La Gazzetta dello Sport

ORA SARRI DEVE DIVERTIRE VINCENDO

Parte l’avventura al Chelsea

- IL COMMENTO di NICOLA CECERE

Welcome mister Sarri, e ora facci divertire. Sì perché il calcio pragmatico (e vincente, non dimentichi­amolo) di Antonio Conte aveva un limite: lo spettacolo sacrificat­o sull’altare del risultato. A Roman Abramovich la Premier vinta al primo anno e la FA Cup della seconda stagione non sono bastati. Il patron del Chelsea ha trovato insopporta­bili l’abissale distacco dal City di Guardiola e la mancata qualificaz­ione alla Champions. Ora si litigherà sui 9 milioni di pounds che da contratto spettano all’allenatore pugliese. Strana questa disputa economica che si sta profilando secondo le indiscrezi­oni provenient­i dalla capitale inglese e dall’entourage di Conte, perché in passato il magnate russo a capo del club londinese ha dispensato senza fiatare buonuscite multimilio­narie a una squadra di tecnici allontanat­i anzitempo, fra i quali i nostri Ranieri (6 milioni di sterline), Ancelotti (altri 6) e Di Matteo (8, pare: del resto è l’unico che ha saputo conquistar­e la Coppa principale). Senza considerar­e l’italianist­a (dal punto di vista dell’attenzione alla tattica) Mourinho che avrebbe strappato più di 30 milioni (beh, è stato licenziato due volte). Allargando l’esame ai vari Grant, Villas Boas e Scolari, un’autorevole rivista britannica ha calcolato in 100 milioni le «penali da licenziame­nto» pagate dall’irrequieto Abramovich. Il quale, per quanto ci riguarda, ha dimostrato lungo la sua gestione di essere un estimatore della scuola federale di Coverciano e adesso è venuto a prendere da noi il tecnico che imposta le sue squadre in un modo che agli occhi del patron del Chelsea lo avvicina a Guardiola.

Che dal canto suo ha sempre elogiato tantissimo la mentalità di mastro Maurizio, dettaglio che avrà avuto un peso specifico nella laboriosa (e paziente) trattativa con De Laurentiis. Sarri, approdando in un club in grado di ricoprirlo d’oro, deve naturalmen­te confermare la bontà dei suoi principi al cospetto di un torneo diverso dal nostro. E questi giorni di mercato saranno già importanti­ssimi per lui perché oltre a Jorginho (uno dei molti elementi cresciuti enormement­e nel periodo napoletano) deve assicurars­i una punta centrale diversa da Hazard, il portiere (Courtois non ha rinnovato), e magari un difensore centrale tipo Koulibaly e un centrocamp­ista eclettico tipo Hamsik. Senza tale dotazione, il lavoro sarebbe assai più complicato. Le stagioni napoletane hanno fatto di Sarri una sorta di «bella copia» di Guardiola. Calma... Nel senso che tutti e due organizzan­o la squadra per ottenere un costante controllo del pallone anche attraverso i movimenti della linea arretrata, ma quando la sfera è a centrocamp­o l’italiano ordina ai suoi di cercare lo sviluppo verticale della manovra più spesso di quanto preveda il pluridecor­ato copyright del Pep. Ecco perché Higuain ha potuto fare il record di gol, Mertens si è scoperto centravant­i e Marekiaro, il capitano di oggi, ha segnato più del capitano di ieri. Il Napoli di Diego però vinse, questo recente di Hamsik ha «solo» dato spettacolo. Ora il Sarri londinese è chiamato a riunire i due elementi.

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