La Gazzetta dello Sport

Oggi c’è il Tour in stile Roubaix Assalto Nibali

●Oggi c’è «la tappa»: 21,7 km di pietre che possono ribaltare tutto E conta anche la strategia

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A AMIENS (FRANCIA)

Peter Sagan è andato a letto presto. Vincenzo Nibali si sarà ricordato la danza sulle pietre che riuscì a mettere in scena quattro anni fa, con la segreta speranza di girare un altro spettacolo di grande successo. Chris Froome quel giorno si ritirò per caduta ancor prima che iniziasse la rumba, però nel 2015 sul pavé si difese alla grande, e stavolta medita il bis. I giganti fremono. Ci pensano dall’inverno a ciò che succederà oggi. Al Tour, la più grande corsa del mondo, c’è un assaggio di Parigi-Roubaix, la Regina delle classiche. «Domani si ‘mena’», si sussurra alla Bahrain-Merida, la casa dello Squalo.

SOLE E CALDO Un’arena senza pari, e senza pioggia dal cielo, con vento leggerment­e contrario: 21,7 chilometri di pavé in 15 settori lungo i 156,5 chilometri da Arras a Roubaix, alla vigilia del primo giorno di riposo. Tappa iconica di questa edizione, con tutto il rispetto per l’Alpe d’Huez e le vette pirenaiche. Con una avvertenza: l’arrivo non è nel mitico velodromo André Petrieux, ma a fianco. «Problemi logistici – ci ha spiegato Thierry Govenou, il direttore di corsa -. Al Tour, rispetto alla Roubaix, sono possibili arrivi in serie di gruppi più folti di atleti e sarebbero stati difficili da gestire». Non c’era così tanto pavé al Tour de France dal 1981. E c’è un salto di qualità rispetto alle ultime proposte: non ci sono la Foresta di Arenberg e il Carrefour de l’Arbre, ma si ‘assaggiano’ 900 metri di Mons en Pevele, il terzo dei tre settori a cinque stelle di difficoltà. «Sì – ammette Vincenzo Nibali, che ad aprile l’ha provato —. E’ un pavé molto difficile».

ATTESA Vanno tutti dallo Squalo, ripensando a come, già in giallo, staccò tutti i rivali nel 2014. Mentre nel 2015, sull’asciutto, il forcing gli valse ‘solo’ il numero rosso del più combattivo. Al mattino, gli hanno fatto notare che adesso tocca a lui vincere, dopo il successo del fratellino Antonio in Austria venerdì, ed è scoppiato in una franca risata. «Insomma… non è un terreno molto semplice e ci sono tanti specialist­i. Vedremo di affrontare la tappa con la grinta giusta. Ci sono buoni ricordi, sì, anche se non avevo vinto. Però avevo guadagnato tempo. Tanti si aspettano che faccia qualcosa e magari non succede niente. I grandi specialist­i (ci sono i cinque vincitori in attività dalla Roubaix, ndr) correranno penso in appoggio ai compagni di

classifica. Con me ci saranno soprattutt­o Colbrelli e Haussler. L’obiettivo è muoversi bene e non perdere tempo». Al pomeriggio, gli abbiamo chiesto conto di una possibile alleanza con Fuglsang, che quattro anni fa era suo compagno e lo scortò alla grande. «Ci può stare, c’è un buon rapporto. Bisognerà vedere l’evoluzione della gara, la tappa è imprevedib­ile».

STRATEGIE Al gioco di strategia, i team pensano da mesi. Il marcamento a uomo tra Nibali e Froome è cominciato… ieri: 18° e 19°. Idem per la posizione delle ammiraglie, data dalla classifica a squadre, buona per entrambi: Sky è terza, la Bahrain-Merida quarta. Tra le pietre si gioca un risiko, con la dislocazio­ne strategica di tanti uomini a cui sono affidate ruote di scorta e extra-rifornimen­ti.

Sky userà ancora, per una migliore riconoscib­ilità, le maglie gialle che si sono viste sul Colle delle Finestre al Giro. Sulle auto ha montato un modem per avere sempre una connession­e internet perfetta. «Avremo un paio di uomini per ogni settore – spiega il d.s. Matteo Tosatto -, con gente selezionat­a apposta dal nostro servizio corse di Deinze, in Belgio. Circa trenta persone, e radio supplement­ari». Froome ha uomini fortissimi: Kwiatkowsk­i, Rowe, Thomas (che aspira a qualcosa di più). E Gianni Moscon: «Sarà una classica, il pavé è tanto e la tappa è corta. Una grande battaglia. Quasi non ci si potrà fermare neppure a far pipì».

RISPOSTA La Bahrain-Merida può contare sull’esperienza di classiche (e del territorio) dei d.s. Verbrugghe (belga) e Hoffman (olandese). «I nostri uomini sono subito dopo la fine dei settori. Poco più di 20 – spiega il coach Paolo Slongo -. In caso di forature, se capita a metà settore, c’è confusione. A quel punto, fai 500 metri e cambi. Persone selezionat­e e esperte (come ricompensa una maglietta, ndr), oltre a quelle dello staff. Tutti avranno i colori della Bahrain-Merida. Le ruote di riserva? Cinquanta paia complete tra bici e scorta». Sì, tira aria di battaglia campale. I grandi da Roubaix, tipo Sagan (ad aprile re all’Inferno) e Van Avermaet, dovrebbero potersi giocare le proprie carte, nonostante abbiano in squadra Majka e Porte. Froome, Quintana, Uran. Dumoulin, Bardet, Fulgsang: in tanti coltivano sogni gialli. Ma occhio: c’è uno Squalo che vuole azzannarli.

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SCOGNAMIGL­IO
 ??  ?? Tour 2014, 5a tappa con arrivo a Arenberg: Nibali in giallo costruisce il mito (Bettini)
Tour 2014, 5a tappa con arrivo a Arenberg: Nibali in giallo costruisce il mito (Bettini)

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