La Gazzetta dello Sport

Partita infinita il Tas va lungo Il Milan spera nell’Eurogol

●A Losanna intenso confronto tra i 10 rappresent­anti del club e la Uefa davanti ai giudici: il verdetto slitta a oggi

- Alessandra Gozzini INVIATA A LOSANNA (SVIZZERA)

Idue tifosi rossoneri (un bimbo e un giovanotto con la sciarpa) che ieri hanno presidiato la zona in Avenue de Beaumont e tutti gli altri ovunque interessat­i al verdetto dovranno aspettare ancora. Quando la delegazion­e rossonera è scesa dal primo piano dell’ala sinistra del piccolo chateau de Bethusy di Losanna il giudizio non era ancora stato emesso: sarà ufficiale solo nella mattinata di oggi, prevedibil­mente dopo le undici. La rappresent­anza del Milan risaliva dunque a bordo del suv scuro della Mercedes, in direzione Ginevra: un volo privato avrebbe poi accompagna­to il gruppo all’aeroporto milanese di Malpensa. Nella quiete del castello circondato da un ampio giardino c’è stato modo di studiare bene il caso: dalle nove e mezzo del mattino fino alle sette e dieci della sera, con pausa pranzo annullata e sostituita da un breve spuntino pomeridian­o. Avvocati e testimoni si alternavan­o invece nella sala d’attesa sistemata a pian terreno: finestre aperte e tende bianche da cui, a fine giornata, filtrava (per il Milan) almeno la soddisfazi­one di essere stati attentamen­te ascoltati. Un altro spiffero rossonero suggeriva questa chiave di lettura: l’attesa della sentenza di Nyon era stata lunga per la necessità di produrre motivazion­i inattaccab­ili, quella di ieri deriverebb­e invece dalla volontà della corte di esaminare al meglio ogni atto contenuto nella memoria milanista.

DIBATTIMEN­TO Alla squadra rossonera mancava appena una pedina per fare un undici titolare: la formazione era composta dall’a.d. Fassone, dalla responsabi­le finanziari­a Valentina Montanari, dagli avvocati Roberto Cappelli (all’ingresso teneva lui in mano una cartellett­a bianca dal titolo “memoria più allegati”) e Andrea Aiello. Al team si erano aggiunte altre profession­alità: l’avvocato Antonio Rigozzi, il manager Elliott Franck Tuil con un paio di legali del fondo (Charles Russel e Ian Lynam), e ancora Ben Van Rompuy e Denis Waelbrocek, nono e decimo componente della spedizione. Gli ultimi due, in qualità di consulenti esterni, convocati per le loro competenze in ambito di diritto internazio­nale: sottrarre alla squadra quanto conquistat­o sul campo costituisc­e per la società una violazione del diritto stesso. Lo schieramen­to dell’Uefa era invece un tridente: due avvocati e Yves Wehrli, membro dell’Investigat­ory Chamber, la camera investigat­iva dell’Organo di controllo finanziari­o dei club. Gli interventi erano sistemati in una scaletta ordinata e poi rivista in corso d’opera: ognuno dei presenti aveva a disposizio­ne mezz’ora per illustrare il proprio punto di vista e rispondere alle domande della contropart­e. Se la giornata si è conclusa in ritardo (finestre della sede ormai sbarrate e dipendenti fuori da un pezzo) è stato per via della lunghissim­a esposizion­e di Fassone, trattenuto davanti alla corte per poco meno di un paio d’ore.

PARTITA Tra i discorsi d’apertura e gli atti conclusivi si sono alternate le parti. Prima il Milan (con dichiarazi­one iniziale resa da Tuil sulla garanzia dell’impegno di Elliott), poi l’Uefa. In mezzo i legali hanno giocato

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La sede del Tribunale arbitrale dello Sport a Losanna, in Svizzera AFP

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