La Gazzetta dello Sport

Viviani al Vigorelli: «La storia si sente»

1Un giorno nel velodromo con le Nazionali. L’olimpionic­o: «Bellissimo e veloce, non c’ero mai stato» Salvoldi: «E’ un ripiego, che triste la chiusura di Montichiar­i». Villa: «Fino a ottobre va bene. Poi?»

- Claudio Ghisalbert­i MILANO

«Sì, si sente che questa pista ha una storia. C’è un’atmosfera speciale». Elia Viviani spiega le sue sensazioni prima di entrare sull’anello magico del Vigorelli. Le volate di Antonio Maspes, a cui il velodromo è intitolato, ma anche i record dell’Ora di Olmo, Coppi, Anquetil, Baldini e Riviere fino e Francesco Moser. Gli arrivi dei Giri d’Italia, la volata di Magni e la maglia rosa di Coppi. Il traguardo di tanti Lombardia. Ma anche i concerti, il primo in Italia dei Beatles nel 1965 e quello meno felice dei Led Zeppelin nel 1971. Un tempio, anacronist­ico, a cui CityLife tenta di dare nuova vita. E fa niente che l’interno della pista sembra un cantiere con ruspe e sacchi di sabbia per il campo da football americano.

LO STUPORE «Non avevo mai visto il Vigorelli - prosegue Viviani -. Può sembrare strano, ma non ci avevo mai pedalato. E’ una pista bellissima e molto veloce». Tra una ripetuta e l’altra Viviani alterna la maglia di campione italiano con il body della Nazionale. «C’è un po’ di vento nei rettilinei, il quartetto lo sente. Però non importa. Il legno va più che bene. Non si vede neppure dove è stato sistemato». Poi un lampo: «Sarebbe bello che l’arrivo del Lombardia tornasse a essere qui». Eppure l’incontro tra l’olimpionic­o e il monumento non è stata una scelta, ma un ripiego. Le Nazionali azzurre, dove ci sono Ganna e Consonni, Paternoste­r e Balsamo - ovvero atleti al vertice mondiale - sono state spinte qui dalla chiusura del velodromo di Montichiar­i, per l’infiltrazi­one di acqua dal tetto. E dal 2 al 7 agosto c’è l’Europeo. «Con il Vigorelli fino a ottobre ce la caviamo», afferma Villa, che prima della seduta pomeridian­a ha ricevuto la visita di Paolo Bettini. «Il problema sarà l’inverno, perché impensabil­e stare a prendere freddo per 15’ tra una ripetuta e l’altra», dice Viviani. Allo studio anche le soluzioni di Israele e del velodromo di Noto, in Sicilia, da inaugurare a breve.

CREDIBILIT­À «La nostra fortuna - prosegue Villa - è che i nostri ragazzi sono polivalent­i, da stradisti si adattano tanto. E una fortuna è anche come ci hanno accolto qui. Però questa situazione che stiamo vivendo mina la credibilit­à di tutto il movimento. Una credibilit­à che ci siamo costruiti con i risultati e con il metodo di lavoro. Questo mi rammarica molto». Oggi per gli azzurri l’ultima seduta. Viviani e Ganna saranno in gara domenica a Londra nella Ride Classic prima di volare a Glasgow. «Sono un po’ stanco dopo due settimane in altura dice Ganna - ma per l’Europeo va bene. Londra mi servirà per darmi una bella “sgolfata”. Il

Vigorelli? Bello, ma un giro è lungo (397 m: Montichiar­i è 250, ndr). Più faticoso rispetto al chiuso. La storia? Ci pensi magari al primo momento».

FURIA SALVOLDI «Io sono meno ottimista — attacca Dino Salvoldi, il c.t. delle ragazze d’oro -. Questa resta una situazione di ripiego. È sbagliato il motivo per cui siamo qua. Una situazione presa sottogamba e che si doveva evitare. Per salvare l’attività di Montichiar­i non è

stato fatto nulla da chi di dovere. E nella prima stagione di qualificaz­ione olimpica, la più importante, noi saremo costretti a fare scelte drastiche, brutali e ingiuste. Il gruppo juniores senza pista non ha più futuro e quello delle élite dovrà essere tagliato per ridurre i costi delle inevitabil­i trasferte. Dove? Boh, dove ci vorranno. E non abbiamo più neppure il magazzino. Tutto su due furgoni. Che tristezza!».

 ?? DARIO BELINGHERI/BETTINI ?? L’olimpionic­o Elia Viviani, 29 anni, sul Vigorelli: 397,7 m in pino di Svezia. Tra i grattaciel­i di CityLife
DARIO BELINGHERI/BETTINI L’olimpionic­o Elia Viviani, 29 anni, sul Vigorelli: 397,7 m in pino di Svezia. Tra i grattaciel­i di CityLife
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