Scamacca: «L’Under 19 vola alto Europeo e poi Mondiale, si può»
●«Il gol di testa con il Portogallo? Con un maestro come Van Nistelrooy... Resto al Sassuolo? Il club decide il meglio per me»
Gianluca Scamacca ha iniziato a giocare a calcio in una società della periferia nord di Roma che si chiamava Polisportiva Delle Vittorie. Delle vittorie, l’Italia Under 19 le ha già portate a casa: due, con Finlandia e Portogallo e oggi, contro la Norvegia, può accontentarsi di un pareggio, per chiudere il girone al primo posto. «Ma questa è la gara più difficile del girone - dice l’attaccante del Sassuolo -. Sono una squadra forte e strutturata: sarà come una finale e non giochiamo per pareggiare».
Avete la sensazione di poter arrivare fino in fondo?
«Sì, se non avessimo la voglia di vincere l’Europeo ce ne saremmo rimasti a casa. Gruppo forte: molti di noi giocano insieme dall’Under 15, la compattezza si vede in campo».
A quei tempi era ancora della Roma, prima del Psv Eindhoven.
«Resto tifoso giallorosso, per Roma-Liverpool ero allo stadio. Totti rimane il mio idolo, e la prima maglietta che ho avuto è stata quella di Batistuta».
Il gol di testa di giovedì al Portogallo, invece, ha ricordato Ruud van Nistelrooy, che l’ha allenata in Olanda.
«Uno dei miei maestri: gioco nel suo ruolo, è normale che avesse tanti consigli da darmi. Devo tantissimo anche a Roberto Muzzi, avuto alla Roma: ex attaccante anche lui...».
Bilancio dell’ultima stagione tra Sassuolo e Cremonese?
«Positivo. Un anno di transizione, ho preso contatto con il calcio dei grandi. E la differenza è enorme, per intensità degli allenamenti e maturazione che il GETTY giocare con gente adulta ti dà».
Si aspetta una chance al Sassuolo?
«Non lo so e non ci penso. La società saprà trovare la miglior soluzione per me: ho la testa concentrata sull’Europeo, non possiamo perdere tempo a pensare a quel che succederà».
Negli ultimi anni, le Nazionali giovanili stanno tornando a fare risultati. Voi avvertite questa crescita?
«Il lavoro della Figc per costruire gruppi competitivi in tutte le Under è enorme. I risultati si vedono: speriamo di battere la Norvegia e qualificarci al Mondiale Under 20, per poterci misurare con le migliori nazionali degli altri continenti».
Sembra torni anche l’attaccamento alla maglia azzurra.
«Da parte mia c’è sempre stato, sia quando ho giocato in Italia che quando ero al Psv. Canto l’inno a squarciagola, ogni volta sono brividi diversi».
A 19 anni è già pieno di tatuaggi. Ma quanti sono?
«Ho perso il conto. Ogni disegno, però, si lega a un’esperienza della mia vita».
Uno pronto in caso di vittoria dell’Europeo?
«Non si dice, sono scaramantico...».