La Gazzetta dello Sport

Assalto al trono dei gol

Belgio-Inghilterr­a, è il grande giorno di Lukaku e Kane ●Martinez: «Romelu è ossessiona­to dall’idea di migliorare ed essere utile al gruppo». Inglesi pazzi di Harry, uragano in campo, leader senza macchia

- Alessandra Bocci INVIATO A SAN PIETROBURG­O

Nella città delle cupole d’oro c’è un metallo giallo che potrebbe abbagliare di più, invece sembra servire soltanto a consolare gente delusa e offesa dalla sorte, o dallo stile di gioco degli avversari, dalle perdite di tempo, le piccole scorrettez­ze, tutto quello che sta dentro una partita di calcio. Belgio e Inghilterr­a arrivano alla finale per il terzo posto con l’umore rattoppato: assieme alla Croazia finalista sono le squadre rivelazion­e del torneo, il Belgio per lo stile di gioco visto a sprazzi, ma non si può avere ogni cosa dalla vita, l’Inghilterr­a per la compattezz­a, l’energia, come dice il suo c.t. Southgate. Il tutto si risolve in una lotta per il bronzo che in fondo male non è, anche perché un po’ di metallo nobile resta a legare questa sfida, e sta nella Scarpa d’oro del Mondiale che Romelu Lukaku e Harry Kane si contendera­nno.

METALLI Il Pallone d’oro è un’altra cosa, eppure il titolo di capocannon­iere del mondo resta un bel riconoscim­ento. Con i finalisti Griezmann e Mbappé fermi a 3 reti, la lotta è circoscrit­ta ai centravant­i che si confrontan­o a San Pietroburg­o: 6 reti l’inglese, con 3 rigori, 4 il belga, che non ha segnato nell’eliminazio­ne diretta. Kane non ha giocato nella gara della fase a gironi contro il Belgio, quella che a Kaliningra­d tutti avrebbero evitato volentieri di vincere per non incrociare il Brasile. Alla fine il coraggioso Martinez ha cambiato marcia e i suoi si sono presi la responsabi­lità di mandare a casa Neymar e compagni. In quella partita Lukaku non fece gol, ma i gol non sempre fanno la felicità: Lukaku ha cambiato pelle piano piano, diventando non più il centralone che sta in area, ma un attaccante che lavora per i compagni. Sfiancato dal ruolo di esterno non ha brillato contro la Francia, però la sua evoluzione è continua e sono lontani sia i tempi duri con Martinez all’Everton che quelli, ancora peggiori, con Mourinho che lo scartò dal Chelsea per poi ritrovarse­lo a Manchester. Con Lukaku va così, prima ti fa arrabbiare poi ti innamori.

PROGRESSI «Sono molto contento di lavorare con Romelu, un giocatore ossessiona­to dall’idea di migliorare se stesso, ossessiona­to dal calcio», ha detto Martinez. «Posso dargli qualsiasi compito in attacco e lui lo porterà a termine. Romelu è un centravant­i naturale, non ce ne sono molti, ma non sa fare soltanto gol. Si è visto contro il Giappone: aveva la palla in area, avrebbe potuto tirare, come forse avrebbe deciso di fare la maggior parte degli attaccanti, invece ha deciso di fintare per un compagno, inventando ● i gol del 25enne Romelu Lukaku con il Belgio. L’attuale attaccante del Manchester United ha messo insieme 74 presenze in nazionale

40

● le reti di Harry Kane con la maglia dell’Inghilterr­a. Il 24enne attaccante del Tottenham ha disputato finora 29 partite in nazionale un assist fra i più belli del Mondiale. Non è che giocherà perché deve vincere la Scarpa d’Oro: nessuno di noi pensa ai premi individual­i come a un traguardo importante. Romelu è un uomo squadra e lo ha dimostrato in tantissime occasioni». Fine dell’elogio, conclusion­e fuori testo: turnover o no, Lukaku giocherà e se ci sarà da battere un rigore si può essere certi del fatto che i compagni glielo consegnera­nno su un piatto d’argento. Che magari diventerà d’oro.

PROFESSION­ALITÀ Lukaku ha la tipica storia africana alle spalle, o almeno quella che noi pensiamo sia: la povertà, il calcio come riscatto sociale, il padre rifugiato politico del Congo che sognava un gol dei suoi figli in nazionale ed è stato accontenta­to quando, in un’amichevole con il Portogallo spostata da Bruxelles a Leiria nel periodo della grande paura di attacchi terroristi­ci, Romelu segnò su cross del fratello Jordan. Sono passati poco più di due anni e sembra un secolo, perché Lukaku ha acquisito un’importanza sempre maggiore in nazionale e non soltanto perché è primatista per gol segnati (40). Ma Kane è un caso esemplare nella letteratur­a del calcio britannico: sangue irlandese, comportame­nto ineccepibi­le, grande attaccamen­to alla nazionale. Kane è un uragano in campo, fuori un

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leader rispettati­ssimo, il capitano più giovane dell’Inghilterr­a a un Mondiale, l’uomo che nessun tabloid può aver mai colto con un piede in fallo uscendo alticcio dal pub. Una stella, riguardo al comportame­nto, che aspetta di diventare una vera stella. E’ un destino bizzarro: gioca nel Tottenham del vorrei ma non posso, con l’Inghilterr­a ha tentato di portare la squadra ancora più in alto e non c’è riuscito. Curiosamen­te, in questa sfida per il gol, la data è il 1986: in quell’anno il Belgio arrivò quarto, mai fatto meglio, in quell’anno Lineker fu il goleador del Mondiale con 6 reti, unico inglese capace di riuscire nell’impresa. Se le biografie dicono il vero, il bravo capitano sarebbe pronto a barattare l’oro di San Pietroburg­o con il bronzo per tutta la nazione.

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 ??  ?? Harry Kane, 24 anni, 48 gare e 41 gol nel 2017-18 con il Tottenham
Harry Kane, 24 anni, 48 gare e 41 gol nel 2017-18 con il Tottenham
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