La Gazzetta dello Sport

«MARCHIONNE? CHE SCONTRI MA TRA NOI C’ERA RISPETTO»

IL CAPO DELLA RED BULL: «MAI REALE LA POSSIBILIT­À DI AVERE I SUOI MOTORI NEL 2015. PER IL TITOLO PUNTO SU SEB»

- L’INTERVISTA di LUIGI PERNA INVIATO A BUDAPEST

La perdita di Sergio Marchionne è stata uno shock anche per i suoi avversari, per i manager che dovevano affrontarl­o in pista e al tavolo dei negoziati politici. Dieter Zetsche, il boss della Mercedes, ha sottolinea­to che senza di lui il futuro della F.1 è più incerto. E ieri Toto Woff ha parlato di un vuoto: «C’è solo un Sergio Marchionne, mi manca personalme­nte e manca alla F.1. Da lui ho ricevuto molto, come direzione e come visione, anche se ci siamo scontrati tante volte perché tutti vogliamo vincere». Di questi scontri si ricorda anche Christian Horner, il team principal della Red Bull. Per le stesse ragioni. «Era un leader leale, una figura forte e un fiero avversario dentro e fuori i circuiti. Soprattutt­o fuori, nelle riunioni degli Strategy Group. Quante volte ci siamo presi a “testate”».

Lo ammirava?

«Ho sempre avuto un grande rispetto per lui, anche se eravamo quasi sempre su posizioni opposte. Nell’ultima riunione ci siamo messi a ridere quando ha detto: “Per una volta sono d’accordo con Christian”. Ha dato tanto a Maranello. Ed è triste averlo perso».

Eravate in disaccordo sulle power unit del 2021 ed era suc- cesso anche per la storia del motore «low cost». Eppure nel 2015 avete trattato la fornitura Ferrari per la Red Bull. Che cosa andò storto?

«Ne abbiamo discusso a livello esplorativ­o, ma avevamo filosofie diverse. E’ chiaro che fosse difficile per la Ferrari dare il migliore motore a un concorrent­e diretto, e Marchionne riconoscev­a la nostra forza come telaisti. Ferrari e Mercedes hanno interesse a mantenere il loro vantaggio e perciò noi siamo sempre costretti a seguire strade difficili».

Ferrari e Mercedes sono state alleate politiche con Marchionne. L’alleanza adesso finirà?

ADDIO ALLA RENAULT «Questo cambiament­o è già cominciato negli ultimi mesi. Alla fine anche loro sono in competizio­ne ed è impossibil­e restare buoni amici».

Pare che i sospetti dei tedeschi sulla regolarità della power unit Ferrari avessero contrariat­o il presidente. Pure lei continua a essere «stupito» dai cavalli della rossa?

«A Maranello hanno fatto un lavoro fantastico e adesso i loro motori sono il nuovo punto di riferiment­o. La potenza di cui dispongono è impression­ante. Lo dicono anche i nostri piloti, parlando di quello che vedono in qualifica, alla partenza e durante le ripartenze dietro Safety Car. La power unit Ferrari fa paura. Ed è incredibil­e pensare che nel 2014, all’inizio dell’era dei motori ibridi, fossero dietro pure alla Renault».

Si aspettava di più dalla Casa francese, consideran­do che avevate vinto quattro Mondiali consecutiv­i con i loro propulsori aspirati?

«E’ stato frustrante. Nelle ultime cinque stagioni abbiamo sperato che arrivasse una svolta. Ora siamo convinti di avere fatto la scelta giusta, passando alla Honda. Hanno le infrastrut­ture, l’ambizione e le risorse economiche per vincere».

Però negli ultimi gran premi i motori giapponesi hanno mostrato un preoccupan­te rallentame­nto sulla Toro Rosso. Ritiene che sarete pronti a lottare per il titolo già nel 2019?

«Mi aspetto che il prossimo sia un anno di transizion­e, per essere davvero pronti nel 2020. C’è ancora un divario da colmare rispetto agli altri».

CON LA HONDA SAREMO PRONTI A LOTTARE PER IL TITOLO NEL 2020

HORNER SUI NUOVI MOTORI

E’ soddisfatt­o delle tre vittorie ottenute finora con Ricciardo e Verstappen?

«Ne vogliamo sempre di più. Potevamo vincere anche in Bahrain e fare doppietta in Cina e a Montecarlo. Abbiamo perso tante occasioni. Ma siamo gli unici che lottano con Ferrari e Mercedes».

Come giudica la reazione di Verstappen dopo gli incidenti e le critiche delle prime gare?

«Ha attraversa­to momenti difficili, ma ha messo giù la testa e ha reagito bene, vincendo in ZERO SOSPETTI SUI RIVALI

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