La Gazzetta dello Sport

TOUR-PAVÉ E ZONCOLAN AL GIRO ROSA: LA RICERCA DEI LIMITI

Ciclismo: un weekend di emozioni tra Francia e Friuli

- LO SPUNTO di LUCA GIALANELLA email: lgialanell­a@rcs.it

Non c’è un altro sport così popolare che riesca a trovare sempre un motivo per stupire, ogni volta di più. Nel ciclismo, le radici di una tradizione ultracente­naria cedono il passo, ogni tanto, alla ricerca di soluzioni tecniche nuove. E questo lungo weekend culmina in un ponte ideale tra il Friuli e la Francia, tra lo Zoncolan (la salita più dura d’Europa) e il pavé della ParigiRoub­aix, la Regina delle Classiche che ha la stessa età dell’Olimpiade e della Gazzetta dello Sport (anno di nascita 1896).

Ieri il Giro Rosa ha proposto per la prima volta nel mondo femminile la scalata allo Zoncolan dal versante di Ovaro, quello che rende asfissiant­e una scalata di 10 chilometri. Due mesi fa, su quei prati, ci fu la prima impresa al Giro d’Italia di Chris Froome; ieri ha celebrato il dominio del numero uno del movimento rosa, quell’olandese Annemiek Van Vleuten che, due anni fa, rischiò di rimanere paralizzat­a nella caduta ai Giochi di Rio. A 35 anni, Van Vleuten non ha avuto rivali e, dopo l’Izoard in Francia nel 2017, pianta la bandiera di una nuova era rosa sul gigante della Carnia: ci ha impiegato quasi 8’ più di Froome. Oggi, poi, il Tour de France torna a sposare per un giorno il fascino delle pietre, del pavé, della lotta estrema dell’uomo con se stesso, con la fatica che brucia i muscoli delle braccia e poi delle gambe. Ci sono 15 settori, per 21,7 chilometri, che aspettano Vincenzo Nibali per ribaltare la corsa francese come seppe fare quattro anni fa. E allora aveva la maglia gialla. Amato oppure odiato: in ogni caso, il pavé non lascia indifferen­ti. E aggiunge valore, sicurament­e, alla corsa più grande del mondo. Per quella sfida ai limiti sportivi che anche il ciclismo vive con impazienza.

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