Campagna e Pomilio e la finale d'oro alla Picornell nel '92 «Fu un match di boxe»
Molina, il 9 agosto 1992, aveva 8 anni. Di Fulvio, Fondelli, Velotto, Renzuto, Presciutti e Nicosia non erano ancora nati. Quel giorno, Campagna e Pomilio erano in acqua alla Picornell per contendere l’oro olimpico alla Spagna: 9-8 per il Settebello dopo sei supplementari, rete decisiva di Gandolfi su assist dell’attuale c.t. La semifinale di stasera rimanda a una sfida epica. «La lucidità dall’inizio alla fine fu spaventosa. È quella che servirà pure in questa occasione, considerando il tifo contro. Manteniamo nervi saldi, se anche dovessimo subire qualche fischio arbitrale che non ci convince. Affronteremo una bella squadra che sa giocare in profondità», sintetizza Sandro Campagna.
SUL RING La pensa allo stesso modo il vice Amedeo Pomilio (il papà Gabriele era storico dirigente di quel Settebello d’oro): «La testa prima di tutto. È una Spagna in crescita e prevedo una gara tiratissima. Negli ultimi due confronti, in Europa Cup e ai Giochi del Mediterraneo, ci ha battuto». Alla Picornell, tra i rivali del ’92, il grande Estiarte, suo compagno a Pescara prima e dopo i Giochi. «Con Manuel scherzavamo sul fatto che per lui sarebbe stato meglio vincere l’oro in casa anziché quattro anni dopo ad Atlanta... Quella nostra finale fu come un match di boxe tra pugili che non vogliono andare al tappeto».
L’EX C.T. In tribuna ci sarà Ratko Rudic, fresco tecnico del Recco, nel ’92 sulla panchina azzurra (qui con la Croazia femminile c’è pure Matutinovic, all’epoca tecnico della Spagna): «Sto vedendo un grande Settebello – dice Rudic – nel segno del dinamismo, della reattività e della freschezza». Merito di allenamenti mirati (il preparatore atletico è Alessandro Amato): Campagna quest’anno ha chiesto sedute dure già a pochi giorni dagli ultimi impegni di club, lavorando sull’alta intensità.