Il Gallo è tornato Super Belotti ora fa sorridere il Toro
●Condizione fisica al top e grandi motivazioni: così l’attaccante va già a mille
Sarà pure un caso, ma ieri il sito ufficiale del Nizza, avversario odierno dei granata, ha presentato la sfida con una foto di Andrea Belotti scattata a inizio ritiro in Valtellina, che sembra indicare ai compagni la strada verso un futuro ricco di soddisfazioni. È l’emblema di un giocatore-simbolo per il Torino che sin dal giorno del raduno aveva lasciato intuire come il vero Gallo fosse finalmente tornato. Lontano dalle pressioni mediatiche dell’estate di un anno fa e dalle voci insistenti di mercato che avevano accompagnato il precampionato della stagione passata, l’attaccante granata si è ripreso la sua leadership, in silenzio, sfruttando il suo carisma e ancor più due settimane di ritiro da autentico protagonista, in campo e fuori.
SONO TORNATO Walter Mazzarri e il suo staff hanno avuto il merito di creare intorno a lui e a tutto il gruppo le condizioni ideali per massimizzare i benefici — atletici e psicologici — delle due settimane di convivenza a Bormio. E lì, in maniera naturale, Belotti si è ripreso il suo Toro. Con giocate sopraffine, con straordinari di allenamento non richiesti dal programma, ma che hanno dato al tecnico la percezione esatta di quanto il lavoro studiato a tavolino stesse dando buoni frutti sul campo.
NUMERI La scintilla, in verità, era scoccata già nel giorno del raduno, ma i giorni successivi lo hanno confermato. Sono così arrivati i sette gol nelle prime tre uscite stagionali e, soprattutto, un minutaggio quasi da primo della classe (149’ complessivi), quarto granata in assoluto più impegnato da Mazzarri dietro a Parigini, Rincon e Moretti. Ma i meriti del Gallo non finiscono qui: senza grandi annunci, o comportamenti particolarmente eclatanti, Belotti ha contribuito a rafforzare lo spogliatoio, come i senatori (Sirigu in testa) o i nuovi arrivati (come Izzo) hanno messo in evidenza.
GARANZIA Uno dei migliori investimenti granata di un’estate che sta portando velocemente a un campionato ormai lontano soltanto tre settimane esatte (il primo anticipo si giocherà sabato 18 agosto), al di là dei nuovi acquisti sta proprio qui. In tempi non sospetti (il campionato scorso era appena finito) fu proprio il direttore sportivo Gianluca Petrachi il primo ad ammettere come il Gallo gli «fosse mancato tantissimo», individuando nella «mancata coesione del gruppo» un’altra delle pecche della squadra affidata prima a Sinisa Mihajlovic e poi, da gennaio, a Walter Mazzarri. Una doppia criticità sanata a tempo di record. Il doppio stop dell’attaccante per curare i guai al ginocchio destro — il primo a ottobre, il secondo subito dopo Natale — sono ormai un ricordo lontanissimo.
FARI SPENTI Un altro aspetto che al Gallo (ma non so lo a lui, in verità) ha giovato, e non poco, è la stata la scelta voluta, ma non imposta dal tecnico di sposare un profilo bassissimo, per non alimentare le false speranze di un anno fa, ma anche per permettere al gruppo di crescere responsabilmente, ma senza grandi pressioni addosso. La grandeur granata sbandierata l’estate scorsa in primo luogo dal tecnico serbo ha fatto molti danni e un po’ tutti adesso, a partire dal presidente Urbano Cairo, hanno deciso di procedere in questo senso. «Molti fatti e poche parole», per dirla alla Mazzarri.
AZZURRO Ci sono poi una posi- zione e un ruolo in azzurro da consolidare negli impegni che verranno per il gruppo di Roberto Mancini, che nell’anno zero della Nazionale è convinto del fatto che solo giocatori motivati e utilizzati sempre nelle rispettive squadre di club potranno garantire al suo gruppo quella marcia in più che nel recente passato è venuta a mancare. L’equazione, insomma, è incredibilmente semplice: un Gallo leader nel Toro rappresenta il miglior viatico in vista della Nations League di settembre contro Polonia e Portogallo. Belotti, pensaci tu: per far tornare grande il nuovo Torino che sta nascendo serve il Gallo dei tempi d’oro. La strada è tracciata, presto sapremo.