Elezioni calcio: oggi o domani il ricorso al Tar
●Dopo l’endorsement di Giorgetti le componenti spingono per il voto Multa Antitrust da 3 milioni alla Figc
L’endorsement di Giancarlo Giorgetti e i suoi rimbrotti a Giovanni Malagò hanno rafforzato le convinzioni delle componenti del calcio che dal 18 maggio scorso invocano la convocazione dell’assemblea elettiva della Figc: «Andare al voto e al più presto», continuano a chiedere.
RICORSO Lo faranno anche venerdì, nell’ufficio del commissario Roberto Fabbricini, che ha convocato i presidenti delle quattro componenti, Sibilia-Tommasi-Gravina-Nicchi, per esplorare le possibilità di un compromesso. Ma le parti sono lontanissime: Malagò e Fabbricini premono perché il calcio torni al voto con le nuove regole, motivo per cui hanno prorogato il commissariamento fino al 10 dicembre; i «ribelli» insistono per riappropriarsi della Figc prima che si modifichi lo statuto. Si capisce, nell’una e nell’altra versione vivono e muoiono il 2% arbitrale, le quote rosa, la candidabilità di molti dei protagonisti, da Giancarlo Abete in giù. Motivo per cui tra oggi e domani le quattro componenti in rotta di collisione con Coni e commissario depositeranno il ricorso contro la proroga del Commissariamento al Collegio di garanzia del Coni, pronti a rivolgersi al Tar. Giorgetti è stato chiaro: «Se il 70% degli associati chiede di fare un’assemblea credo che non si possa dire di no – ha sottolineato –. Non è giusto aggrapparsi strumentalmente alle situazioni per prolungare un commissariamento che non porterà al cambiamento dei pesi politici delle componenti federali». Le «situazioni» cui fa riferimento Giorgetti riguardano l’adeguamento degli statuti federali alla legge sui mandati e ai principi fondamentali, operazione che scatterà a fine mese, comunque solo dopo che l’ufficio Sport della Presidenza del Consiglio avrà fatto le sue valutazioni e, nel caso, formulato al Coni i propri rilievi.
MULTA La Figc vive ore intense. Ieri, ad aumentare il caos, è arrivata una maxi multa dell’Antitrust: 3,3 milioni di euro per «ingiustificate restrizioni all’accesso ad alcune qualifiche professionali» (direttori sportivi, collaboratori tecnici, osservatori). L’Autorità ha accertato la «natura anticoncorrenziale di quanto previsto da alcuni Regolamenti federali e dai relativi bandi di ammissione ai corsi di formazione». «Il provvedimento muove da un’erronea conoscenza della normativa sportiva», la reazione Figc che ha pronto il ricorso al Tar.