I disegni di Leonardo «Milan, nessun colpo folle Rino mai in discussione»
1 Il nuovo d.t: «Siamo legati al Fair Play, Gattuso mi chiede tre acquisti Maldini? Fosse dei nostri sarebbe molto bello. Presto anche un d.s.»
Per il messaggio di benvenuto, scritto nella nota che lo annunciava e nel pannello rossonero che ieri gli stava alle spalle, sono state sufficienti quattro parole: «Leo is back home». Leonardo è tornato a casa alle quattro e mezzo del pomeriggio, abbracciato dal presidente Scaroni. Leo ha conosciuto tutte le stanze: è stato giocatore, allenatore, consulente, emissario. Da ieri occupa una delle scrivanie più importanti, quella di direttore generale dell’area tecnicosportiva. Leonardo conosce già moltissimi degli inquilini e di nuovi è pronto ad accoglierne. Se il tema è quello del ritorno, anche per gli obiettivi bisogna voltarsi indietro: il nuovo Milan vuole fare come quello vecchio, anzi vecchissimo, e tornare a risiedere nelle nobiltà: Leo è tornato a casa e la casa del Milan è l’Europa. L’aggancio vale anche per altre questioni affrontate nel giorno dell’ennesimo debutto: il club dovrà tornare a fare i conti con l’Uefa, come Leo anche Maldini sarebbe un rossonero di ritorno, mentre Bonucci ha espresso il desiderio di rientrare alla base (bianconera). Quello che invece non tornerà è il ricco mercato dell’estate scorsa: quello di quest’anno sarà decisamente più contenuto. Se Leo è tornato a casa, a fare da padrone c’è oggi Paolo Scaroni, nuovo presidente del club. Che così ha accolto il gran ritorno: «Leo è un’ulteriore prova dello sforzo di Elliott, impegnato a riportare il Milan ai fasti del passato. Qui è stato quattordici anni e ha fatto tutto, conosce e abbraccia tutti, significa che è di casa».
NIENTE BOTTI Leo ha parlato per trequarti d’ora e molto avrà da dire anche in futuro: in agenda ha previsto contatti con i dirigenti di altri club, chiacchierate con i suoi giocatori e con prossimi collaboratori. Dalle parole si dovrà in breve tempo passare ai fatti e sulla nuova base edificare il nuovo corso. Il progetto è ambizioso: costruire una squadra competitiva rispettando i confini del bilancio. Oltre all’abito scuro del primo giorno, Leonardo è perfettamente calato anche nella nuova realtà: conosce i contorni entro cui muoversi e si mantiene all’interno. Vale soprattutto per il mercato, il cui perimetro è subito ben delineato: rispetto a dodici mesi fa non sarà necessario lo spazio per piantare i fuochi d’artificio. Spiega Leo: «Non sarà un mercato folle o di bam-bam-bam, ma sarà qualcosa di saggio e moderato. In questa sessione non sarà possibile il grande colpo. Siamo legati ai parametri del Fair play finanziario». Non vuol dire che, riposti i botti, non ci sia comunque qualche colpo. Magari tre: «Mezzala, esterno e centravanti sono i ruoli indicati da Rino su cui intervenire? Il suo piano combacia con il mio, vediamo che tipo di possibilità ci saranno e quali incastri si potranno verificare». Il mercato è diventato un puzzle e le tessere sono tutte nelle mani di Leonardo. Si parte con l’omonimo Bonucci: «Il suo desiderio è quello di tornare alla Juventus, se sarà possibile lo faremo ma senza obblighi, vedremo se ci sarà la possibilità. È stato il simbolo del rinnovamento ma esprimere una volontà è normale: lui lo ha fatto in grande armonia e insieme si cercherà di vedere cosa potrà succedere. Vero, ho incontrato la Juventus ma non solo loro, siamo in ritardo e dobbiamo riprendere in fretta tutti i rapporti». Altre caselle raffigurano portieri e attaccanti. «La coppia Donnarumma-Reina è equilibrata. C’è gioventù ed esperienza, c’è un portiere di grande proiezione e uno che a 36 anni porta equilibrio e bravura. E’ un equilibrio che trovo facilmente gestibile e ne abbiamo già parlato anche con Rino. Per Gigio non sono ancora arrivate offerte ma mi sono appena insediato e nel caso cominceranno ad arrivare da oggi: voglio però prima capire le loro intenzioni, non ho ancora avuto modo di parlarci. Per Kalinic ci sono tante opportunità, ma ancora non c’è niente di definito. Andrè Silva è diverso, è giovane ed è un caso da studiare bene prima di prendere una decisione. Per i nuovi Kakà o Thiago Silva serve un lavoro di un anno, qui invece c’è poco tempo e servono subito risultati. Della squadra non c’è tanto da cambiare, anche perché il secondo anno di solito ci si esprime meglio. Certo penseremo anche a inserire chi potrà migliorarci ma il calcio è cambiato e i conti sono fondamentali».
AVANTI CON RINO E’ nel nuovo ruolo che Leo ricambia il lavoro in mediana di Gattuso, quando i due erano compagni di squadra. Per spazzare via le voci di un nuovo allenatore Leonardo non sceglie infatti il dribbling ma un tackle: «Il mio punto di vista su Rino è lo stesso della proprietà. L’allenatore è stato il primo a essere confermato nel comunicato di Elliott e del suo futuro non si è mai discusso. Parlare di Conte è normale nel periodo di mercato soprattutto perché è un allenatore libero ma nessuno lo ha mai contattato o pensato al cambio in panchina. Gattuso è un uomo Milan e con lui ripartiremo». Superate precedente ruggini, vanno ora rinsaldati i rapporti con una parte della tifoseria: «Io traditore? Capisco perfettamente che per qualcuno può essere stato così e infatti rispetto ogni reazione. Ma è un’interpretazione dettata dai sentimenti, che evidentemente ci sono stati». Volentieri Leo condividerebbe la nuova avventura con un futuro compagno di viaggio. Uno che con somma gioia gradirebbe avere al proprio fianco è Paolo Maldini, per cui si parlerebbe del ritorno per eccellenza. «Paolo è un grande amico ed è un valore unico, enorme. Se fosse con noi sarebbe una cosa molto bella. Vediamo». Meno romantico ma altrettanto utile sarebbe un nuovo dirigente: «Il direttore sportivo? Una mano ci vuole perché c’è molto da fare, ma la scelta delle persone è importante e serve tempo». Infine, ritorno fa rima con orgoglio: «Ho visto un grande interesse per il calcio e una struttura ampia, giovane e ambiziosa. C’è stato uno studio di mercato e dopo di questo sono stato scelto, modalità che mi rende orgoglioso di avere questo privilegio. Rientrare dopo nove anni e ritrovare persone che conosco mi fa già dire che ne è valsa la pena. E’ forse la sfida più difficile della mia vita perché i ritorni sono sempre complicati ma ho trovato grande equilibrio tra l’idea e la possibilità di realizzazione. Il progetto è dare una linea, serve un’identità di gestione. E poi sono andato via io e la Juve ha vinto tutto... Noi dobbiamo fare il meglio per tornare nel gruppo d’élite che porta alla Champions».
VOGLIAMO TORNARE IN QUELL’ELITÉ CHE PORTA ALLA CHAMPIONS LEAGUE
LEONARDO/1 SUGLI OBIETTIVI
GIGIO E REINA? PER ORA NON HO RICEVUTO OFFERTE, SONO COMPATIBILI
LEONARDO/2 SUI PORTIERI