La Gazzetta dello Sport

Vallortiga­ra

Il segreto? Un matematico «Ma il merito è tutto suo»

- Andrea Buongiovan­ni

Vive, da sempre, di atletica. In senso figurato, ma non solo. Stefano Giardi, 49enne senese, orgoglioso contradaio­lo del Montone, è l’uomo che sta dietro agli exploit di Elena Vallortiga­ra. A sua volta ex saltatore in alto (un personale di 1.95), allenatore federale di quarto livello, responsabi­le del settore salti del comitato toscano, da una quindicina d’anni è d.t. e presidente dell’Uisp, la società storica della città del Palio, in passato organizzat­rice del Meeting dell’Amicizia. Diplomato al liceo Scientific­o, ha studi universita­ri in Matematica («fino a due esami dalla laurea – ricorda – poi il campo mi ha risucchiat­o » ) . Appassiona­to a 360°, tiene corsi di attività motoria, campi estivi e doposcuola («Di qualcosa devo pur campare – sorride – e il lavoro coi bambini è stimolante come quello che, per 17 anni, ho svolto coi disabili mentali. Se sai insegnare a loro, con gli altri è più facile»). Ha ●C’è coach Giardi, 49enne senese, dietro la rinascita di Elena, salita fino a 2.02: «Ha pazienza, impara in fretta e non si arrende» allenato e allena atleti di tutte le specialità, prove multiple comprese, soprattutt­o velocisti e saltatori. Alcuni li ha portati fino all’azzurro giovanile, altri a buoni livelli nazionali (Filippo Costanti a 47”37 sui 400, Matteo Baldi a Anna Pau a 2.07 e a 1.86 in alto), una a Mondiali e Olimpiade: la 30enne nigeriana Doreen Amata, personale di 1.95, 8 nella rassegna iridata di Daegu 2011, 17 ai Giochi di Londra 2012. Sulla pedana dove la Vallortiga­ra, domenica, è volata a 2.02. Giardi ha due figlie: Matilde e Giulia. Han fatto e fanno atletica: ovvio, no?

Stefano, come ha reso possibile questo miracolo?

«Nessun miracolo. Solo una bella collaboraz­ione che ci sta portando a quei risultati per i quali abbiamo cominciato a lavorare un paio d’anni fa. E, per me, un sogno che si realizza».

Come avete cominciato?

«Elena s’è presentata nell’agosto 2016, portata da Gianni Tozzi, responsabi­le della Forestale e da Ilaria Ceccarelli, referente degli ostacoli dello stesso club, il suo prima che confluisse nei Carabinier­i. Era reduce da anni di problemi, ne aveva provate tante, stava valutando un trasferime­nto all’estero. Abbiamo parlato. Dopo un paio di mesi ha preso casa a Siena».

In che condizioni era?

«Saltava due volte 1.60 e doveva stare una settimana a riposo, piena di dolori. Così, per quattro mesi, abbiamo fatto solo esercizi posturali. Li ripetiamo ancora oggi, tre volte alla settimana. L’allineamen­to del bacino è diventato più stabile. E da lì, con piedi finalmente più brillanti, è ripartita».

Nell’inverno 2017 ha subito vinto gli Assoluti indoor con 1.87, misura che non superava dal 2010...

«Ma tecnicamen­te non era ancora consolidat­a. Non aveva ancora le giuste cartucce da sparare. E il cappello dell’1.91 fatto da junior restava molto pesante. Tanto che la stagione all’aperto è stata complicata».

Quanta pazienza c’è voluta?

«È un suo grande pregio. Da sempre. Senza, non sarebbe qui. Anche perché a inzio gennaio 2018 s’è di nuovo fermata per una botta al tallone del piede di stacco».

Quante altre avrebbero insistito, a quel punto?

«La ricostruzi­one psicologic­a è andata di pari passo a quella atletica. Il resto, ritrovata la giusta ritmica, una rincorsa fluida di otto passi con tre di preavvio e riferiment­i al quint'ultimo e al terz'ultimo appoggio, nonché buoni collegamen­ti tra le tre parti del salto, è venuto di conseguenz­a. Ed è la storia degli ultimi tre mesi. Elena è tornata incisiva allo stacco, sono arrivate le misure e sono cambiate le prospettiv­e».

Fino a «passare» 1.98 in una tappa di Diamond League...

« Ho condiviso la scelta: era chiaro che i due metri erano maturi. Dove arriverà? Anche oltre i 2.02, subito o in futuro».

Perché il vostro rapporto funziona così bene?

«Elena è un'atleta adatta a me: io sono razionale, lei diligente e curiosa. Soprattutt­o apprende in fretta. Ed è ciò che distingue i campioni dagli altri».

Quali sono i suoi maestri?

«Studio Vittori, prendo da Corradi e da Tamberi, apprezzo l’approccio posturolog­o di Canali, “rubo” un po’ da tutti. E applico allo sport quel che so di matematica e altre materie. Seleziono: sono competitiv­o, ho bisogno di stimoli».

LA CHIAVE Atletica a 360°: il tecnico si occupa anche di bambini, disabili e camp

«Siamo ripartiti dalla salute: poi ha ritrovato piedi, rincorsa e misure»

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 ??  ?? 1 Elena Vallortiga­ra, 26 anni, alla stacco domenica nella tappa di Diamond League di Londra, seconda con 2.02, personale incrementa­to di 6 cm, a 2 dal record italiano COLOMBO In azione sopra l’asticella: nel suo 2018 all’aperto dieci gare con una media...
1 Elena Vallortiga­ra, 26 anni, alla stacco domenica nella tappa di Diamond League di Londra, seconda con 2.02, personale incrementa­to di 6 cm, a 2 dal record italiano COLOMBO In azione sopra l’asticella: nel suo 2018 all’aperto dieci gare con una media...
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