Fiducia Pastore «Roma, sono qui per vincere tutto»
«Voglio successi come nel Psg». E Kluivert si scalda per il Barça: «Tiro bene, ma posso migliorare»
Nonostante avessero sempre voluto il contrario. riposano separati, in due diversi cimiteri di Dallas. Ai loro funerali (divisi) parteciparono complessivamente 90.000 persone. Chissà se da domani Javier Pastore e Justin Kluivert si ricorderanno di loro. Si chiamavano Bonnie Parker e Clyde Barrow, ma tutti li conoscono semplicemente come «Bonnie e Clyde». Tutto d’un fiato, come un marchio di fabbrica d’inafferabilità, di sberleffo violento al potere. Fuorilegge di un’America rurale fino a quel maggio 1934 in cui la loro storia si trasformò in racconti, canzoni e cinema. Ecco, la loro imprevedibilità a volte allegra fa venire in mente proprio quella coppia che la Roma sta tenendo a battesimo in questa tournée statunitense, col talento argentino capace d’innescare quello altrettanto splendente dell’olandese figlio d’arte. Tra l’altro, due giorni fa è stato Francesco Totti – non uno qualsiasi – a santificare le loro qualità.
MEZZALA E NON SOLO «Ha detto delle parole molto belle, fa piacere che un giocatore come lui abbia parlato in quel modo di me – dice sorridendo Pastore – . È un piacere trascorrere insieme questi giorni negli Stati Uniti. Abbiamo imparato tanto da lui quando eravamo giovani. Spero di essere all’altezza delle parole di Totti e di aiutare la squadra a fare bene». Soprattutto se entrerà in fretta negli schemi di Eusebio Di Francesco. «Da mezzala mi trovo bene. L’importante è capire i movimenti che vuole il tecnico, tatticamente devo essere bravo ad aiutare la squadra a difendere. Anche a Parigi ho giocato tante volte da mezzala, anche se in modo diverso. L’importante è allenarmi duramente per tornare in condizione e fare tutto ciò che mi chiede Di Francesco». Nel repertorio, d’altronde, c’è tanta duttilità. E allora perché non immaginarlo anche trequartista? «Ne avevo parlato con l’allenatore al mio arrivo: lui può decidere di cambiare il sistema di gioco a seconda della squadra che affrontiamo. Posso essere sicuramente una possibilità in più per il tecnico se decidesse di cambiare modulo, però per adesso mi sono messo in testa che giocherò mezzala e devo allenarmi per questo». Anche perché le ambizioni di Pastore sono da primo della classe. «Personalmente voglio vincere tutto. Vengo da una squadra, il Psg, che in questi anni ha vinto tantissimi titoli, perciò voglio vincere anche qui. Sarebbe magnifico avere la possibilità di arrivare in finale di coppa Italia, o di arrivare alla terzultima giornata di campionato ancora in corsa per lo scudetto. La Champions League? Dobbiamo vedere con quali squadre capiteremo nel girone, ma i nostri obiettivi sono quelli di vincere. Si gioca per vincere non per partecipare».
KLUIVERT PRENDE LA MIRA Il messaggio, forte e chiaro, è recapitato anche a Kluivert. «Quella all’Ajax è stata una grande esperienza – dice Roma Tv –, ma ho scelto i giallorossi perché volevo cambiare, e sono contento della mia decisione. Nella mia decisione ha pesato anche la famiglia, che è molto importante per me; avevamo delle buone sensazioni e ho scelto i giallorossi. Papà (Patrick, ex Milan, ndr) ha avuto una grandissima carriera e per me non è difficile relazionarmi con lui, mi sprona ogni giorno e non sento la pressione». Ricordato il suo gol più bello («al Twente»), l’attaccante si racconta così: «Il tiro dalla distanza, è il mio punto di forza, ma che posso migliorare. Preferisco segnare gol, però fornire assist è importante per un’ala sinistra». Coccolato dagli altri due olandesi Strootman e Karsdorp («è bello poter contare su di loro»), Kluivert si scalda già, perché domani contro il Barcellona toccherà a lui dall’inizio. Provate ad arrestarlo.
BELLO SEGNARE, MA PER UN’ALA CONTANO ANCHE GLI ASSIST JUSTIN KLUIVERT ATTACCANTE ROMA
HO GIÀ IN TESTA CHE FARÒ LA MEZZALA E LAVORO PER QUESTO JAVIER PASTORE CENTROCAMPISTA ROMA