La Gazzetta dello Sport

Molina sfida la sua Spagna «Pronto, felice di giocarla»

●L'universale azzurro, capitano iberico fino al 2016, non teme il suo derby: «Non mi fischieran­no. Settebello finora da 6,5, ma possiamo fare di meglio»

- Franco Carrella INVIATO A BARCELLONA (SPAGNA)

Prima o poi, doveva accadere: Guillermo Molina e la Spagna avversari in una sfida con vista medaglie. «Sono felice per me, per il Settebello e anche per loro. Era da una vita che non entravano tra le prime quattro in una grande manifestaz­ione». Esattament­e dal 2009, quando conquistar­ono l’argento ai Mondiali di Roma. Agli Europei, invece, bisogna andare ancora più indietro nel tempo: bronzo a Belgrado 2006. Non può essere un match come gli altri per Willy, capitano della Nazionale iberica dal 2011 al 2016 (vi giocava dal 2001), azzurro da questa stagione, italiano di antica militanza (Pescara, Firenze, Brescia, Pro Recco) e anche d’adozione dopo aver sposato Sofia, nata a Battipagli­a e cresciuta a Genova. Stasera, per lui, la semifinale continenta­le alla Picornell sarà davvero la partita del cuore, davanti a 4.000 spettatori. Un confronto nel segno della fantasia, mentre saranno muscoli e potenza a prevalere in Serbia-Croazia.

IERI E OGGI Contrasti interni pesarono nell’addio di Molina alla Spagna («Alcune cose non mi erano piaciute, avevo perso gli stimoli» disse tempo fa), adesso ha voltato pagina e garantisce di vivere una vigilia serena. «Dal punto di vista tecnico, direi che affrontare la Grecia sarebbe stata la stessa cosa, in termini di valori. Dal punto di vista emotivo, nessun problema né per me né per la squadra: stiamo dimostrand­o una grande tenuta mentale. Mi fischieran­no? Non credo. In questi giorni, anzi, ho ricevuto una bella accoglienz­a» racconta Molina, papà di Leonardo e Manuel, nella rappresent­ativa spagnola dal 2014 assieme a un altro naturalizz­ato azzurro, Gonzalo Echenique, argentino di nascita. Certo che in Spagna non la presero bene, quando Willy s’affacciò nel Settebello (esordio il 16 febbraio in Europa Cup a Palermo, 16-4 alla Germania). Ma a sostenerlo ci sono le parole di Manuel Estiarte, leggenda della pallanuoto: «Tutte le scelte personali sono da rispettare. Ho avuto occasione di parlare con Guillermo, lo capisco e non giudico. Nessuno dovrebbe farlo».

LA SPINTA Sandro Campagna fu decisivo per il sì di Molina: «Un entusiasmo contagioso. Il c.t. mi ha dato nuovi stimoli per inseguire i Giochi di Tokyo» ammette il 34enne universale, tra quelli che può ricoprire tutti i ruoli (infatti va a fare pure il centroboa per dare respiro a Michael Bodegas), l’uomo a cui è addirittur­a intitolata una piscina: a Ceuta, dove è nato, città autonoma spagnola situata nel Nord Africa, vicino allo stretto di Gibilterra. Dominazion­i cartagines­i, romane, arabe, visigote, portoghesi. Un luogo speciale, tanto che Guillermo si è sempre considerat­o «cittadino del mondo». Tifoso del Real Madrid – a Barcellona per lui è un derby doppio – Molina applaude l’Italia ammirata fin qui: «Abbiamo lavorato sodo nella fase invernale e i risultati si vedono. Tutti sanno sacrificar­si. Stiamo offrendo un gioco frizzante: velocità, contropied­e, agilità. Armi decisive per contrastar­e avversari più pesanti. Ma il vero punto di forza è la difesa (la migliore del torneo, appena dieci gol incassati nelle quattro uscite, ndr), Marco Del Lungo in porta è in stato di grazia». Un voto al Settebello approdato in semifinale? Il campione della Pro Recco vola basso, fin troppo: «Dico sei e mezzo. Credetemi, possiamo fare molto meglio».

I RIVALI Tre vittorie e un pareggio per la Spagna (93 chili di media, due in più dei nostri): 21-4 su Malta, 7-4 alla Francia, 7-7 col Montenegro, 10-6 nei quarti con la Grecia. Solo tre giocatori non provengono dalla Catalogna (il basco Alberto Munarriz, l’andaluso Miguel De Toro, il brasiliano naturalizz­ato Felipe Perrone) nel gruppo guidato dall’inizio del 2017 da David Martin, fratello di Chus, allenatore del Barcelonet­a, il club che compone l’ossatura della Nazionale. Intanto, un dato mostruoso: in tutte le quattro partite disputate, l’Italia è volata almeno sul 6-0 in avvio. Oggi, certamente sarà più dura: appuntamen­to alle dieci della sera, nell’arena chiamata Picornell.

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IL NUMERO

Gli anni dall'ultima finale europea del Settebello. A Zagabria vinse la Croazia 7-3

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AFP Guillermo Molina, 34 anni: sopra in azzurro (DEEPBLUEME­DIA), sotto capitano della Spagna

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