Marquez boom: nona pole di fila in Germania
●Nona pole consecutiva al Sachsenring per lo spagnolo. «Però le Ducati ora vanno forte su tutti i circuiti». Rebus gomme
Sul filo della suspense e col tempismo del divo, come in una sceneggiatura tanto perfetta da sembrare stucchevole, Marc Marquez si è preso la sua pole position al Sachsenring. Come al solito. La sentiva benissimo anche lui, tutt’attorno a sé, quell’aura di attesa. Quella domanda che tutti si pongono fin da quando sono arrivati qui, giovedì: ce la farà anche questa volta? Ci sarà un modo per batterlo? Lui fino alla fine ha illuso Danilo Petrucci e il mondo intero che per una volta un altro Sachsenring sarebbe stato possibile. Poi, proprio sul sipario, quasi avesse voluto scherzare con i rivali e con tutti, ha detto che no, non c’è modo di batterlo qui. E quindi sì, Marc ce l’ha fatta ancora: 9a pole in 9 anni su questa pista, la 6a in MotoGP. Sia l’eroico Petrux che Jorge Lorenzo ieri sono andati sotto quello che era il suo record del 2015 (1’20”336), al quale nemmeno lui, l’invincibile Marc, era più riuscito ad avvicinarsi nel 2016 e nel 2017. È’ fatta, ha dunque legittimamente sperato Danilo. È la volta che qualcuno lo batte, hanno pensato tanti. Invece poi, a tempo scaduto, è sfrecciato lui: 1’20”270, e sarà per l’anno prossimo. COMBINAZIONI Nemmeno i grandi numeri, cioè il calcolo delle probabilità a cui si appellavano i rivali, hanno quindi frenato il piccolo Joker della Honda. Che ce l’ha fatta di un niente, per 25 millesimi su Petrucci. «Anche l’anno scorso era andata in modo molto simile, sempre con Danilo — ha poi raccontato —, ma allora la pista era bagnata». Allora il distacco, seppur nell’ambito delle inezie, era stato di quasi sette volte tanto: 160 millesimi. Ha ragione Marc quando dice che «gli altri stanno arrivando, le Ducati non sono più quelle che vanno bene su un circuito e male in quell’altro». E infatti sei piloti, tutti i big, si sono ammassati in poco più di 2 decimi, ma sempre dietro. Perché in definitiva, in un modo o nell’altro, lui qui trova sempre la soluzione. Stavolta sono state tre «run» con combinazioni di pneumatici diversi: «È stato difficile. Con la seconda (media-soft; n.d.r.) ho pensato: “Dai che ce la faccio”. E invece no. Poi, con l’ultima (durasoft; n.d.r.), stavo quasi cadendo, e mi sono detto: “No, non ce la faccio più”. Ma ci ho riprovato e ho spinto fino in fondo». E la nona pole è arrivata. «Sono contento, perché partire in prima fila su questa pista è molto importante».
GRANA GOMME Importantissimo: se ne sono accorti tutti negli ultimi 8 anni in cui a 8 pole Marc ha fatto corrispondere altrettante vittorie. «Stavolta però sarà dura. Perché in tanti siamo molto vicini». E perché in più c’è il grande tema delle gomme, sul quale tutti fanno le stesse previsioni e hanno le medesime paure: visto il caldo insolito, da metà gara degraderanno brutalmente. La scelta della mescola quindi sarà cruciale. Ma se Valentino, per esempio, dice che il dubbio sarà tra soft e media, Marquez ha già spiegato che davanti andrà con la hard. E dietro: «Vedremo, tanto sono tutte e tre molto simili». Il risultato, comunque, secondo Marc sarà «una gara con tre fasi. Un inizio in gruppo, una parte centrale in cui si vedrà l’effetto del degrado. E alla fine sarà pura sopravvivenza». Con una battaglia che immagina con «Lorenzo, Viñales, Rossi e anche Dovi».
CLASSIFICA Probabilmente si è anche già figurato come va a finire, e non è solo una questione di precedenti e della sua imbarazzante supremazia su questo circuito. Da considerare c’è anche quanto ha fatto in FP4, dove con gomme usate è andato via con un passo uguale ai rivali che montavano pneumatici nuovi. Indicativo. Marquez però, fingendo di crederci, dice che non è certo mantenere le media perfetta dei 25 punti il suo scopo qui. Che la nona vittoria non è un’ossessione. E che l’importante, con 41 punti di vantaggio su Valentino, è la classifica. Perché «tra qualche anno nessun ricorderà più chi ha vinto al Sanchsenring nel 2018, ma tutti sapranno chi alla fine è diventato campione del mondo».
SOTTO IL RECORD Petrucci (2°) e Lorenzo (3°) sono andati sotto il primato della pista che resisteva dal 2015
Il pilota della Honda solo alla fine ha trovato la combinazione perfetta di mescole beffando tutti