ORA SARRI DEVE DIVERTIRE VINCENDO
Parte l’avventura al Chelsea
Welcome mister Sarri, e ora facci divertire. Sì perché il calcio pragmatico (e vincente, non dimentichiamolo) di Antonio Conte aveva un limite: lo spettacolo sacrificato sull’altare del risultato. A Roman Abramovich la Premier vinta al primo anno e la FA Cup della seconda stagione non sono bastati. Il patron del Chelsea ha trovato insopportabili l’abissale distacco dal City di Guardiola e la mancata qualificazione alla Champions. Ora si litigherà sui 9 milioni di pounds che da contratto spettano all’allenatore pugliese. Strana questa disputa economica che si sta profilando secondo le indiscrezioni provenienti dalla capitale inglese e dall’entourage di Conte, perché in passato il magnate russo a capo del club londinese ha dispensato senza fiatare buonuscite multimilionarie a una squadra di tecnici allontanati anzitempo, fra i quali i nostri Ranieri (6 milioni di sterline), Ancelotti (altri 6) e Di Matteo (8, pare: del resto è l’unico che ha saputo conquistare la Coppa principale). Senza considerare l’italianista (dal punto di vista dell’attenzione alla tattica) Mourinho che avrebbe strappato più di 30 milioni (beh, è stato licenziato due volte). Allargando l’esame ai vari Grant, Villas Boas e Scolari, un’autorevole rivista britannica ha calcolato in 100 milioni le «penali da licenziamento» pagate dall’irrequieto Abramovich. Il quale, per quanto ci riguarda, ha dimostrato lungo la sua gestione di essere un estimatore della scuola federale di Coverciano e adesso è venuto a prendere da noi il tecnico che imposta le sue squadre in un modo che agli occhi del patron del Chelsea lo avvicina a Guardiola.
Che dal canto suo ha sempre elogiato tantissimo la mentalità di mastro Maurizio, dettaglio che avrà avuto un peso specifico nella laboriosa (e paziente) trattativa con De Laurentiis. Sarri, approdando in un club in grado di ricoprirlo d’oro, deve naturalmente confermare la bontà dei suoi principi al cospetto di un torneo diverso dal nostro. E questi giorni di mercato saranno già importantissimi per lui perché oltre a Jorginho (uno dei molti elementi cresciuti enormemente nel periodo napoletano) deve assicurarsi una punta centrale diversa da Hazard, il portiere (Courtois non ha rinnovato), e magari un difensore centrale tipo Koulibaly e un centrocampista eclettico tipo Hamsik. Senza tale dotazione, il lavoro sarebbe assai più complicato. Le stagioni napoletane hanno fatto di Sarri una sorta di «bella copia» di Guardiola. Calma... Nel senso che tutti e due organizzano la squadra per ottenere un costante controllo del pallone anche attraverso i movimenti della linea arretrata, ma quando la sfera è a centrocampo l’italiano ordina ai suoi di cercare lo sviluppo verticale della manovra più spesso di quanto preveda il pluridecorato copyright del Pep. Ecco perché Higuain ha potuto fare il record di gol, Mertens si è scoperto centravanti e Marekiaro, il capitano di oggi, ha segnato più del capitano di ieri. Il Napoli di Diego però vinse, questo recente di Hamsik ha «solo» dato spettacolo. Ora il Sarri londinese è chiamato a riunire i due elementi.