La Gazzetta dello Sport

L’ADDIO DI DANI APRE AI GIOVANI LEONI

MotoGP: una nuova generazion­e è già pronta

- LO SPUNTO di PAOLO IANIERI email: pianieri@gazzetta.it

Non avremo mai il piacere di vedere Dani Pedrosa guidare una moto diversa dalla fedelissim­a Honda con la quale ha corso tutta una vita. Da quando, era poco più di un bambino, Alberto Puig lo scovò tra le centinaia di ragazzini che alle selezioni organizzat­e dalla Telefonica sognavano un futuro da pilota, Dani ha corso, vinto, sofferto con la Casa dell’Ala di Tokyo tatuata sulla pelle. E adesso che, ancora Puig, passato nel frattempo da mentore a «nemico» all’interno del box, ha decretato che per lui in Hrc non c’è più spazio, Dani ha deciso di togliere il disturbo a modo suo. Non andando a cercare una rivincita in sella a una Yamaha — e tutti erano pronti a scommetter­e che con la M1 lo spagnolo di Sabadell avrebbe fatto faville —, ma dicendo basta, dopo 18 anni di grandi trionfi, ma anche di enormi delusioni e sofferenze, a causa di quel corpo da fantino, ma di un cavallo solo non dei 250 e passa delle MotoGP attuali, che spesso dopo una caduta gli ha presentato conti salatissim­i. Tre Mondiali vinti da dominatore nelle classi minori, nessuno in MotoGP, eppure pochi come Dani, classe cristallin­a e guida di pura bellezza, si sarebbero meritati il titolo della classe regina.

Il suo addio a fine stagione apre la strada a un ricambio generazion­ale che nei prossimi anni vedrà inevitabil­mente Valentino Rossi salutare la compagnia, con Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo, anche loro due veterani del Mondiale, non troppo lontani dal giorno in cui appenderan­no il casco al chiodo. Intanto, però, col campionato che tra il Sachsenrin­g e Brno effettuerà il giro di boa della stagione, tutto lo schieramen­to MotoGP 2019 è ormai al completo, visto che in questo weekend è attesa l’ufficializ­zazione della neonata squadra satellite Yamaha, quella malese sponsorizz­ata Petronas che, oltre a Franco Morbidelli, al posto del rinunciata­rio Pedrosa schiererà il giovane francese Fabio Quartararo. Uno nato con una bella camicia di marca, visto che, nonostante tanti in lui vedessero ancora prima del debutto iridato un talento esagerato, finora in 4 stagioni di Mondiale ha colleziona­to appena una vittoria (Barcellona quest’anno) e 4 podi. Sarà lui, assieme a Pecco Bagnaia, Joan Mir e Miguel Oliveira, uno dei quattro debuttanti chiamati, il prossimo anno, a prendere le misure in MotoGP, per poi, nel tempo, provare a scalzare le gerarchie della classe regina. Dove però, e la carta d’identità gli è amica, un tale Marc Marquez non ha alcuna intenzione di abdicare.

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