La Gazzetta dello Sport

Hamilton: «Che pressione I piccoli errori si pagano»

1Il pilota Mercedes carico dopo la super-rimonta di Hockenheim: «Quest’anno la lotta è ancora più serrata. E tutto questo mi diverte»

- Luigi Perna INVIATO A BUDAPEST (UNGHERIA)

Le rimonte lo esaltano. Gli ricordano di quando era bambino e vinceva partendo dalle ultime posizioni con un kart meno competitiv­o di quelli dei ragazzini che avevano i genitori ricchi. «In genere i loro mezzi erano nuovi. Invece io e mio padre caricavamo il nostro nel bagagliaio…». Oggi Lewis Hamilton gioca in grande, sulla scena di uno sport seguito da quasi due miliardi di spettatori e con in tasca un contatto da 100 milioni di dollari per le prossime due stagioni con la Mercedes. Niente a che vedere con gli inizi. Eppure lo spirito è rimasto lo stesso. Quello di chi corre per puro piacere.

TRAIETTORI­E Così l’adrenalina che gli ha dato l’ultimo trionfo a Hockenheim, ottenuto con una incredibil­e rimonta dal 14° posto, è stata superiore a quelle dei tre precedenti successi in Spagna, Azerbaigia­n e Francia. «La metto fra le mie vittorie più grandi e ne sono fiero – confessa Hamilton, che era risalito dal fondo anche a Silverston­e dopo la toccata della Ferrari di Raikkonen –. Con la pista asciutta, è più facile per tutti avvicinars­i al limite, mentre in condizioni incerte conta la sensibilit­à e si può fare davvero la differenza. A Hockenheim in certe curve era bagnato e in altre

LORO PIÙ VELOCI IN QUALIFICA, MA NOI ABBIAMO TUTTO PER VINCERE

LEWIS HAMILTON

SUL DUELLO CON LA FERRARI no, la situazione cambiava a ogni giro. A un certo punto andavo tre secondi più veloce degli avversari, facendo traiettori­e diverse rispetto a Vettel e agli altri, mi sarebbe piaciuto che gli ex piloti lo avessero evidenziat­o commentand­o la corsa in tv…».

TESTA La sicurezza di Lewis in questo momento è all’apice. Mentre scricchiol­ano le certezze di Sebastian Vettel, finito contro il muro mentre era al comando della gara di casa. Un errore che si somma a quelli di Baku e del Paul Ricard. «La pressione per noi due è più alta che mai. Ma questo mi diverte – spiega Hamilton, tornato al vertice della classifica con 17 punti di vantaggio sul tedesco –. La battaglia è più serrata rispetto allo scorso anno e ogni piccolo errore può costare tantissimo. Io sto cercando di essere un perfezioni­sta, di evitare gli sbagli e di arrivare ai gran premi nella condizione mentale migliore. La Ferrari è la più veloce in qualifica. Ma non la favorita. Noi della Mercedes abbiamo tutto per vincere. Anche qui in Ungheria è il mio obiettivo, seppure la rossa sia forte e la Red Bull temibile come a Montecarlo».

17

IL VANTAGGIO Sono i punti di vantaggio di Lewis Hamilton su Sebastian Vettel: 188 contro 171

TERZA FORZA Hamilton è il re dell’Hungarorin­g: ci ha vinto cinque volte, ma solo due con la Mercedes (2013-2016). Mentre Vettel l’ha spuntata nel 2015 e nel 2017 con la Ferrari. Non è un circuito adatto alle Frecce d’argento, ma Lewis è in stato di grazia. In più c’è l’incognita del maltempo previsto pure questo fine settimana. E quella dei «Red Bulli», i quali hanno tolto finora più alla Ferrari che alla Mercedes. Infine c’è da considerar­e il ruolo di Valtteri Bottas, che in Germania ha vinto il duello fra seconde guide con Kimi e ha rispettato l’ordine di non attaccare Hamilton. «Dipenderà dalle circostanz­e, ma sulla carta sono libero di lottare con Lewis e giocarmi anch’io il Mondiale», assicura il finlandese. Credergli è difficile.

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LAPRESSE Lewis Hamilton, 33 anni, alle prese coi selfie
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