Assalto al trono dei gol
Belgio-Inghilterra, è il grande giorno di Lukaku e Kane ●Martinez: «Romelu è ossessionato dall’idea di migliorare ed essere utile al gruppo». Inglesi pazzi di Harry, uragano in campo, leader senza macchia
Nella città delle cupole d’oro c’è un metallo giallo che potrebbe abbagliare di più, invece sembra servire soltanto a consolare gente delusa e offesa dalla sorte, o dallo stile di gioco degli avversari, dalle perdite di tempo, le piccole scorrettezze, tutto quello che sta dentro una partita di calcio. Belgio e Inghilterra arrivano alla finale per il terzo posto con l’umore rattoppato: assieme alla Croazia finalista sono le squadre rivelazione del torneo, il Belgio per lo stile di gioco visto a sprazzi, ma non si può avere ogni cosa dalla vita, l’Inghilterra per la compattezza, l’energia, come dice il suo c.t. Southgate. Il tutto si risolve in una lotta per il bronzo che in fondo male non è, anche perché un po’ di metallo nobile resta a legare questa sfida, e sta nella Scarpa d’oro del Mondiale che Romelu Lukaku e Harry Kane si contenderanno.
METALLI Il Pallone d’oro è un’altra cosa, eppure il titolo di capocannoniere del mondo resta un bel riconoscimento. Con i finalisti Griezmann e Mbappé fermi a 3 reti, la lotta è circoscritta ai centravanti che si confrontano a San Pietroburgo: 6 reti l’inglese, con 3 rigori, 4 il belga, che non ha segnato nell’eliminazione diretta. Kane non ha giocato nella gara della fase a gironi contro il Belgio, quella che a Kaliningrad tutti avrebbero evitato volentieri di vincere per non incrociare il Brasile. Alla fine il coraggioso Martinez ha cambiato marcia e i suoi si sono presi la responsabilità di mandare a casa Neymar e compagni. In quella partita Lukaku non fece gol, ma i gol non sempre fanno la felicità: Lukaku ha cambiato pelle piano piano, diventando non più il centralone che sta in area, ma un attaccante che lavora per i compagni. Sfiancato dal ruolo di esterno non ha brillato contro la Francia, però la sua evoluzione è continua e sono lontani sia i tempi duri con Martinez all’Everton che quelli, ancora peggiori, con Mourinho che lo scartò dal Chelsea per poi ritrovarselo a Manchester. Con Lukaku va così, prima ti fa arrabbiare poi ti innamori.
PROGRESSI «Sono molto contento di lavorare con Romelu, un giocatore ossessionato dall’idea di migliorare se stesso, ossessionato dal calcio», ha detto Martinez. «Posso dargli qualsiasi compito in attacco e lui lo porterà a termine. Romelu è un centravanti naturale, non ce ne sono molti, ma non sa fare soltanto gol. Si è visto contro il Giappone: aveva la palla in area, avrebbe potuto tirare, come forse avrebbe deciso di fare la maggior parte degli attaccanti, invece ha deciso di fintare per un compagno, inventando ● i gol del 25enne Romelu Lukaku con il Belgio. L’attuale attaccante del Manchester United ha messo insieme 74 presenze in nazionale
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● le reti di Harry Kane con la maglia dell’Inghilterra. Il 24enne attaccante del Tottenham ha disputato finora 29 partite in nazionale un assist fra i più belli del Mondiale. Non è che giocherà perché deve vincere la Scarpa d’Oro: nessuno di noi pensa ai premi individuali come a un traguardo importante. Romelu è un uomo squadra e lo ha dimostrato in tantissime occasioni». Fine dell’elogio, conclusione fuori testo: turnover o no, Lukaku giocherà e se ci sarà da battere un rigore si può essere certi del fatto che i compagni glielo consegneranno su un piatto d’argento. Che magari diventerà d’oro.
PROFESSIONALITÀ Lukaku ha la tipica storia africana alle spalle, o almeno quella che noi pensiamo sia: la povertà, il calcio come riscatto sociale, il padre rifugiato politico del Congo che sognava un gol dei suoi figli in nazionale ed è stato accontentato quando, in un’amichevole con il Portogallo spostata da Bruxelles a Leiria nel periodo della grande paura di attacchi terroristici, Romelu segnò su cross del fratello Jordan. Sono passati poco più di due anni e sembra un secolo, perché Lukaku ha acquisito un’importanza sempre maggiore in nazionale e non soltanto perché è primatista per gol segnati (40). Ma Kane è un caso esemplare nella letteratura del calcio britannico: sangue irlandese, comportamento ineccepibile, grande attaccamento alla nazionale. Kane è un uragano in campo, fuori un
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leader rispettatissimo, il capitano più giovane dell’Inghilterra a un Mondiale, l’uomo che nessun tabloid può aver mai colto con un piede in fallo uscendo alticcio dal pub. Una stella, riguardo al comportamento, che aspetta di diventare una vera stella. E’ un destino bizzarro: gioca nel Tottenham del vorrei ma non posso, con l’Inghilterra ha tentato di portare la squadra ancora più in alto e non c’è riuscito. Curiosamente, in questa sfida per il gol, la data è il 1986: in quell’anno il Belgio arrivò quarto, mai fatto meglio, in quell’anno Lineker fu il goleador del Mondiale con 6 reti, unico inglese capace di riuscire nell’impresa. Se le biografie dicono il vero, il bravo capitano sarebbe pronto a barattare l’oro di San Pietroburgo con il bronzo per tutta la nazione.