Partita infinita il Tas va lungo Il Milan spera nell’Eurogol
●A Losanna intenso confronto tra i 10 rappresentanti del club e la Uefa davanti ai giudici: il verdetto slitta a oggi
Idue tifosi rossoneri (un bimbo e un giovanotto con la sciarpa) che ieri hanno presidiato la zona in Avenue de Beaumont e tutti gli altri ovunque interessati al verdetto dovranno aspettare ancora. Quando la delegazione rossonera è scesa dal primo piano dell’ala sinistra del piccolo chateau de Bethusy di Losanna il giudizio non era ancora stato emesso: sarà ufficiale solo nella mattinata di oggi, prevedibilmente dopo le undici. La rappresentanza del Milan risaliva dunque a bordo del suv scuro della Mercedes, in direzione Ginevra: un volo privato avrebbe poi accompagnato il gruppo all’aeroporto milanese di Malpensa. Nella quiete del castello circondato da un ampio giardino c’è stato modo di studiare bene il caso: dalle nove e mezzo del mattino fino alle sette e dieci della sera, con pausa pranzo annullata e sostituita da un breve spuntino pomeridiano. Avvocati e testimoni si alternavano invece nella sala d’attesa sistemata a pian terreno: finestre aperte e tende bianche da cui, a fine giornata, filtrava (per il Milan) almeno la soddisfazione di essere stati attentamente ascoltati. Un altro spiffero rossonero suggeriva questa chiave di lettura: l’attesa della sentenza di Nyon era stata lunga per la necessità di produrre motivazioni inattaccabili, quella di ieri deriverebbe invece dalla volontà della corte di esaminare al meglio ogni atto contenuto nella memoria milanista.
DIBATTIMENTO Alla squadra rossonera mancava appena una pedina per fare un undici titolare: la formazione era composta dall’a.d. Fassone, dalla responsabile finanziaria Valentina Montanari, dagli avvocati Roberto Cappelli (all’ingresso teneva lui in mano una cartelletta bianca dal titolo “memoria più allegati”) e Andrea Aiello. Al team si erano aggiunte altre professionalità: l’avvocato Antonio Rigozzi, il manager Elliott Franck Tuil con un paio di legali del fondo (Charles Russel e Ian Lynam), e ancora Ben Van Rompuy e Denis Waelbrocek, nono e decimo componente della spedizione. Gli ultimi due, in qualità di consulenti esterni, convocati per le loro competenze in ambito di diritto internazionale: sottrarre alla squadra quanto conquistato sul campo costituisce per la società una violazione del diritto stesso. Lo schieramento dell’Uefa era invece un tridente: due avvocati e Yves Wehrli, membro dell’Investigatory Chamber, la camera investigativa dell’Organo di controllo finanziario dei club. Gli interventi erano sistemati in una scaletta ordinata e poi rivista in corso d’opera: ognuno dei presenti aveva a disposizione mezz’ora per illustrare il proprio punto di vista e rispondere alle domande della controparte. Se la giornata si è conclusa in ritardo (finestre della sede ormai sbarrate e dipendenti fuori da un pezzo) è stato per via della lunghissima esposizione di Fassone, trattenuto davanti alla corte per poco meno di un paio d’ore.
PARTITA Tra i discorsi d’apertura e gli atti conclusivi si sono alternate le parti. Prima il Milan (con dichiarazione iniziale resa da Tuil sulla garanzia dell’impegno di Elliott), poi l’Uefa. In mezzo i legali hanno giocato