La Gazzetta dello Sport

Icardi-Lautaro Attenti a quei 2

IN PISCINA A CASA DI MAURITO SI RAFFORZA IL FEELING DELLA COPPIA INTERISTA

- L’INTERVISTA di SEBASTIANO VERNAZZA

Da Martinez ad Asamoah i nuovi convincono Però Spalletti è nervoso: vuole altri rinforzi

Ultima fermata Swansea, in Galles e in Premier League, dove ha allenato da gennaio a ottobre 2016. Francesco Guidolin non lavora da quasi due anni e la cosa fa impression­e, perché parliamo di uno dei tecnici più bravi e preparati. Guidolin «disoccupat­o» — al netto del suo impegno da voce tecnica nelle telecronac­he delle partite — sembra una distorsion­e del sistema calcio italiano. «In questi mesi ho ricevuto diverse proposte e le ho declinate non per altezzosit­à, ma perché cerco un progetto serio. Ho voglia di rimettermi in pista. Per dire, mi sarebbe piaciuto allenare la Polonia, perché ho sempre ammirato il calcio polacco (ma Boniek ha scelto il semi-sconosciut­o Jerzy Brzeczek, ndr). Ho 62 anni, mi sento giovane più che mai. Mi piacerebbe fare qualcosa che non ho mai fatto, per esempio il c.t. di una nazionale. Non è vero, come mi capita di sentire in giro, che non desidero più allenare, anzi».

Giorni fa, su Tuttosport, Vittorio Feltri le ha dedicato un lungo articolo, in cui adombra l’ipotesi che lei sia ai margini perché di presunte simpatie leghiste.

«Ho cercato Feltri per ringraziar­lo, ma io non ho mai fatto politica. Credo che la cosa nasca da un vecchio episodio. La sera in cui vincemmo la Coppa Italia col Vicenza (nel 1997,

ndr), durante la festa in campo mi misero al collo tante sciarpe e una non aveva i colori biancoross­i, ma quelli verdi della Lega. Su quell’immagine si è costruito il piccolo equivoco di Guidolin leghista, penso».

Parliamo di calcio: quale eredità ci lascia il Mondiale?

«Guardando Russia 2018 mi sono rafforzato nella convinzion­e che il calcio debba cambiare qualcosa da qui a dieci anni. Se resterà così com’è, diventerà uno sport noioso, attendista. Le squadre hanno imparato a occupare il campo in maniera perfetta. Ho visto partite spente, noiose, dominate dalla voglia di non prendere gol».

Che cosa fare, allora?

«Si potrebbe togliere un giocatore o spostare la linea del fuorigioco. La Francia ha vinto la Coppa giocando sulle ripartenze: primo non subire, tutti dietro la linea della palla. Ha meritato il successo per qualità e fisicità dei giocatori».

La Juve con CR7 pare imbattibil­e: scudetto già assegnato?

«In Italia la Juve è davanti a tutti da anni e oggi con Ronaldo si è messa alla pari dei top club d’Europa, ma il calcio rimane uno sport ad alta imprevedib­ilità. In Serie A la Juve dovrà dimostrare l’enorme superiorit­à una volta di più sul campo. Ha acquistato il miglior giocatore al mondo, la logica dice vittoria assicurata, però...».

Lei è ronaldista o messista?

«Oscillo. A volte vedo delle cose per cui penso che Cristiano sia il numero uno, poi guardo Messi e rimugino la stessa cosa. È un po’ come per le squadre, mi piacciono sia il City di Guardiola sia il Liverpool di Klopp: perché schierarsi?».

Chi può essere l’anti-Juve in campionato?

«L’Inter, a patto che la squadra segua Spalletti. L’Inter partiva da un ottimo livello e si è migliorata con De Vrij e Nainggolan. In più ha preso un giocatore che io vorrei ovunque».

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