MILAN PIPITA TANGO!
E balla anche Bonucci
Il futuro d.t. apre la trattativa. La Juve chiede 60 milioni per Higuain. Però spunta il clamoroso scambio con il difensore che vorrebbe tornare in bianconero
Parlare d’affari al primo appuntamento non è da persone di classe. E uomini eleganti come Leonardo e Giuseppe Marotta non avrebbero mai potuto macchiare il colloquio del «bentornato» con discorsi di vile denaro. Solo convenevoli telefonici: l’augurio lo ha formulato l’a.d. juventino al nuovo dirigente rossonero che rientra nel mondo della Serie A, dove i campioni d’Italia fanno gli onori di casa, forti di sette scudetti consecutivi. Se poi incidentalmente sia stato fatto il nome di Gonzalo Higuain, almeno di sfuggita, non è dato sapere. Ma ci sarà un momento per parlarne, e quell’occasione potrebbe arrivare anche abbastanza presto, visto che il Chelsea sta temporeggiando e non ha ancora presentato un’offerta concreta per il Pipita. Il contatto tra Milan e Juve, comunque, è il passo avanti di ieri, la puntata quotidiana del romanzo dell’estate. Di più è difficile chiedere: Leonardo è gia attivo sottotraccia nel suo ruolo da direttore tecnico del Milan, ma la sua nomina non è stata ancora ufficializzata dalla nuova proprietà.
INGAGGIO Prima che il club di via Aldo Rossi inviti formalmente la Juve al tavolo di trattativa per Higuain, andrà trovato l’accordo tra i rossoneri e l’attaccante. Che gradisce la destinazione milanese e non l’ha mai nascosto né smentito, ma ovviamente non intende rimetterci in modo massiccio dal punto di vista economico. I suoi 7,5 milioni netti di stipendio a stagione sono lontani dalla proposta che alcuni emissari del Milan hanno fatto pervenire all’entourage del giocatore: la differenza è nell’ordine dei 3 milioni all’anno, troppo grande per indurre Gonzalo a un «sì» in questa fase. Higuain ha ancora 3 anni di contratto con la Juve, se anche il Milan dovesse offrirgli un quadriennale i conti non tornerebbero. Per pareggiare l’esborso a livello d’ingaggio, pur spalmato in un periodo più lungo, l’offerta dovrebbe salire almeno di 1 milione a stagione. Ci si lavorerà, contando sulla volontà del Pipita di rimanere in Italia.
CARTELLINO Sistemata la questione stipendio, cosa tutt’altro che banale, il Milan dovrebbe poi andare all’assalto con la Juve, forte a quel punto dell’accordo col giocatore. Se è vero che il monte ingaggi non può superare il 60% dei ricavi (Uefa dixit) e se è altrettanto inoppugnabile che il bilancio rossonero beneficerebbe di un taglio di costi del personale, ci
sono paletti da considerare anche dal punto di vista del cartellino. La Uefa non impedisce ai club con cui instaura il Settlement Agreement (potrebbe toccare presto al Milan) la possibilità di fare acquisti, ma può concordare delle regole per il rientro nel Fair play finanziario. Come è accaduto a Inter e Roma, il Diavolo potrebbe dover chiudere a saldo zero alcu- ne sessioni di mercato: se vuole Higuain, in altre parole, Leonardo dovrà vendere altri elementi di primo piano. Altro dettaglio non secondario: i bianconeri non accetteranno nulla di diverso da una cessione a titolo definitivo, quantificata intorno ai 60 milioni. Niente prestito con obbligo di riscatto, operazione che comunque il Milan dovrebbe mettere a bilancio subito per intero, senza dilazioni, come da dettami del nuovo FFP. I buoni rapporti tra la Juve e Leonardo, uniti alla ritrovata solidità finanziaria dei rossoneri col passaggio del club al fondo Elliott, avranno comunque un peso significativo.
MORATA In tutto questo, bisogna sempre fare i conti col
Chelsea. Che non ha problemi economici e può farsi avanti per Higuain quando vuole, spinto dalle richieste di Sarri. I Blues possono tentare sia la Juve che il Pipita con moneta sonante: nel caso quell’offerta fosse accettata, il Milan dovrebbe virare su Alvaro Morata, a quel punto di troppo a Stamford Bridge. Lo spagnolo non è un ripiego, la precedente
gestione rossonera aveva già avviato una trattativa. Prenderlo sarebbe comunque un gran colpo. Dipenderà da cosa uscirà da questo triangolo coi vertici a Torino, Milano e Londra: un triangolo con la base molto stretta se disegnato sulla cartina dell’Europa, ma sempre di triangolo si tratta. Eccome, se si tratta.