De Silvestri cambia passo e si prende la fascia destra
● Mazzarri lo sposta da terzino a esterno di centrocampo: arrivano i gol
Lollo va di fretta, glielo impone da sempre il suo credo (non solo calcistico), perché l’importante è osare e non porsi mai limiti. Del resto, nella famiglia De Silvestri la fatica e il sacrificio nello sport sono sempre stati una costante.
FATICA Papà Roberto, un abruzzese di quelli tosti, ha collezionato varie partecipazioni alla Vasaloppet e alla Marcialonga, e pure Lorenzo all’età di dieci anni ha vinto il celebre Trofeo Topolino nelo sci di fondo. Poi il calcio ha avuto la meglio, ma la voglia di crescere e migliorarsi è rimasta. Chiedetegli cosa accadde il 19 maggio 2004 a Frosinone: la Lazio vinse uno a zero e Roberto Mancini, all’epoca sulla panchina biancazzurra, mandò in campo il quindicenne De Silvestri a fianco di Negro e (nientemeno) Sinisa Mihajlovic, diciannove anni in più rispetto a lui.
SCOMMESSA Figurarsi quest’anno in ritiro, dopo che la stagione passata si era chiusa per lui con il botto (35 presenze e 5 gol in campionato, oltre ai due in coppa Italia contro Trapani e Roma: mai aveva segnato così tanto), quando Walter Mazzarri gli ha proposto di uscire più spesso dalla difesa diventando un esterno vero e proprio, a lui non è sembrato vero.
PRECISIONE Ha moltiplicato gli sforzi, si è messo spesso e volentieri in testa al gruppo nel ritiro di Bormio e, alla prima occasione vera, sabato scorso contro la Pro Patria, s’è inventato un’azione «da manuale del calcio» (Mazzarri dixit) andando in profondità e servendo un pallone in area che Parigini ha trasformato nel secondo gol granata. Ma, evidentemente, questa metamorfosi non gli bastava, visto che in ritiro ha preso anche lezioni sui calci piazzati e negli inserimenti verso il centro dell’area, facendo tesoro delle ore di tattica spese sul campo seguendo gli insegnamenti dello staff tecnico.
CATENA Mazzarri, insomma, sembra avere fatto bene i suoi conti, perché a giudicare dalle prime tre amichevoli stagionali la catena di destra, con l’ex genoano Armando Izzo (o il brasiliano Bremer) terzino destro e Lollo sulla fascia può aprire varchi improvvisi nelle ripartenze dei granata. Adesso a partire da sabato prossimo verranno tre test più impegnativi (contro Nizza, Chapecoense e Liverpool) per trovare nuove conferme al De Silvestri in versione «mazzarriana», più avanzata rispetto a quanto ci eravamo abituati.
ESEMPIO Il Toro punta forte su di lui, e non solo per una questione di numeri: se è vero che lui ha dimostrato di poter rendere molto di più da esterno di centrocampo (come nella seconda metà della stagione passata) rispetto al Lollo prima maniera, Mazzarri ha un altro ottimo motivo per dargli fiducia: è un leader nato. L’uomo giusto, insomma, per far crescere il Toro che verrà.