Colpo Magic LEBRON-LAKERS I RETROSCENA: 16 ORE PER DIRE SI’
L’INCONTRO SEGRETO TRA DUE LEGGENDE, L’OK VIA SMS. «C’È STATA SINTONIA DA SUBITO». ECCO COME JOHNSON HA REGALATO A LOS ANGELES KING JAMES, SUO NUOVO RE
«Devi venire solo. LeBron vuole parlarti, ma devi venire solo». Magic Johnson ha ricevuto quest’unica istruzione da Rich Paul, l’agente del più forte giocatore del pianeta, per l’incontro che può cambiare la storia dei Los Angeles Lakers. E’ il primo vero test per il presidente Magic, chiamato 16 mesi prima da Jeanie Buss al capezzale della seconda squadra più vincente della storia Nba che da 5 anni vede i playoff in Tv. Il plenipotenziario gialloviola si è preparato per mesi, assieme al suo braccio destro Rob Pelinka (l’ex agente di Kobe Bryant): sa che il sì di LeBron può dare la spinta decisiva al suo piano di rilancio. L’appuntamento è per le 21.01 del 30 giugno, l’inizio ufficiale, ora di Los Angeles, della free agency, il mercato dei giocatori senza contratto. Magic arriva con un’ora d’anticipo a Brentwood, quartiere vip dove James ha già due case: è uno dei motivi per cui i Lakers sono favoriti. Mentre è in macchina che aspetta, solo come aveva promesso all’entourage di LeBron, Magic ripassa il piano. Sa che deve parlare di basket, dei suoi giocatori, di come vuole riportare il Larry O’Brien Trophy a Hollywood. E per questo ha studiato e ristudiato tutta la carriera di James, dagli esordi nel 2003 alle Finals 2018 perse contro i Warriors solo 3 settimane prima.
LEBRON James è tornato solo da qualche ora da una vacanza ad Antigua con la moglie Savannah e i 3 figli in cui ha provato a dimenticare la delusione delle Finals. Ha trascinato da solo i Cavs alla serie per il titolo, l’8ª di fila della sua carriera, ma si è dovuto arrendere 4-0 ai Warriors. E il grande interrogativo che Cleveland ha ignorato per mesi è diventato l’attualità: dove giocherà LeBron? James ha chiesto al suo agente un dossier su ognuna delle 4 squadre a cui vuole dare una chance: Cleveland, i L akers, P hiladelph ia e Houston . Prima di partire per i Caraibi ha considerato ciascun team. Sa che Cleveland è ingessata da contratti pesanti che rendono complicato rinforzarsi. E che stavolta gli perdonerebbe l’addio, dopo aver vinto il titolo 2016 mantenendo la promessa che aveva fatto quando è tornato a casa. Sa che i Lakers sono giovani e intriganti ma che il suo arrivo da solo non basta a metterli al livello dei Warriors. Sa che Philadelphia ha in Ben Simmons e Joel Embiid due fenomeni pronti ad esplodere. Sa che Houston, riprendendosi Chris Paul e Clint Capela, dovrebbe smantellare la squadra per lui. Le priorità di LeBron sono il benessere della sua famiglia e la chance di lottare per il titolo: a 33 anni, dopo 15 stagioni, è ancora il più forte di tutti.
L’INCONTRO Alle 21.01, l’incontro segreto (oltre a James, al suo agente e a Magic ne sono informati solo Pelinka e la Buss) può cominciare. Al tavolo Johnson, James e Paul. «C’è stata sintonia dal momento in cui sono entrato dalla porta, era come parlarsi allo specchio — ha raccontato Magic —. Siamo simili: entrambi cresciuti in povertà, entrambi amiamo vincere, entrambi abbiamo dimostrato eccellenza al massimo livello possibile. LeBron è uno dei giocatori più intelligenti che abbia mai incontrato: come Kobe, Michael Jordan, Larry Bird». «Sembravano due pesci in un acquario che parlano una lingua speciale che soltanto loro al mondo conoscono» è la versione di Paul. LeBron attacca: «Earvin, voglio poter giocare a basket ed essere me stesso. E penso che voi abbiate il roster che mi permetterebbe di farlo». Poi passa in rassegna uno ad uno tutti i giocatori dei Lakers, snocciolandone davanti a Magic i punti di forza e le debolezze prima di spiegargli quanto gli piaccia il sistema di coach Luke Walton: «Era come se conoscesse la mia squadra meglio di me» ricorderà poi Magic.Parlare di soldi non serve, ma Johnson vuole che LeBron sposi il suo piano pluriennale di rilancio: per questo propone un contratto di tre anni garantiti con opzione del giocatore sulla quarta stagione, il 2021-22, quando James avrà 38 anni. «Penso che LeBron fosse pronto a prendersi un impegno simile, ben consapevole dell’inevitabile confronto con le leggende che l’hanno preceduto — dice Magic —.Era quello di cui la nostra squadra aveva bisogno: adesso altri vorranno venire da noi a giocare con LeBron, e i nostri giovani sanno che giocare con uno del suo livello richiede tanto impegno e responsabilità». Magic se ne va dopo tre ore, senza nessuna certezza. Ma spera di avere fatto breccia.
IL SÌ Sedici ore dopo, James e la moglie Savannah sono pronti a partire di nuovo: c’è un jet privato che li aspetta all’aeroporto di Van Nuys per portarli in Italia. Il 33enne vuole decidere il suo futuro prima di imbarcarsi e rifugiarsi nella villa all’arcipelago Li Galli, al largo della costiera amalfitana, per qualche giorno di relax. «Rich, chiama i Lakers» dice al suo agente prima di salire a bordo. Il cellulare di Rob Pelinka squilla qualche minuto dopo: è un sms. «Congrats», congratulazioni, scrive Paul al g.m. Lakers, accompagnando il testo con l’emoji di un palloncino. Pelinka risponde: «Vuol dire quello che penso io?». Subito dopo arriva la telefonata: sì, LeBron è dei Lakers. Quando i profili social di Klutch Sports, l’agenzia di Paul, annunciano che «LeBron James si è accordato per un contratto quadriennale da 154 milioni di dollari con i Los Angeles Lakers», tutto il mondo sa che Magic e Pelinka hanno vinto. Il più forte giocatore del pianeta ha sposato il progetto che hanno immaginato per i Lakers e vuole aiutarli a realizzarlo. Almeno per i prossimi 3 anni. Missione compiuta.