Gomez formato Europa L’Atalanta è pronta
●Due assist e un rigore procurato dal Papu nella festa del Bortolotti Finisce 3-2 contro l’Hertha Berlino: a segno Barrow, Mancini e Ilicic
L’esultanza di Gianluca Mancini, 22 anni, autore del gol del 2-1: colpo di testa su angolo battuto da Gomez MAGNI ●
Due assist e rigore procurato
SDuvan Zapata in azione. L’attaccante colombiano finora è stato il grande colpo del mercato nerazzurro MAGNI ì, l’Atalanta è pronta per i preliminari, a dispetto del Tas che ha sconvolto i programmi estivi. Vince la 25a edizione del Trofeo Bortolotti, regalando ai tifosi una robusta fetta di nostalgia per i due presidenti che nessuno ha dimenticato, ma soprattutto dimostra di essere (quasi) pronta per il Sarajevo. Perché con Gomez e Ilicic così reattivi e creativi, il primo ostacolo verso la fase a gironi dell’Europa League non sembra insuperabile.
COSA VA Gasperini decide di puntare forte sul 3-4-1-2, comincia e chiude con lo sloveno trequartista tuttofare nel senso che imposta ma si abbassa per recuperare palloni e schermare il regista Lustenberg. Una soluzione provata con discreti risultati anche l’anno scorso. Davanti, Gomez e Barrow con Zapata lasciato inizialmente in panchina perché non al massimo MAGNI della forma. Protagonista il Papu, molto vivace, che lascia il segno in tutti i gol, prima mandando Barrow davanti a Krath (minuto 30), poi (34’) trovando la testa di Mancini su un millimetrico angolo da destra e infine procurandosi il rigore per un fallo evidente di Klunter. Più che buona l’intesa tra i due attaccanti che spesso si sono scambiati la posizione. Un’Atalanta non perfetta ma concentrata che ha spinto soprattutto per vie centrali, perché i due esterni sono sembrati abbastanza timidi: comunque meglio Castagne di Gosens. A un quarto d’ora dalla fine, Gasp li ha cambiati: dentro Hateboer e il nuovo acquisto Reca. In campo anche Zapata per Barrow: un tiro senza pretese, un colpo di tacco complicato (su invito del solito Gomez) e qualche sportellata per liberarsi di Stark. Troppo poco per giudicare il centravanti che dovrebbe andare in doppia cifra. Nel finale e dopo la girandola di sostituzioni, D’Alessandro va a fare il trequartista dietro Zapata e Tumminello. Stesso modulo, dunque.
COSA NON VA Qualche incertezza in difesa, che si è fatta sorprendere su Rekik (fotocopia del gol di Mancini: anche lui difensore, anche lui di testa su angolo) e su Dilrosun all’inizio del secondo tempo. Ma i tre centrali hanno anche cercato la soluzione offensiva, Masiello ha sfiorato il terzo gol dopo una sponda di Toloi. A tratti si sono viste difficoltà nella costruzione del gioco, perché l’impreciso e timido Valzania non è Freuler, arrivato ieri dalle vacanze post Mondiale e soprattutto perché manca un incursore alla Cristante. L’accordo per Pasalic è stato raggiunto, si aspetta che il talento croato rientri dall’Australia nei prossimi giorni. Intanto Gasperini deve accontentarsi.
L’HERTHA I tedeschi hanno giocato a ritmi bassi: Dardai ha puntato su un tridente molto più statico rispetto a quello dell’Atalanta col figlio Palko a destra, Ibisic al centro e Lazaro a sinistra. Il bosniaco, capitano dell’Hertha, 28 gol in nazionale, è stato il più deludente. Segnali di risveglio all’inizio del secondo tempo, poi spenti dal rigore di Ilicic. L’Hertha ha sfiorato il 3-3 con Esswien (28’), ma ha dato la sensazione di accusare la fatica.