La Gazzetta dello Sport

«Non c’era sicurezza Pronte azioni legali contro il Tour»

●Copeland (Bahrain-Merida), general manager di Nibali: «Imitare la gestione dello Zoncolan. Lappartien­t si è scusato»

- Ciro Scognamigl­io INVIATO A VALENCE (FRANCIA)

«Alla base del problema c’è sempre la sicurezza. Evidenteme­nte non ci sono abbastanza controlli, non ci sono gli investimen­ti necessari. Questo non è accettabil­e». Il tono di Brent Copeland, general manager sudafrican­o della Bahrain-Merida, è come al solito pacato. Ma le sue parole sono molto chiare. Alla squadra naturalmen­te continua a bruciare il modo in cui è dovuto andare a casa dal Tour de France capitan Vincenzo Nibali, al debutto nella Boucle con i colori del team: era quarto in classifica, poteva giocare la tappa dell’Alpe d’Huez, giocarsi il podio e la maglia gialla nella terza settimana. Niente di tutto questo, invece: «Valuteremo la possibilit­à di azioni legali», dice Copeland.

AZIONI «Gli organizzat­ori, in questo caso l’Aso, non stanno facendo abbastanza – continua Copeland –. Ho in mente il modo in cui era stata gestita la tappa dello Zoncolan al Giro, con tutta quella gente a fare un cordone di sicurezza. Esemplare. Dove è successo l’episodio di Nibali, le persone avevano spinto via le transenne… Poi non c’era l’elicottero per trasportar­lo all’ospedale di Grenoble, ci hanno detto, però ne stavano volando 5 o 6 per la television­e. Nibali si è dovuto ritirare, ma non siamo d’accordo con la decisione della giuria di non ridargli i 13” al traguardo. Rispetto a quanto successo nel 2016 a Froome sul Ventoux, ci è stato detto che allora c’era stata la colpa della moto e non era stata una situazione normale. Ma neppure l’accaduto sull’Alpe d’Huez lo era. Nibali sarebbe arrivato di sicuro con i primi. Prima del Tour, i gruppi sportivi avevano scritto all’Uci sulla sicurezza, alla luce delle proteste anti-Sky. Ma la federazion­e non ha mai risposto. Siamo stati danneggiat­i e stiamo valutando un’azione legale. Abbiamo chiesto all’associazio­ne squadre e ci dovrebbe essere un precedente in tal senso». Ieri sera l’ha chiamato il presidente Uci, Lappartien­t: «Si è scusato e mi ha detto che anche secondo lui non è accettabil­e quanto accaduto a Nibali». Fausto Malucchi, il legale dello Squalo, ha scritto alla direzione del Tour e allo stesso Lappartien­t: «Situazioni del genere si devono prevedere ed evitare. Vincenzo non è solo una brava persona, è un simbolo. Tutelare lui, tutelare tutti».

DIRETTORE Di sicurezza è tornato a parlare Christian Prudhomme, il direttore della Grande Boucle, che giovedì alle 23 era andato personalme­nte a scusarsi con Nibali, al rientro in hotel dall’ospedale di Grenoble. «Non vogliamo che succedano più cose del genere. Per colpa di imbecilli che vogliono solo mettersi in mostra, è tornato a casa Vincenzo Nibali. I fumogeni alle corse non devono esserci. Non ha senso. Ci sono due salite, Alpe d’Huez e Ventoux, diverse dalle altre quanto ad ambiente. La grande maggioranz­a del pubblico della bici è corretto. Io invito tutti al rispetto. E poi c’è questo sentimento di repulsione verso Sky che può fare del male a tutti i corridori. Sull’Alpe d’Huez c’erano 500 gendarmi circa, 1,3 km di barriere in basso, 4 km in alto, le moto a protezione. Ma si è creata in quel momento una situazione di confusione esagerata, eccessiva. Noi, ogni anno, facciamo di più per la sicurezza. E a me fa davvero male che sia fuori gara ora un campione esemplare come Nibali».

LA CHIAVE Prudhomme (Tour): «I fumogeni alle corse non ci devono essere. Invito tutti al rispetto. Sull’Alpe c’erano 500 agenti»

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Guardate i fumogeni che hanno avvolto Kruiswijk sull’Alpe d’Huez
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Brent Copeland, sudafrican­o, è il general manager della BahrainMer­ida

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