Ex milanisti alla riscossa Cantamessa torna a casa E Rijkaard...
●L’avvocato seguirà le pratiche relative al mercato. Spunta il nome dell’olandese per l’area tecnica
«Is back home» formula rossonera usata due giorni fa per celebrare il ritorno a casa di Leonardo, potrebbe in futuro essere riproposta. Il motto è già attuale per l’avvocato Leandro Cantamessa, storico legale del club: potrà riannodare trentaquattro anni di esperienza milanista – terminata nella precedente gestione – con i mesi in cui seguirà le pratiche relative all’operazioni di questo mercato. Una questione di «seconda» famiglia oltre che di famiglia vera e propria: con lui lavorerà il figlio Lorenzo, ultra competente in materia e (come Leo) abilissimo nelle lingue. Sarà un Milan di milanisti con vocazione internazionale, come la nuova proprietà richiede. Leonardo apprezzato come «innesto professionale di grande esperienza e standing internazionale» è stato il primo, ma la medesima presentazione tornerà utile per altre figure. Leo ha aperto la strada, Cantamessa l’ha seguita e altri ancora si metteranno in scia. Il d.t. ha parlato anche ieri, e l’idea del ritorno a casa si è di nuovo incrociata con il desiderio del ritorno a un passato di gloria: «Tornare ai vertici non sarà semplice, ma ci sono tutti i presupposti per farlo: questa proprietà ha idee chiare e risorse importanti. Ai tifosi dico che dopo momenti complicati il Milan è sempre tornato e sarà così anche questa volta: vogliamo migliorare la squadra e farla crescere piano piano». Casa e gloria sono anche le coordinate della vita milanista di Paolo Maldini, a cui Leonardo ha già aperto lo sportello per farlo salire a bordo. «Fosse dei nostri sarebbe molto bello». Paolo è il giocatore che vanta il maggior numero di presenze ufficiali nel Milan, così divise: 648 in campionato, 72 in Coppa Italia, 168 nelle coppe europee e 14 in altri tornei. I requisiti sono al meglio rappresentanti: quello di Maldini, leggenda rossonera in Europa e nel mondo, sarebbe il ritorno per eccellenza. Serviranno però altri contatti per stabilire circostanze meno romantiche ma lo stesso importanti: ruolo, compenso, margine di operatività.
GANDINI E CO. Rossoneri di provata fede e curriculum internazionale: è il caso anche di Umberto Gandini, dal 1993 al
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FEDELISSIMO
Gli anni trascorsi al Milan dall’avvocato Cantamessa: aveva lasciato il club nella gestione precedente
2016 al fianco di Adriano Galliani nel Milan berlusconiano. Gandini, oggi alla Roma, è anche vice presidente dell’Eca (European Club Association) e membro del consiglio strategico dell’Uefa. Nel Milan del futuro doppio a.d. avrà competenze più specifiche sulla parte sportiva e istituzionale. L’identikit combacia anche con quello di Frank Rijkaard, a San Siro dall’88 al 1993. E di nuovo il fascino intercontinentale c’è tutto: un olandese che collaborerebbe con un brasiliano secondo una notizia che rimbalza dalla Spagna. Secondo quanto arrivato in Italia (dove però l’indiscrezione è stata per ora smentita) Rijkaard potrebbe avere una delega agli affari tecnici con supervisione del lavoro di Gattuso. Oltre alla prima squadra c’è però da lavorare sulla crescita di futuri milanisti: scelto dalla precedente gestione il ruolo di Mario Beretta, responsabile del settore, può già essere in bilico. Un paio di ex rossoneri sarebbero candidati alla successione: Filippo Galli, ex titolare della cattedra, e Angelo Carbone che al Milan c’è ancora come responsabile dello scouting dei ragazzi dai Giovanissimi in giù. Il più in alto di tutti è invece Paolo Scaroni, il presidente che al debutto si è presentato con la cravatta rossonera con appuntato il logo del club. Scaroni è «per indole» il meno sfegatato di una famiglia di «tifosi rossoneri sfegatati». Il nuovo presidente è un amico del suo pre-predecessore Berlusconi, da cui ricevette in dono anche alcune azioni del club. Master in Business Administration Alla Columbia University di New York, dal 2014 è vicepresidente di Rothschild, banca d’investimento della famiglia tedesca con uffici sparsi in tutto il mondo. Il nuovo Milan si propone lo stesso obiettivo: essere, di nuovo, universalmente riconosciuto.