PERCHÉ IL FOOTBALL NON TORNA A CASA
Mondiale: gli inglesi eliminati devono ancora crescere
Il viaggio del calcio verso casa si è fermato in Croazia: il 2-1 della nazionale di Zlatko Dalic nella semifinale di Mosca ha messo fine al tormentone iniziato al triplice fischio di InghilterraSvezia. Il copyright di «Football’s coming home» non ha avuto la firma di uno qualsiasi: è stato il principe William, presidente onorario della federazione di Londra, a coniare lo slogan. Per quattro giorni nell’intero Paese la gente, incontrandosi per strada, ha ripetuto il mantra: «Football’s coming home». La Croazia ha interrotto il viaggio. Il sogno di approdare alla finale mondiale dopo 52 anni è saltato per aria, insieme agli ettolitri di birra lanciati verso il cielo dopo il gol di Trippier dai tifosi riuniti a Hyde Park di fronte ai maxischermi.Non sappiamo quanto abbia pesato nella sfida di Mosca la presunta supponenza denunciata da Luka Modric: «Per i media inglesi la loro nazionale sembrava già in finale. Questo atteggiamento ci ha dato un carica in più». La banda di Southgate si è fermata davvero sul più bello: mai come stavolta i «maestri» sono andati vicino alla Coppa, dopo il trionfo del 1966. Così non è stato e adesso dovranno accontentarsi del terzo o quarto posto nella finalina di domani, ma la domanda, dopo il k.o. di mercoledì, è pertinente: che cosa non ha funzionato? Non ha funzionato sicuramente la Croazia: ha dimostrato di giocare meglio a calcio. L’Inghilterra non è più la nazionale del 4-4-2 e del credo «palla lunga e cross», ma la traversata verso il nuovo non è ancora completata. Southgate ha lavorato benissimo, manca però l’ultimo step: saper affrontare, con lucidità, le difficoltà. La Croazia ha messo a nudo questo limite: nella bufera, i giocatori inglesi perdono sicurezza e tornano a essere quelli di sempre. Serve altro tempo per completare la crescita e la Football Association è disposta ad aspettare: a Southgate sarà prolungato il contratto fino al 2022. Russia 2018 ha rappresentato per l’Inghilterra una tappa fondamentale: il Mondiale ha riportato entusiasmo attorno alla nazionale, recuperando il rapporto con i tifosi dopo tante delusioni. Gli oltre 26 milioni di audience della semifinale con la Croazia, trasmessa da ITV, ai quali bisogna aggiungere chi ha seguito la sfida attraverso social e telefonini, dimostrano che la nazione ha abbracciato con passione la squadra. Gli applausi e i cori prolungati dei fan dopo il k.o. di Mosca sono una medaglia. Ora è però opportuno fare un minimo di autocritica e ripensare alla sconfitta con la Croazia. L’1-1 di Perisic ha mandato in tilt gli inglesi. Sono spariti dal campo. Per vincere e riportare il football a casa servono maggiore forza morale nei momenti critici e un pizzico di umiltà in più. Il football moderno è nato in Inghilterra, ma c’è chi lo gioca meglio. I croati, ad esempio.