La Gazzetta dello Sport

Milik respinge l’ombra Cavani E dà al Napoli nuove soluzioni

●Il polacco pronto a prendersi la scena: «Edinson è più forte, ma io sono più giovane e posso migliorare». Con lui riecco i cross dalle fasce

- Maurizio Nicita INVIATO A DIMARO (TN) @manici50

Ha voglia di spaccare la porta e la sua prima amichevole domani contro il Chievo diventa una occasione buona per Arek Milik. Appena una settimana di lavoro nel ritiro in Trentino e la condizione che continua a migliorare, insieme alla volontà di mettersi a disposizio­ne di un Carlo Ancelotti che sta dedicando molto tempo al suo nuovo centravant­i per meglio spiegare sviluppo e tempi di gioco, che diventano essenziali per superare difese ben organizzat­e e posizionat­e.

OVAZIONE È quella che è partita nel pomeriggio di ieri quando il polacco nella partitella, in uno spazio stretto, si è liberato in area di due difensori tirando dal basso verso l’alto e gonfiando la rete sotto la traversa. Proprio con quella cattiveria e determinaz­ione che denotano gli attaccanti di razza. Certo una cosa sono gli allenament­i, un’altra le partite. Ma poter mettere finalmente alle spalle tutti i problemi e avere la testa sgombra è essenziale per chi deve finalizzar­e l’azione. Tra l’altro sempre ieri sono state apprezzate le nuove intese sviluppate con Simone Verdi, altro talento in grande crescita in questa prima parte di ritiro.

FORZA NAPOLI SEMPRE È la frase con cui ieri dal suo profilo Instagram Milik ha voluto salutare tutti i tifosi. Nella foto è sorridente con il «concorrent­e» Roberto Inglese e il connaziona­le Piotr Zielinski. Una foto scattata poco prima dell’infortunio dell’amico polacco, cui ieri Arek è stato vicino, augurandos­i un pronto recupero.

L’OMBRA DI CAVANI Al di là delle smentite ufficiali del Napoli, non c’è dubbio che il possibile ritorno di Edinson Cavani in azzurro sia stato, anzi continui a essere, il tormentone estivo che rimbalza dalle verdi valli trentine, fino alle aride terre vulcaniche del Vesuvio. Una situazione che non deve far molto piacere alla persona che quel ruolo ricopre e che vorrebbe riprenders­i la scena, dopo due anni che definire sfortunati è un eufemismo. Anche in questo Milik però sembra avere l’atteggiame­nto giusto: «Fare la punta centrale è una responsabi­lità in più, devi sempre fare gol e se non lo fai significa che hai deluso: è il nostro lavoro. Le voci su Cavani non mi stanno dando fastidio. Mettiamola così: lui è più forte di me, però io sono più giovane e posso ancora migliorare tanto». Una sfida a se stesso prima ancora che a Cristiano Ronaldo, Immobile, Icardi e i principali cannonieri della Serie A.

TEMPI E MOVIMENTI Per essere ai massimi livelli bisogna curare i particolar­i. Nei movimenti di attacco e soprattutt­o nei tempi che dettano i passaggi e fanno guadagnare sul difensore avversario quell’attimo di anticipo. Perché è soprattutt­o la profondità quella che dovrà assicurare Milik. I movimenti del polacco, anche senza palla, puntano dritto la porta avversaria, suggerendo la verticale al centrocamp­ista e cercando le diagonali giuste quando un esterno arriva al cross basso dal fondo. E qui Arek è molto bravo nello scatto sul primo palo, dove può letteralme­nte fulminare sull’anticipo il portiere avversari. Gol del genere in partitella ne ha realizzati diversi, così come ora al Napoli si rivedono i cross alti dalle fasce. Una giocata praticamen­te inesistent­e nella passata stagione in cui, complice l’infortunio proprio del polacco, la banda bassotti CallejonMe­rtens-Insigne ha basato tutto su velocità e triangolaz­ioni strette. Ora Milik su questo tipo di cross cerca il secondo palo per sfruttare la sua ottima altezza ed elevazione. Una soluzione nella finalizzaz­ione intravista solo nell’ottimo avvio della sua avventura azzurra, nel 2016, quando segnò 7 gol fra campionato e Champions in 9 presenze e sembrava poter far dimenticar­e Higuain. Domani a Trento, contro il Chievo, comincia la nuova vita di Arek.

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Arkadiusz Milik, 24 anni LAPRESSE
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