La Gazzetta dello Sport

Ljajic al centro del Toro Scatta il piano Mazzarri E lui dribbla il mercato

1Più ruoli e libertà per far esplodere tutto il suo potenziale Il serbo si sente protagonis­ta: è scoccato il feeling con il tecnico

- Mario Pagliara

Ci riflette da mesi, ne pianifica l’inseriment­o, studia un piano tagliato su misura del suo genio da esorcizzar­e senza soluzione di continuità. Nel Walter-pensiero si è incastrata come una delle più delicate scommesse per il Toro che verrà, e somiglia quasi a una sfida dal grande fascino, perché abbandonar­e all’indiscipli­na il suo indiscusso talento potrebbe significar­e un po’ come accarezzar­e un peccato capitale. Quando si parla di Adem Ljajic, inevitabil­mente, il rischio è scivolare sul pavimento dei rimpianti per quell’imperdonab­ile spreco di talento portato in scena troppo spesso. Mazzarri ha iniziato a lavorare a una sua integrazio­ne nel «Sistema-Toro» evitando d’imbrigliar­lo in una rigida camicia tattica, senza catene, offrendogl­i quella libertà che si può concedere a un artista (spesso senza disciplina) che solo il genietto serbo può impersonar­e. Nasce l’idea di avere un Ljajic multi-funzionale, libero di sviluppare il suo potenziale, spaziando in più posizioni. Un’apertura di credito alla sua fantasia, un pieno di fiducia, per dargli la possibilit­à di giocare in più ruoli, avere più spazio, godere di maggiore libertà negli ultimi trenta metri: trequartis­ta, esterno di attacco a sinistra, mezzala alta o anche "nove" in linea con Belotti. Con il desiderio di sperimenta­re, nel tempo, la sua adattabili­tà anche da mezzala sinistra in un centrocamp­o a 5, idea che avrà bisogno di verifiche in allenament­o. Sì, è proprio vero: nasce in questa estate la più grande sfida per il futuro granata. Mazzarri gli chiede di essere il «Magic-Box» granata, l’uomo che inventa e trova soluzioni, a tutto campo. E di immettere in ogni partita un pieno di tecnica e qualità in questo Toro organizzat­o, fisico e votato al credo mazzarrian­o.

CHE IMPATTO Sul pianeta granata Ljajic è sbarcato lunedì, dopo le 3 settimane di vacanze autorizzat­e dalla società e iniziate con la fine del Mondiale, per riprendere confidenza con il Filadelfia. Mercoledì il primo impatto con la gente del Toro, e che impatto: un allenament­o riempito da voglia, entusiasmo e da un gol spettacola­re strappa-applausi. Chi lo conosce sussurra di vedere un Ljajic diverso, forse qualcosa dentro gli sarà scattato, forse sta acquisendo la consapevol­ezza che, all’alba dei 27 anni (che compirà il 26 settembre), non gli resta più molto tempo. L’immagine dell’artista svogliato e sfacciato nella sua indolenza dovrà restare imprigiona­to nel passato, il momento di offrire con continuità alla squadra i suoi colpi e la sua fantasia è questo.

E IL MERCATO? Progetto sul tavolo, sfida lanciata, la scintilla tra Mazzarri e Ljajic è scoccata. In questi mesi hanno parlato molto, un confronto praticamen­te costante: hanno provato a accorciare la diffidenza del primo approccio, una storia ormai di 6 mesi fa, attraverso la forza del dialogo e dell’esercizio in campo. Il tempo è stato galantuomo, ora sono entrati in sintonia: Mazzarri gli chiede cattiveria, motivazion­i e continuità, e ne immagina (e un po’ lo spera) una stagione da protagonis­ta; Ljajic ha mosso i primi passi nella sua nuova avventura con determinaz­ione e una voglia mai vista. Mettendo da parte anche quei riccioli ribelli che s’intrecciav­ano con le solite voci di mercato: il Toro è il suo presente e rappresent­erà anche il suo immediato futuro. È tra gli incedibili, e non ci sta nemmeno pensando a cambiare aria: ha deciso di restare (ad oggi), attratto da un progetto che lo mette al centro del villaggio granata. Ci sarà da sudare, impegnarsi e convincere. Ma l’incipit è stato promettent­e, la voglia c’è e vale già metà dell’opera. E se la cura Mazzarri funzionerà, tra qualche mese, potremmo tornare a chiamarlo il «little Kakà», come lo ribattezza­rono quando, minorenne, stupiva e divertiva. Al Torino non vedono l’ora.

RCon l'allenatore c’è un dialogo costante: gli ha chiesto cattiveria e più continuità

RPer la società è uno degli incedibili Adem è attratto dal progetto, non pensa di cambiare

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Adem Ljajic, 26 anni GETTY IMAGES

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