Pensiero stupendo per Valentino: «Quanto vorrei lottare con Marc» Nel regno di Marquez
●Lo spagnolo dal 2010 domina ininterrottamente al Sachsenring, la pista che i rivali amano meno «Voglio vincere, ma posso anche accontentarmi»
La pista meno amata da tutti i piloti della MotoGP è la più gradita a Marc Marquez: dal 2010 al Sachsenring conquista la pole e vince ininterrottamente, prima in 125, poi in Moto2, quindi, dal 2013, in MotoGP. Una striscia vincente di 8 anni che sembra difficile interrompere quest’anno, anche se la legge dei grandi numeri è contro di lui. «Prima o poi ci sarà qualcuno che mi batterà» sorride tranquillo. Per i suoi avversari potrebbe essere l’ultima possibilità per sconfiggerlo qui: nonostante un contratto fino al 2021, c’è la possibilità che dall’anno prossimo si cambi pista. «Speriamo di no» scherza Marquez, che qui ha trionfato in ogni condizione e modo: in solitaria, in volata, dopo un cambio moto. Perché? «È una pista piccola e stretta, con tanti cambi di direzione: la sua reattività lo avvantaggia. Inoltre gira a sinistra e la Honda, storicamente, è la moto da battere» sintetizza Valentino Rossi. Effettivamente, la Honda su questo tracciato ha vinto 14 volte, contro i 4 successi Yamaha e 1 per Suzuki e Ducati. Considerando che Marquez è reduce da un trionfo ad Assen, che quest’anno è salito 4 volte, su 8 GP, sul gradino più alto del podio e che la RC213V sembra ancora più competitiva dell’anno scorso, ecco che è normale che sia lui il grande favorito. Perlomeno alla vigilia. «Ogni anno è differente, ma è chiaro che l’obiettivo è provare a vincere. Ma con 41 punti di vantaggio, bisognerà anche sapersi accontentare di un eventuale piazzamento» ripete.
RIVALI Ma chi può essere l’avversario più pericoloso? Se si guarda il passato remoto, verrebbe naturale fare il nome di Dani Pedrosa, che qui è stato capace di battere anche un certo Casey Stoner, quando erano compagni in HRC nel 2012. Ma
questo Dani non sembra in grado di impensierire Marquez. Allora, se si analizza la classifica, viene da dire Valentino Rossi, reduce da una prestazione convincente, risultato a parte, in Olanda. Il dubbio, però, che la competitività Yamaha fosse dovuta alle particolarità del tracciato ce l’ha lo stesso Rossi, anche se qui avrà nuovi particolari
elettronici che dovrebbero migliorare le prestazioni. «Nel 2017 avevo faticato moltissimo, ma quella M1 non mi piaceva: quest’anno dovremmo essere più competitivi, ma non so se sarà sufficiente per sfidare Marquez. Mi piacerebbe molto lottare con lui, ma bisogna rimanere con i piedi per terra, cercando di lavorare al meglio
per essere pronti per la gara» racconta Valentino, che smentisce categoricamente un interessamento per Ramon Forcada, in rotta con Maverick Vinales e che qualcuno ha indicato come suo futuro capo tecnico. «Non è assolutamente vero: sto benissimo con Galbusera, col quale abbiamo iniziato un percorso assieme nel 2014. Mi dà gusto lavorare con lui». Se la competitività Yamaha su questo tracciato è tutta da verificare, ci sono aspettative per la Suzuki: sulla carta dovrebbe essere molto veloce, con un Alex Rins che, conquistato il miglior risultato in MotoGP ad Assen (2°), punta al successo («La Suzuki vuole vincere»).
PRIMA O POI CI SARÀ QUALCUNO CHE MI BATTERÀ SU QUESTA PISTA
MARC MARQUEZ HONDA
IO CON FORCADA? NON È PER NIENTE VERO, STO BENE CON GALBUSERA
VALENTINO ROSSI YAMAHA
UN GP DIFFICILE, MA IO SPERO DI ANDARE MEGLIO DELL’ANNO SCORSO
ANDREA DOVIZIOSO DUCATI
DUCATI Sempre in teoria, ci sono poche speranze di vedere la Ducati nelle prime posizioni, perlomeno nel caso di gara asciutta: Jorge Lorenzo ha segnato sul calendario questa pista come una delle peggiori della stagione, ma anche Andrea Dovizioso la teme. «Sono sempre obiettivo e so quanto sia difficile questo GP per noi, anche se mi aspetto di essere più competitivo del 2017. Ancora, però, non sono soddisfatto al 100%: ci manca qualcosa nella gestione delle gomme» è la sua analisi. Tutti preoccupati, insomma. Tranne Marc Marquez, naturalmente.