Kerber perfetta annulla Serena e si prende il titolo
●Dopo le vittorie del 2016 la crisi: «Da bambina guardavo la Graf, ora alzo lo stesso trofeo»
Anche le belle favole possono avere un finale triste. Mamma Serena non porterà alla piccola Alexis Olympia il piatto dorato della vincitrice di Wimbledon: sarà il salotto della resuscitata Kerber ad accoglierlo, insieme alle coppe degli Australian Open e degli Us Open 2016, l’anno magico della tedesca che era presto evaporato sotto il peso di una gestione psicologica insostenibile per una ragazza semplice e senza fronzoli. Ma come non applaudire il ritorno nell’empireo della Williams, seppur senza la consacrazione finale di un 8° trionfo a Church Road e soprattutto senza il 24° Slam che l’avrebbe affiancata a Margaret Court al vertice delle plurivittoriose: a quasi 37 anni, e dopo aver letteralmente rischiato la vita per il più alto atto d’amore, la maternità, la più forte giocatrice di sempre si è rimessa in discussione, ha voluto dimostrare una volta di più a se stessa e al resto del mondo che non esistono ostacoli insuperabili di fronte alla determinazione, alla volontà, al feroce desiderio di agonismo.
DEDICA Serena, applaudita al Royal Box da Kate Middleton e dall’amica Meghan Markle, le Altezze reali più ammirate del Regno, resta comunque un simbolo e avrà il cemento di casa sua, da agosto, per inseguire il primo successo da madre: «Queste due settimane sono per chi è genitore: vorrei dire a tutti loro che se volete qualcosa, potete ottenerla, se volete tornare al lavoro dopo aver dato alla luce i figli, abbiate il coraggio e la forza di farlo, ma se non ci riuscirete nessuno vi biasimerà: far crescere i propri figli è un lavoro a tempo pieno. Quanto a me, decifrerò le cose che sono andate bene e quelle che hanno funzionato meno nel mio gioco e continuerò ad applicarmi per migliorare ancora. Stavolta, semplicemente, ho perso da un’avversaria più brava». Si sapeva che Angie, tornata a risplendere, possedeva le chiavi per turbarle i sogni di gloria: risposta per disinnescarle il servizio, gambe e difesa per farle giocare sempre un colpo in più. togliendole sicurezza e costringendola a spostamenti alla lunga sfiancanti.
LA PROFEZIA DI FLAVIA Un piano perfetto, cui Serena non trova mai soluzioni nonostante i 23 vincenti, conditi però da 24 gratuiti, mentre la numero 10 del mondo, come sempre è chirurgica nel non concedere nulla (appena 5 gratuiti). La più dolce delle rivincite, dopo la sconfitta del 2016 proprio su questi prati, in appena un’ora e 5 minuti, diventando la seconda di sempre dopo la sorella Venus a battere Serena in due finali Slam: «All’inizio ero nervosa, lo ammetto, con lei sai che non è mai finita. Ma sono stata premiata dalla mia aggressività, sapevo che dovevo farla muovere. È tutto così eccitante, da bambina guardavo in tv le vittorie della Graf e adesso sono su quello stesso campo a prendere il trofeo». E una volta torna alla mente la profezia della Pennetta del 2011, quando nei quarti di New York perse dall’allora semisconosciuta 92 del mondo e la prese con un sorriso che allora stupì: «Non è mica morto nessuno, e comunque sappiate che Angelique arriverà tra le prime dieci del mondo». Sembrava un azzardo, e invece stava solo anticipando il cammino che da lì a un paio d’anni la Kerber, nascita tedesca ma con solide radici polacche, avrebbe intrapreso.
CONSIGLI E’ maturata tardi, e del resto fino a 15 anni aveva alternato scuola e allenamento nell’impronunciabile Puszczykowo, la città dei suoi genitori in Polonia, dove ancora adesso si rifugia quando vuole ritrovare armonia. E poi in Germania, quando cominci a vinsputata cere, l’eredità ingombrante della Graf ti accompagna come un’ombra e ne sanno qualcosa la Lisicki, la Petkovic e la Goerges, insieme a lei nel quartetto della rinascita tedesca e sostanzialmente travolte e dagli infortuni e dal peso di quell’antico monumento. Ma sono stati proprio tre giorni passati a Las Vegas con Steffi nel 2015, confrontandosi con lei sui punti di forza e le debolezze dopo un periodo di troppi alti e bassi, a darle l’abbrivio verso un 2016 da protagonista, con due Slam vinti e l’aggancio al numero uno: «E’ una super donna».
RIVOLUZIONE Però le vertigini hanno fatto girare la testa a Angie e nel 2017, da prima del mondo, si è ritrovata al numero 22 con appena una finale di- e 13 eliminazioni tra primo e secondo turno. Così, torna all’essenziale, al gelato e ai biscotti alla crema e alla vaniglia, alle uscite con gli amici e al calore della famiglia: «A dicembre mi sono fermata per 4-5 settimane, ripromettendomi che avrei ripreso a giocare soltanto quando il corpo e la mente sarebbero stati nuovamente pronti. Ho rimesso il mio cuore nel tennis». Con una rivoluzione tecnica, affidata al nuovo coach Wim Fissette, l’uomo che ha portato ai vertici la Cljisters, la Halep e la Azarenka: «Gioco bene, combatto, corro, mi sento bene. E ora ho fiducia, mentre l’anno scorso non ero nelle condizioni di poter vincere Wimbledon. Serena è una campionessa esemplare, è un onore dividere il campo con lei, ma stavolta sapevo che potevo tenere il match nelle mie mani». Beata Angelique.
3 LA CHIAVE Gli Slam vinti dalla Kerber. Prima di Wimbledon aveva vinto Australian Open e Us Open