IL FONDO ELLIOTT SI METTE AL LAVORO
● Elliott vara la riorganizzazione del club: l’ex a.d. di Eni ed Enel probabile numero 1. Il 21 luglio l’assemblea per le nuove nomine
Una telefonata allunga la vita e siccome quella rossonera di Li è ormai conclusa, l’ex presidente non ha neppure alzato la cornetta. Lo squillo – con prefisso di Casa Milan – è partito ieri pomeriggio, inutilmente. Il cellulare di Yonghong, come quello dei suoi consiglieri cinesi, segnerà una chiamata persa: rispetto a oltre cinquecento milioni, lo stesso andati perduti, è davvero poca roba. I telefoni hanno suonato a vuoto intorno alle quattro e mezzo, quando nella sede del club si dava avvio a un breve vertice che rimandava l’ufficialità delle nomine all’assemblea del prossimo 21 luglio. Tutto per colpa di quel tentativo di collegamento andato a vuoto: Li e i suoi quattro uomini seduti nel Cda, di solito collegati in conference call, non hanno risposto all’invito e in loro assenza è mancato il quorum per la costituzione del consiglio stesso. Erano invece tutti connessi i membri italiani: l’a.d. Fassone, l’avvocato Cappelli, il manager Patuano (lui sì collegato in conference) e soprattutto Paolo Scaroni, probabile nuovo presidente del Cda. È stato così il numero uno del collegio sindacale, Franco Carlo Papa, a convocare l’assemblea che destituirà i consiglieri cinesi per sostituirli con quelli scelti da Elliott. Se è questione di linea, sembra che qualcuno dei rappresentanti del fondo abbia composto il numero dell’ex Leonardo: dopo l’esperienza da dirigente a Parigi, è un’idea anche per la riorganizzazione rossonera. A sua volta Leo, risparmiando sul telefono visti i continui contatti personali, potrebbe coinvolgere Paolo Maldini.
DIRETTORE TECNICO Disfatto il Milan cinese si sta dunque ricomponendo quello americano. Oltre all’organigramma dirigenziale verrà rinnovato quello sportivo: ma anziché guardare al futuro per scoprirne di più occorre voltarsi indietro. Leo ha competenze da direttore generale, il ruolo che il club starebbe studiando per lui: dopo la carriera da giocatore e allenatore (in questa fase il passaggio da una panchina all’altra di San Siro, trasloco non esattamente gradito ai milanisti) Leonardo ha iniziato quella da dirigente. È stato consulente di mercato, Direttore Operazioni Area Tecnica ed emissario rossonero, poi d.s. del Paris Saint Germain. Oltre ad aver giocato 902 volte con la maglia del Milan, maggior numero di presenze ufficiali della storia della società, Maldini è un ottimo amico di Leo: ci sarebbe finalmente un buon sarto in grado di ricucire il rapporto. Paolo potrebbe entrare come d.s., la carica di responsabilità che ha sempre chiesto: per ora è un’idea, niente di molto più concreto. L’America potrebbe invece essere il collegamento tra Elliott e Ivan Gazidis, direttore esecutivo dell’Arsenal, conosciuto per essere stato vice commissario della Major League Soccer, massima divisione del calcio statunitense. Tra le ipotesi anche Franco Baldini, consulente esterno della Roma di Pallotta a sua volta in contatto con Singer: ecco l’intreccio.
PRESIDENTE Anche al vertice valgono i medesimi principi: a sostituire Mr Li sarà un nuovo presidente già uomo Elliott nel cda e amico di lunga data di Silvio Berlusconi. Con ogni probabilità sarà infatti Paolo Scaroni il presidente numero 27 della storia del Milan: l’investitura è prevista per sabato 21, quando l’assemblea degli azionisti (convocata alle 9 del mattino) rinnoverà il Cda, che a sua volta revocherà e attribuirà le nuove deleghe. Scaroni è nato a Vicenza nel 1946, a Milano si è laureato alla Colombia University di New York (sede del fondo: altro aggancio) ha conseguito il Master in Business Administration. Dirigente d’azienda e banchiere italiano, è stato amministratore delegato di Enel ed Eni dal 2002 al 2014. Possedeva una piccola quantità di azioni del Milan, regalo di Berlusconi che provò (invano) a convincerlo a correre per la poltrona di sindaco di Milano per il centrodestra: dall’aprile del 2017 al club è invece legato attraverso la qualifica di consigliere e riferimento americano. Scaroni è stato anche presidente del Vicenza (1997-’99) ed è vicepresidente di Rothschild, la banca d’affari advisor di Yonghong nella scalata al Milan.
ALTRI MEMBRI Nel nuovo Cda rossonero potrebbero entrare dirigenti già coinvolti nell’avventura di Elliott in Tim: l’ex a.d. di Alitalia, Rocco Sabelli, e Massimo Ferrari, general manager di Salini. Altri possibili ingressi, sempre legati al management del fondo, sono Giorgio Furlani e Franck Tuil che hanno seguito la pratica Milan fin dall’inizio. O anche Salvatore Cerchione, fondatore di Blue Skye. Dopo l’incertezza cinese tutto diventerà presto più chiaro: sarà sufficiente aspettare la prossima assemblea che come unico punto all’ordine del giorno avrà l’elezione del prossimo board. Il Cda di ieri – considerata l’assenza dei componenti cinesi necessaria al raggiungimento del quorum o numero legale – non è di fatto andato in scena: nella stessa giornata di sabato si riunirà per la prima volta il nuovo consiglio. Lo ha confermato ieri Roberto Cappelli: «L’ultima riunione non era validamente costituita. Sarebbe poi opportuno che il nuovo Cda si riunisse immediatamente dopo per poter conferire i poteri e tutto quello che è necessario». Ieri, tra le altre cose, è stato inviato il dossier difensivo a Losanna. Il nuovo Milan è ripartito a tutti gli effetti.
LA SITUAZIONE Ieri Mr Li non si è presentato neppure in conference call: il Cda non si è svolto
Nel nuovo consiglio possibili l’ex a.d. di Alitalia, Rocco Sabelli, e Franck Tuil