La Gazzetta dello Sport

Alta tensione Mourinho Il mercato lo preoccupa

●Teme le fatiche post-Mondiale e l’esordio contro il Leicester è bollente. I bookmaker scommetton­o: sarà lui il primo esonerato

- Alessandra Bocci

Innervosit­o da un’annata a zero titoli, evento per lui piuttosto raro, José Mourinho è tornato in lotta con l’universo, disseppell­endo l’ascia di guerra che aveva virtualmen­te abbandonat­o mesi fa dopo un epico botta e risposta con Antonio Conte. Ora il tecnico dello United ce l’ha con la sua dirigenza, con gli organizzat­ori delle amichevoli americane della Internatio­nal Champions Cup, e perché no, pure con la Fifa che organizza i Mondiali ogni quattro anni, evento scellerato visto che prevede la partecipaz­ione dei migliori (in teoria) giocatori del globo, compresi alcuni dei suoi, complicand­o i suoi piani.

LO SFOGO Lo sfogo di Josè, un maestro di dialettica abituato a litigare, far litigare, spostare le attenzioni dei media da un focus all’altro, crearsi alibi di ferro, è arrivato negli Stati Uniti dopo la sconfitta con Jurgen Klopp, l’uomo dal sorriso pronto, quello che beve la birra con i tifosi pure dopo le sconfitte e che pare sempre rilassato e felice. Il classico tipo easy che all’ombroso Mou deve dare particolar­mente sui nervi. Preso a pallate dal Liverpool davanti a centomila persone nel Michigan, Mou si è sfogato. «Troppe assenze, questa è la mia squadra al 30 per cento, io non spenderei soldi per venire a vedere una partita del genere», ha detto gelando la sala stampa. Il pubblico invece, grazie al gol dei suoi e soprattutt­o ai quattro del Liverpool, pare fosse piuttosto soddisfatt­o.

L’ALIBI Ma Josè, si sa come è fatto. Scocciato per la figuraccia, arrivata fra l’altro nel giorno di una comunissim­a vittoria di Guardiola contro il Bayern, è esploso, ma non si pensi a una reazione a caldo. Mourinho non fa mai nulla che non sia meditato. «Ho dato una rosa di cinque nomi, ho chiesto due rinforzi, magari ne arriverà uno. Per il resto faremo con quello che abbiamo». Che nulla non è, considerat­o anche l’innesto di Fred e di Diogo Dalot, costati più di 80 milioni in due. Poco per calmare Josè, che ha conquistat­o la panchina dello United dopo lungo e reciproco corteggiam­ento e da quando si è insediato ha vinto l’Europa League, ma nella stagione scorsa è arrivato a 19 punti da Guardiola. Il timore che il gap si allarghi anziché colmarsi col mercato estivo è concreto e tiene tesi i nervi allenati del portoghese.

GLI INTERROGAT­IVI In questa insofferen­za dichiarata c’è il risvolto tecnico e quello mediatico. Abituato a essere allenatore-copertina, Mou ha perso il centro del palcosceni­co. Colpa dello sfolgorant­e campionato di Guardiola, ma anche della parabola inglese di Klopp, che imperversa con uno stile opposto a quello del portoghese e ha tutto per tenere la scena. La stagione dello United riparte il 10 agosto contro il Leicester che, fa notare Mourinho, non avrà certo tutti questi giocatori a caccia di forma dopo le fatiche mondiali. E mentre l’oggetto dei suoi desideri Maguire (che potrebbe pure essere il primo avversario a Old Trafford) si riposa a Barbados, i bookmaker ci scommetton­o: per Mou si annuncia un’annataccia. Lo United resta fra i favoriti per il successo in Premier, eppure José si ritrova nella lista del possibile primo esonerato. Beffa fra le beffe, fra i nominati c’è anche l’acerrimo rivale Benitez. Nervoso, pericolant­e e in non gradita compagnia: l’estate di Mou più che calda sta diventando bollente.

LO SFOGO

«Ho dato una rosa di cinque nomi, ho chiesto due rinforzi, alla fine magari ne arriverà uno»

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AP Lo sguardo di Josè Mourinho, 55 anni, rivolto verso Jurgen Klopp, 51, allenatore del Liverpool

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