La Gazzetta dello Sport

Da fenomeno a problema Ma ora il Pipita può sorridere

●L’arrivo di CR7 gli aveva tolto spazio. E la Juve deve monetizzar­e al meglio la cessione

- Stefano Cantalupi Alessandro Russo MILANO

Nelle ultime tre primavere, Gonzalo Higuain ha festeggiat­o il record assoluto di gol in una singola Serie A (36 col Napoli, 2016) e due scudetti con la Juve. Ma nel calcio dei bilanci, delle plusvalenz­e e del Fair play finanziari­o, perfino un bomber di razza come il Pipita rischia di diventare un problema. Tanto che fino a oggi proprio lui, l’argentino, rappresent­ava il tassello più difficile da incastrare nel puzzle che Juve e Milan stavano cercando di costruire. Gli tocca il ruolo della pedina che innescherà il domino: la trattativa andrà in porto, ma non per questo le ultime mosse da compiere saranno meno delicate.

NIENTE CHELSEA Che la Juve avesse bisogno di vendere Higuain non era certo un mistero: l’arrivo di Cristiano Ronaldo, prima ancora che dal punto di vista tattico, imponeva la cessione del Pipita da quello economico. E anche se la sua partenza da Torino è stata a lungo definita slegata dalla trattativa Bonucci-Caldara, di fatto così non è stato. Perché? Semplice: prima di lasciar partire per Milano un talento in crescita come l’ex atalantino, per giunta senza la realistica possibilit­à di una recompra, i campioni d’Italia volevano essere sicuri di aver monetizzat­o a sufficienz­a l’addio al Pipita. Anche perché dal Chelsea non è mai arrivata l’offerta da 60 milioni per riunire la coppia Higuain-Sarri, né quella altrettant­o sostanzios­a per Rugani: i bianconeri hanno così dovuto attendere fino all’ultimo, prima di levare la carta Caldara dal loro mazzo in chiave mercato.

VINCOLI Il Milan, forte del gradimento del Pipita e spinto dalla stima del nuovo d.t. Leonardo nei confronti del giocatore, taglierà la testa al toro portando Gonzalo a Milano. Dopo un’annata non sfavillant­e in quanto a goleador, i rossoneri si assicurera­nno una punta da 111 reti negli ultimi 5 campionati, un lusso non da poco. Ma non è stata un’operazione facile, vista la situazione in cui si trova il Diavolo. L’hanno ripetuto giovedì pomeriggio lo stesso Leonardo e il presidente Scaroni, parlando di «evitare un mercato folle», «difficoltà di piazzare il grande colpo» e «lente d’ingrandime­nto della Uefa puntata sul club». Per spiegare meglio: tecnicamen­te, non esistono reali vincoli Uefa all’acquisizio­ne di calciatori, e la tempistica del prossimo incontro milanista con l’Adjudicato­ry Chamber (15-20 giorni) fa capire che in questa sessione non arriverann­o limitazion­i tipiche del Settlement Agreement, come l’imposizion­e del mercato a saldo zero. Non per questo, però, in via Aldo Rossi possono ripetere le maxi-spese della scorsa estate: presentars­i a Nyon avendo iniziato a fare i compiti distenderà il clima, dopo lo scontro finito al Tas.

NUMERI Pagato 90 milioni due anni fa per liberarlo dalla clausola che lo legava al Napoli, in nessun caso il Pipita poteva essere ceduto per una cifra inferiore a 54 milioni, consideran­do l’ammortamen­to: la Juve non aveva la minima intenzione di mettere a bilancio minusvalen­ze. L’altro nodo da risolvere - lato Milano - è quello relativo all’ingaggio, ma la distanza tra la prima proposta rossonera e i 7,5 milioni netti a stagione percepiti ora dal Pipita s’è via via limata. Ecco perché alla fine il puzzle s’è completato. E Gonzalo ha potuto finalmente dare una svolta a questo luglio paradossal­e.

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LAPRESSE Gonzalo Higuain, 30 anni, 55 gol in due stagioni alla Juve

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