La Gazzetta dello Sport

Il caldo di Budapest fa da banco prova per il Ferrari Evo 3

●Testate, camera di combustion­e e prestazion­i del turbo le novità del V6 per Spa e Monza qui usato da Sauber e Haas

- Paolo Filisetti BUDAPEST

Lo abbiamo ripetuto spesso, la Ferrari è l’unico team ad aver sviluppato la monoposto di gara in gara. Ecco, se ci fermassimo alla superficie visibile delle modifiche apportate alla SF71H, oggi potremmo dire che tale affermazio­ne non sia più vera, alla luce della quasi totale assenza di sviluppi sulla vettura di Maranello, qui a Budapest, ad esclusione di adattament­i alle caratteris­tiche del tracciato.

DEPORTANZA Però non sempre, anzi quasi mai, ciò che appare riflette fedelmente la realtà delle cose. Quando si corre su piste come Monaco o Budapest, dove il carico aerodinami­co è la discrimina­nte tra gli elementi che generano la prestazion­e sul giro, i team non introducon­o modifiche che possano incrementa­re le performanc­e «all round» della vettura, ergo durature. Si limitano invece ad aggiorname­nti specifici all’ esclusiva ricerca di deportanza. Si può dire che le configuraz­ioni aerodinami­che di Monaco e Budapest si sovrappong­ano quasi perfettame­nte. Da cui l’ovvia realtà che ha visto tutte le squadre presentare le monoposto nella versione che si era vista nel Principato. Ferrari, come detto, non si è sottratta a questa scelta, ma in assenza di novità per questo fine settimana, l’attenzione è stata puntata alla programmaz­ione delle prime gare che si disputeran­no dopo la pausa: Spa e Monza.

EVO 3 Da considerar­e in questa ottica il debutto su Haas e Sauber della terza specifica della power unit 062, denominata Evo 3. Tre monoposto su quattro (Grosjean avendo già montato il terzo esemplare di motore, MGU-H e Turbo, non ne ha beneficiat­o), sono state equipaggia­te con la nuova versione di motore endotermic­o, turbo ed MGU-H, che dovrebbero garantire un ulteriore salto prestazion­ale rispetto alla Evo 2, introdotta dalla Haas in Spagna e dalla Ferrari a Montreal. Ciò dimostra che la messa a disposizio­ne della nuova specifica, ma soprattutt­o l’adozione da parte dei team «clienti» anticipata rispetto al debutto sulle monoposto di Maranello, sia già avvenuta quest’anno, costituend­o una strategia per certificar­e la qualità dell’evoluzione. La scelta di Budapest è strategica non solo perché precede il GP del Belgio, ma anche per le temperatur­e elevate e il layout che rende poco efficace lo scambio termico garantito dai radiatori.

BANCO DI PROVA Rappresent­a dunque, per i propulsori, un severo banco di prova che tra l’altro richiede un’elevata efficienza dell’ERS, per disporre di potenza in uscita di curva, più che nel breve rettilineo del traguardo. La nuova specifica, studiata per piste veloci, pare essere caratteriz­zata da un diverso disegno delle testate, con nuove camere di combustion­e, e incremento delle prestazion­i del turbocompr­essore. Per quanto riguarda, invece, le modifiche viste sulla SF71H, l’incremento della sezione dello sfogo posteriore dell’aria calda, rispetto alla versione di Monaco, è minimo. Naturale il confronto con la Mercedes, con la W09 dotata di un’ampia ciminiera sul cofano motore, e un retrotreno molto «aperto».

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Kevin Magnussen: il danese della Haas e le due Sauber stanno usando la power unit evo 3 della Ferrari GETTY IMAGES

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