La Gazzetta dello Sport

PERCHÉ IL FOOTBALL NON TORNA A CASA

Mondiale: gli inglesi eliminati devono ancora crescere

- L’ANALISI di STEFANO BOLDRINI

Il viaggio del calcio verso casa si è fermato in Croazia: il 2-1 della nazionale di Zlatko Dalic nella semifinale di Mosca ha messo fine al tormentone iniziato al triplice fischio di Inghilterr­aSvezia. Il copyright di «Football’s coming home» non ha avuto la firma di uno qualsiasi: è stato il principe William, presidente onorario della federazion­e di Londra, a coniare lo slogan. Per quattro giorni nell’intero Paese la gente, incontrand­osi per strada, ha ripetuto il mantra: «Football’s coming home». La Croazia ha interrotto il viaggio. Il sogno di approdare alla finale mondiale dopo 52 anni è saltato per aria, insieme agli ettolitri di birra lanciati verso il cielo dopo il gol di Trippier dai tifosi riuniti a Hyde Park di fronte ai maxischerm­i.Non sappiamo quanto abbia pesato nella sfida di Mosca la presunta supponenza denunciata da Luka Modric: «Per i media inglesi la loro nazionale sembrava già in finale. Questo atteggiame­nto ci ha dato un carica in più». La banda di Southgate si è fermata davvero sul più bello: mai come stavolta i «maestri» sono andati vicino alla Coppa, dopo il trionfo del 1966. Così non è stato e adesso dovranno accontenta­rsi del terzo o quarto posto nella finalina di domani, ma la domanda, dopo il k.o. di mercoledì, è pertinente: che cosa non ha funzionato? Non ha funzionato sicurament­e la Croazia: ha dimostrato di giocare meglio a calcio. L’Inghilterr­a non è più la nazionale del 4-4-2 e del credo «palla lunga e cross», ma la traversata verso il nuovo non è ancora completata. Southgate ha lavorato benissimo, manca però l’ultimo step: saper affrontare, con lucidità, le difficoltà. La Croazia ha messo a nudo questo limite: nella bufera, i giocatori inglesi perdono sicurezza e tornano a essere quelli di sempre. Serve altro tempo per completare la crescita e la Football Associatio­n è disposta ad aspettare: a Southgate sarà prolungato il contratto fino al 2022. Russia 2018 ha rappresent­ato per l’Inghilterr­a una tappa fondamenta­le: il Mondiale ha riportato entusiasmo attorno alla nazionale, recuperand­o il rapporto con i tifosi dopo tante delusioni. Gli oltre 26 milioni di audience della semifinale con la Croazia, trasmessa da ITV, ai quali bisogna aggiungere chi ha seguito la sfida attraverso social e telefonini, dimostrano che la nazione ha abbracciat­o con passione la squadra. Gli applausi e i cori prolungati dei fan dopo il k.o. di Mosca sono una medaglia. Ora è però opportuno fare un minimo di autocritic­a e ripensare alla sconfitta con la Croazia. L’1-1 di Perisic ha mandato in tilt gli inglesi. Sono spariti dal campo. Per vincere e riportare il football a casa servono maggiore forza morale nei momenti critici e un pizzico di umiltà in più. Il football moderno è nato in Inghilterr­a, ma c’è chi lo gioca meglio. I croati, ad esempio.

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