La Gazzetta dello Sport

FRA THOMAS E IL TOUR RIMANE LA CRONO

I trionfi azzurri ai Mondiali

- L’INTERVENTO di VALENTINA VEZZALI Olimpionic­a di fioretto

È

stata un’edizione davvero d’oro per l’Italia in Cina: ma la scherma italiana non è nuova a questi bottini pesanti, con ben 5 ori. Anche grazie agli orari, con le finali all’ora di pranzo, è stato bello seguire questi Mondiali e sono particolar­mente contenta perché il fiore all’occhiello della scherma è stato il fioretto, l’arma che è stata mia. Sì, ne sono particolar­mente orgogliosa. Anche questa è stata una grande conferma, con 3 ori ed un bronzo: nei momenti importanti, nelle occasioni che contano, noi ci siamo sempre, pure quando - come ormai succede con sempre più frequenza - ci troviamo a fronteggia­re il cambio generazion­ale. E’ proprio in queste situazioni che si vede l’alta scuola, fatta di tradizioni: ecco che spunta la giovane forte, come Alice Volpi che a 26 anni diventa campioness­a mondiale, come io quando avevo 25 anni. Alice ha la scherma dentro, come Arianna Errigo, Elisa Di Francisca, Martina Batini. E il livello è sempre più alto, e sta crescendo anche Elisa Favaretto.

E se per caso non arrivano al top da giovanissi­mi, non è mai troppo tardi conquistar­e il successo: come dimostrano le storie fantastich­e di Alessio Foconi e di Mara Navarria. Ricordo che quando mi allenavo a Terni, Alessio tirava e aveva solo 10 anni e si vedeva quanta voglia aveva di farcela, quante volte si è poi confrontat­o in pedana con me. Era veramente bravo e lo ha poi dimostrato. In quanto a Mara, sono felicissim­a che pure lei sia una mamma d’oro in una spada in cui vincere non è facile, come dimostrano i soli due precedenti di Laura Fogli e di Rossella Fiamingo, che c’è sempre come s’è visto a Rio, lo stesso vale per Paolo Pizzo che potrà rifarsi come Rossella a Tokyo. Anche la sciabola ha raccolto: l’esperienza di Aldo Montano viene trasmessa ai compagni, e potremmo fare ancora meglio. Le ragazze sono cresciute: l’arrivo di Arianna Errigo pure nella sciabola ha solo fatto bene al gruppo. Peccato che le ragazze siano rimaste sotto il podio, ma stanno lavorando bene.

Ce lo chiedono sempre: perché vinciamo così tanto? Qual è il segreto italiano? Perché come dice il maestro Giulio Tomassini siamo tutti diversi, e a differenza degli altri Paesi, la nostra forza è lavorare sulla tecnica, sulla coordinazi­one ed il tempo che ognuno riesce ad esprimere diversamen­te. Tutto questo non è semplice, anzi è molto difficile, in particolar­e nel fioretto. Sì, verso i Giochi di Tokyo quest’Italia resta una grande Italia.

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