso. «Si parte sempre da qui, dalle regole. Ma queste se le danno tutti, il difficile è farle rispettare per essere credibili. Il regolamento interno lo scrivono i ragazzi, mi piace responsabilizzarli. Poi io lo leggo e al massimo aggiungo o cambio qualcosa».
6) LINGUA UNICA Su un altro aspetto non si transige: tutti devono parlare l’italiano, la lingua aiuta nei rapporti interpersonali. Ünder lo scorso anno ha cambiato passo quando ha iniziato a capire qualche parola in più. Quest’anno gli hanno tolto il traduttore personale, a Karsdorp è stato chiesto di fare presto dei sensibili passi avanti.
7) RIPOSO Per rendere bisogna saper riposare. Ecco perché per DiFra è basilare massimizzare l’efficienza delle pause ed ecco perché ritiene che la vita esterna per un giocatore conti esattamente come quella interna. «Bisogna essere professionisti dentro Trigoria, ma soprattutto fuori».
8) ALIMENTAZIONE Mangiare e bere bene è strategico per ottimizzare il rendimento del corpo. Per questo ora c’è anche la nutrition station. «I giocatori ogni mattina si pesano e fanno un test dell’urina – dice Guido Rillo, il nutrizionista –. Così valutiamo l’idratazione e la composizione corporea. Ogni giocatore ha una dieta personale. Il nemico è l’alcool, non un dolce o il fast food».
9) RAPPORTI CON I TIFOSI Di Francesco vuole massima disponibilità nel rapporto con la gente. «Ai miei giocatori dico sempre: il brutto sarà quando un tifoso non vi riconoscerà o non vi chiederà più un autografo o una foto, non quando vi ferma per averli». Il concetto è: siete persone normali e fortunate, non dimenticatelo mai.
10) CURA DEI SOCIAL Infine, i social network. Il tecnico giallorosso non vuole eccessi, nel rispetto della policy aziendale. Dopo le «avventure» dello scorso anno di Nainggolan, DiFra ha fatto sapere a tutti che gradisce una condotta diversa. Vanno bene i social, ma senza esagerare.